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Pillole di recensioni: Antipodi; Sempre meglio della realtà

Creato il 17 giugno 2015 da Mik_94
Pillole di recensioni: Antipodi; Sempre meglio della realtà Titolo: Antipodi Autore: Raffaele Napoli Editore: CasaSirio Numero di pagine: 230 Prezzo: € 14,00 Il mio voto: ★★★½ La recensione: Con gli esami, scelgo i libri da leggere in base al numero di pagine. Perché se leggo libri lunghi poi lascio il blog in coma, le mie recensioni latitano, non riesco a districarmi tra manuali universitari e hobby. O una cosa o l'altra. Ma io non so scegliere un paio di jeans, quindi immaginatemi alle prese con l'amletico dilemma. Quando posso uso scorciatoie segrete e argino il problema: un romanzo sulle duecento pagine e via. E' nel periodo della estiva che si annidano le stroncature. Non che un romanzo breve sia per forza fiacco, ma sì, spesso è così: mi danno l'aria dei riassunti e va a finire che non mi ci appassiono. In questo 2015, a sorpresa, Antipodi è il primo esemplare in cui mi imbatto ad unire l'utile e il dilettevole. Mi è venuto in aiuto, con le sue duecentoventi pagine e il formato dei tascabili, e mi è piaciuto parecchio: ha riempito il tempo, e gli ha dato un senso. Quando tutto quel che cercavo era una lettura d'evasione dotata di personalità. Merito di questo Raffaele Napoli, che un novellino non è. Ha una formazione da sceneggiatore e si nota. Nei dialoghi concitati, nelle scene vivide, in pagine che sanno dire il giusto. Nome di punta di una casa editrice pop e giovane – la CasaSirio – Napoli si rivela un abile intrattenitore e un narratore che dà equo spazio a personaggi quotidiani e a spunti nuovi. Cosa avranno mai in comune Marco, imprenditore dalla famiglia perfetta, e Luca, giovane di belle speranze che magari hai incontrato oggi, alla cassa del supermercato? L'amore per la stessa donna. E l'amore – “che move il sole e le altre stelle” – fino a cosa può spingerti? Dopo un incipit che cattura – un uomo nudo in un parco spagnolo, con parenti dall'altro capo della cornetta che ignorano chi sia – Antipodi, che sembrava una storia di stalker e doppie vite, si colora di fantasia. E' un intreccio alla The Twilight Zone, quindi dovete lasciarvi andare; crederci. Avrei voluto che qualcuno me lo dicesse, perciò ve lo dico, sciamani meridionali e metempsicosi non vanno d'accordo col thriller psicologico, ma la mia smorfia iniziale è durata poco. Poi ho imparato i passi. Più si prosegue, più ci si accorge infatti che migliora. Difetto: la teoria suggestiva dei sei gradi di separazione – sarà quindi un caso che mi abbia ricordato il romanzo 6 – Il numero maledetto? -, la stessa che all'inizio si fatica ad accettare, è spiegata coi toni di Wikipedia. La prossima volta, più elaborazione personale. Napoli già sa come raccontare una storia – anche le paradossali – e gestisce il doppio punto di vista meglio degli americani. Due voci che si alternano, due narratori che solo a volte sono sullo stesso piano: agli antipodi, altrimenti, come il titolo suggerisce. Fino a un finale, almeno, che arriva in fretta e che suona definitivo e giustissimo. Il Karma ha regole tutte sue, e un senso dello humor che adoro. La magia, allora, non ha scampo. What goes around comes around.
Pillole di recensioni: Antipodi; Sempre meglio della realtà Titolo: Sempre meglio della realtà Autore: Daniele Titta Editore: CasaSirio Numero di pagine: 200 Prezzo: € 13,00 La mia recensione: E pensare che quando Jessica - portavoce delle idee nuove della nuova CasaSirio – mi aveva contattato, mi aveva proposto proprio questo libro. L'altro, Antipodi, era un omaggio; una sorpresa che non mi toccava. Buffo, perché io sono intollerante sia ai racconti che alla pura fantascienza, ma la possibilità di recensire Sempre meglio della realtà mi allettava. Nonostante trovi che in racconti così brevi non ci sia spazio per lunghi ricordi, nonostante nella mia prima adolescenza abbia sperimentato i segreti del genere con i tascabili targati Urania – e in Daniele Titta c'è molto di quelli – senza riuscire a farmeli piacere. Questione di gusto personale. Io sono un lettore – e un essere umano – con i piedi per terra, particolarmente scettico verso l'ignoto. Altro motivo per cui non leggo racconti: come dovrei recensirli? Uno a uno, tutti insieme, in generale o nel dettaglio? Sempre meglio della realtà – con le sue otto trame – mi ha messo in una di quelle situazioni difficili. Posso dirvi genericamente – non saprei come altro fare, sennò – che ci sono elementi che ho trovato degni di nota, altri meno; storie belle e storie brutte. Alcune di cui avrei letto un intero romanzo – ad esempio, una distopia con gli echi del mito di Orfeo e Euridice; i segreti sanguinosi tra due fratelli e, ancora, tra una madre e suo figlio; l'amore distante tra un astronauta tornato sulla terra e un'aviatrice improvvisata -, altre di cui avrei fatto francamente a meno – il marito di una donna gravemente disabile che si trasforma lentamente in lumaca; un incomprensibile individuo che ha rapporti sessuali con il suo appartamento, come in una puntata di Io e le mie ossessioni. A volte è strano, ma bello. Altre volte è strano e basta: troppo sopra le righe per me. A fare da sfondo a tutti questi uomini e a tutte queste donne, il panorama di una sconosciuta apocalisse: la navicella di Lucifero sospesa nei cieli, la popolazione che si trasforma in mostro, la perdita di certezze. Oggettivamente, Daniele Titta scrive benissimo – tant'è vero che, a volte, senza quella prosa puntuale e incisiva, avrei abbandonato l'avventura davanti all'ennesima scena impossibile; anche meglio del collega Napoli, che invece ha il dono della sintesi di tutti gli sceneggiatori del mondo. Però fa un genere che non ci mette d'accordo, ed è giusto così. Fortunatamente ho l'altro romanzo per parlarvi con convinzione di una casa editrice che dà spazio a firme sconosciute, ma notevoli. Questo l'ho letto in un giorno, ma lo consiglierei esclusivamente agli amanti di un genere che non mi convinceva prima e, nonostante il buon Titta, non sa farlo nemmeno ora. Sempre meglio di niente. Sempre meglio della realtà. 

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