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Per un Centro Studi “Giorgio Manganelli”

Creato il 11 ottobre 2010 da Fabry2010

 

Giorgio e Lietta Manganelli

Giorgio e Lietta Manganelli

 

Cari amici,

quest’anno cade l’anniversario dei vent’anni dalla morte di Giorgio Manganelli, scrittore, giornalista e quant’altro, nonché mio padre. Quindi quest’anno saranno organizzati diversi eventi per ricordarlo e per, si spera, farlo conoscere a chi ancora non lo conosce. Il mio sogno è sempre stato quello di “snicchiarlo” (chissà se questa espressione gli sarebbe piaciuta), cioè di toglierlo da quella “nicchia” in cui è stato messo vuoi per la sua obiettiva difficoltà, vuoi per la sua indubbia “scomodità”.

Primo evento in calendario: a Roma, il 5 Maggio, ore 16, presso la Casa delle Letterature in Piazza dell’Orologio, partirà il Secondo Cantiere Manganelli, che comprenderà un mostra di disegni, varie presentazioni di libri in uscita, un dibattito, e un documentario assolutamente inedito. (Il programma definitivo sarà pronto a giorni).

A Milano, il 9 Maggio, presso l’Istituto ciechi di Via Vivaio verrà messa in scena, naturalmente nel Teatro rigorosamente al buio, l’Intervista a Dio di Giorgio Manganelli, e credetemi, il teatro “di parola” come quello di mio padre raggiunge, in un simile ambiente, una suggestione assolutamente irripetibile.

Altri eventi sono in fieri, ci sto lavorando, credetemi, con difficoltà difficilmente immaginabili. Pisa, Pavia, Lugo di Romagna, forse Mantova, forse Gavoi… solo per fare alcuni nomi. Il sito è in lavorazione (http://www.manganelli.altervista.org/), verrà messo in linea a brevissimo e comprenderà tutte le informazioni utili e indispensabili per gli estimatori di mio padre, che sono molto più di quelli che credevo.

Vi chiederete, allora, il perché di questa mia lettera. Solo per informarvi di questi appuntamenti? Purtroppo no.

Gli eventi di quest’anno, quelli che riuscirò a portare a termine, e so già che ad alcumi mi sarà giocoforza rinunciare, saranno il canto del cigno del Centro Studi che da tempo cerco di mettere in piedi.

Chi ha già avuto modo di contattarmi sa bene che non mi sono mai tirata indietro: mi ha trovata sempre disponibile a rispondere alle più svariate domande, a fare e inviare fotocopie, copie di cd e dvd, a reperire e inviare copie di libri ormai esaurite da tempo e quant’altro fosse utile e necessario…

Tutto questo a opera di un Centro Studi che non è mai nato. Mi sovviene un aforisma di mio padre che forse non ho mai capito bene come ora: «È incredibile il numero di cose che ha fatto gente che non è mai nata!». Ovviamente il Centro Studi non è mai nato, ma io sì, e di tutto mi sono fatta carico in prima persona. E, credetemi, avrei voluto e vorrei continuare a farlo. Ma la gestione economica è divenuta insostenibile, e la cultura oggi come oggi non è certo sostenuta dal pubblico, anzi… come mi disse una volta mio padre, tra il serio e il faceto: «Vuoi fare cultura? Bene, fai pure, ma ricordati che sarai punita».

Bene, la mia punizione sarebbe abbandonare questa mia creatura, lasciar perdere, smettere di studiare le carte di mio padre, di cercare, negli archivi più disparati cenni del suo passaggio. Smettere di dare tutto il sostegno possibile, e anche quello impossibile, a giovani che su mio padre volessero laurearsi, e sono molti di più di quanti si creda, o solamente avere notizie, parlarne, confrontarsi… Smettere di cercare nelle varie emeroteche, redazioni di giornali e quant’altro per reperire articoli e scritti, a volte fondamentali, di mio padre, che altrimenti cadrebbero nell’oblio. Smettere di cercare, acquistare e sbobinare cassette (che, credetemi, hanno un prezzo proibitivo) della Rai che contengono interventi di mio padre, interventi di cui non esistono dattiloscritti. Molti degli ultimi libri pubblicati di mio padre sono nati così. Tutte cose che hanno un costo, che comportano, oltre al tempo e alla passione, (e… il tempo si trova e la passione non manca), anche delle spese vive: posta, viaggi, telefono, e altro che non sto a elencarvi, che io, da sola, non sono in grado più di sostenere.

Non cerco donazioni, né grandi cifre, lungi da me l’idea, come qualcuno ha insinuato, che io voglia speculare sul nome di mio padre, ma solo che gli amici, gli estimatori di mio padre, secondo le loro possibilità, partecipino a questo lavoro che, ne sono convinta, sarà poi una ricchezza, culturale e di vita per tutti.

So perfettamente che la maggior parte di voi è formata da giovani e da studenti, ma il mare è fatto di piccole gocce. Se chi vuole, senza nessun impegno né obbligo, partecipasse, secondo le sue possibilità, forse potremmo, tutti insieme, far sì che questo sogno non resti un sogno, ma diventi una realtà, potremmo fare in modo che questo visionario autore, di cui molti di noi sentono la mancanza, rimanga vivo e vitale. Sapeste quante volte, di fronte ad accadimenti attuali, mi chiedo: «Chissà cosa avrebbe detto», per poi scoprire che, magari trenta anni prima, lui «l’aveva già detto».

Quindi, per concludere, quello che chiedo è che gli amici, secondo le loro possibilità, partecipino, anche economicamente, alla nascita di questo Centro Studi che sarà poi a disposizione di tutti. Rimane inteso che sarà tutto documentato e che i soci “benemeriti” di ora godranno poi di facilitazioni e benefici. Uno dei miei “sogni” è quello di un raduno di manganelliani, dove poter parlare, confrontarsi, visionare testi introvabili o addirittura inediti, vedere filmati (che, credetemi sono una vera rarità, forse nemmeno la Rai si ricorda di averli fatti), ascoltare registrazioni e quant’altro ci venisse in mente.

Se tutto questo vi piace e vi interessa, se pensate che ne valga la pena e che sia un peccato che il lavoro svolto finora vada perso, fatevi sentire e ripartiremo.

A presto, spero.

Lietta Manganelli

[email protected]



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