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Perché la vita a volte è così opprimente?

Da Pasqualefoglia @pfoglia2

Soffriamo perché non vogliamo le cose brutte…

Per stare bene si deve accettare non solo il bello, ma anche il brutto della vita.

bell-e-cattivo-tempoTante persone mi chiedono un consiglio che li liberi dai pensieri negativi, dalle difficoltà, dai problemi. Ho così maturato la convinzione che i pensieri fissi sono causati da problemi di natura mentale e non reali. Spesso noto una scarsa forza di volontà e di carattere.

Se la mente predomina in maniera eccessiva, non è in sintonia con il corpo e quest’ultimo si sente oppresso, impotente e poco vitale. Mente e corpo devono collaborare, altrimenti si fallisce in continuazione, oppure s’impazzisce.

I disagi sono prodotti  più dalla mente che dalla realtà. La realtà infatti è neutra, ma la mente, che è spesso a corto di informazioni, interpreta i fatti in maniera contorta e oscura e vede negatività anche quando non ci sono, ingigantendo arbitrariamente le difficoltà.

I problemi di per sé non sono un male, sono anzi un mezzo formidabile per crescere. Superata una crisi, diventiamo persone migliori di prima, più forti e intraprendenti, con maggiore fiducia in se stessi, più sicurezza e assertività.

Più si accettano le sfide uscendo dalla propria zona di sicurezza e più si fa esperienza e si diventa sicuri di sé e fiduciosi nei propri mezzi, quindi anche più felici, più saggi e responsabili. Ovviamente, non è mai tutto oro quello che luccica, nel senso che per avere tutti questi benefici, dobbiamo pagarne il prezzo… che è rappresentato dallo stress (soprattutto iniziale) per l’apprendistato.  Senza impegno, decisione e azione nessuno ottiene risultati positivi.

Insomma, noi cresciamo proprio grazie alle difficoltà e agli errori. Se non incontrassimo difficoltà, resteremmo mentalmente bambini per tutta la vita! E badate bene, non è vero che i bambini sono sempre felici. I bambini, infatti, passano rapidamente dal pianto alla gioia e viceversa, prerogativa che gli adulti perdono strada facendo. Gli adulti imparano a lamentarsi, a giudicare e a maledire il prossimo concentrandosi sulle proprie sfortune e sulle ingiustizie della società, restando abbacinati dalle presunte fortune degli altri…

In realtà, tutti hanno le proprie difficoltà, i propri disagi, le proprie insoddisfazioni. Anzi, più gli uomini sono potenti e più grandi sono i problemi che devono affrontare e le umiliazioni che subiscono.

Gli adulti commettono l’errore di concentrarsi sulle difficoltà che desiderano evitare, anziché focalizzarsi sulle cose che vorrebbero ottenere. Ed essendo concentrati sulle difficoltà, non si accorgono delle tante opportunità che si presentano per realizzare i propri desideri. La fissazione della mente sulla negatività ci allontana dalla creatività, dall’azione, dai risultati positivi e dalla soddisfazione inducendoci alla procrastinazione e al pessimismo.

I problemi sono nella mente, non nella realtà.

La verità è questa: noi soffriamo perché vorremmo soltanto il bello dalla vita e rifiutiamo decisamente il brutto che inesorabilmente ci colpisce. Le cose negative preferiremmo lasciarle agli altri… Ma negli altri siamo compresi anche noi.

Per stare bene, si deve accettare serenamente sia il bello e sia il brutto della vita. Questo precetto riguarda anche la vita di coppia. Le coppie incontrano enormi difficoltà perché la vita del singolo è già difficoltosa e complicata, e perciò la vita a due lo è ancora di più; ma se si riesce a superare gli ostacoli, si diventa migliori e sempre più felici. La vita spesso si assapora soltanto dopo molti anni di matrimonio…

Tutte le sofferenze derivano dal fatto che non accettiamo le cose negative, come per esempio i dispiaceri, i fallimenti, gli errori, le critiche, le disattenzioni, ma sono proprio le cose brutte che ci fanno crescere e migliorare e così diventiamo più saggi, equilibrati e maturi…

La cosa più importante in assoluto è accettare la realtà, ossia sia le cose belle che quelle brutte, senza drammatizzare e sentirsi in colpa, incapaci, sfortunati, immeritevoli e inadeguati: soltanto accettando la realtà, troviamo finalmente la pace e apprezziamo la vita.

Ogni essere umano si accoppia con la persona più giusta per lui o lei in quel dato momento. Ma strada facendo, si accorge che la vita di coppia è fatta di rose e di spine, e non sapendo che si tratta di una situazione universale, ne attribuisce le colpe al partner, senza riconoscere obiettivamente i propri limiti e la propria parte di colpe. E rompendo il legame, va incontro ad altri guai.

In realtà, anche se il partner fosse perfetto, nessuna moglie e nessun marito ne sarebbe felice per sempre. Ben presto, si sazia e stanca delle sue cose buone dandole per scontate, e la mente si fissa su quei pochi difetti e nei – che ci sono anche nelle situazioni migliori perché nessun essere umano è perfetto – ingigantendoli e rendendoli insopportabili. A un certo punto, il partner agli occhi dell’altro partner perde tutti i pregi che aveva e mostra soltanto difetti, anche se quella stessa persona una volta era ritenuta meravigliosa. (Qui centra la frustrazione del bisogno di varietà, anche e soprattutto sessuale).

Inoltre, è completamente assurda la pretesa di migliorare il partner; quindi l’accettazione della persona così com’è, è l’unica via praticabile per trovare l’armonia di coppia.

Non siamo noi che guidiamo la nostra “nave”, ma è la mente che guida noi. E la mente, quando non sa come affrontare i problemi per carenza di informazioni, va in tilt e finisce per ingigantirli e aggiungerne altri. Dovremmo invece concentrarci sul senso di gratitudine, sulla contentezza e sul senso di responsabilità guardando la vita con ottimismo e non come una condanna perché nessuna cosa negativa è permanente.

I problemi li crea la nostra mente. La realtà in sé non è brutta, ma la nostra mente la rende tale perché non l’accetta, perché non è mai contenta e perché fa paragoni… inseguendo chimere irraggiungibili. E così non scorgiamo la bellezza della vita che sta proprio nei suoi alti e bassi, nella sua mutevolezza e incertezza, persino nei cambiamenti di umore così frequenti, improvvisi e apparentemente inspiegabili, e restiamo sempre più prigionieri delle nostre fissazioni e ossessioni, dei nostri eccessivi attaccamenti, e soprattutto sbagliamo rifiutando gli eventi negativi e tutto ciò che non ci piace…

La nostra vita è letteralmente impregnata dell’ incertezza e della mutevolezza del tempo: belle giornate di sole si succedono inesorabilmente ai temporali. La Terra con le sue stagioni e i suoi ritmi è dentro di noi. Ma la mente non accetta il cattivo tempo…, non ne accetta la mutevolezza, e più non lo accetta, più il cielo dentro di noi ci sembra buio anche in piena estate.

La mente vaga autonomamente, va dove vuole, e se la lasciamo fare ci porta nei vicoli ciechi del passato impregnato di brutti ricordi, o ci mette davanti scenari di un futuro burrascoso. Occorre perciò allenare la mente a vivere nel presente, ossia nell’azione, con l’intento di ottenere il meglio, evitando gli eccessivi attaccamenti e le aspettative esagerate.

Per vivere nel presente, nel qui e ora, occorre mettere attenzione nelle cose che facciamo, evitando assolutamente di fare una cosa e pensare ad altro. Io per esempio mi sono abituato a contare i sorsi quando bevo dalla bottiglia, quando guido sono attento alla strada davanti a me, quando leggo sono concentrato su ciò che leggo e così anche quando scrivo, quando lavoro in campagna penso soltanto alle cose che faccio, quando gioco con i miei nipotini mi assorbo nelle loro performance, e quando poso le chiavi della macchina mi dico che le sto posando su quel dato posto così le trovo subito: insomma, la mia costante attenzione all’adesso mi rende sereno e rilassato e posso fare a meno della…meditazione.

Occorre stare attenti a non costruirsi con i propri pensieri negativi false storie di sofferenza e di solitudine. E’ necessario indirizzare la propria mente verso il positivo anziché verso il negativo assumendo un atteggiamento gioioso, grato, volitivo e responsabile, accettando anche i momenti bui perché nella vita niente è permanente e tutto cambia in continuazione, anche se al momento siamo depressi e sfiduciati. Spesso proprio dal male nasce il bene.

Per diventare bravi in qualcosa è necessario impegnarsi molto per superare le tante difficoltà che s’incontrano e ritrovare dopo ogni caduta l’entusiasmo e la voglia di fare, di agire e di vivere assertivamente.

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