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Pontifex: il Twitter, il blog

Da Fioridilylla @c_venturini

Pontifex: il Twitter, il blog

Profilo Twitter del Papa

Scrivere di Pontifex è complicato. Non è possibile parlarne in modo oggettivo. Non per me, almeno. Sia che si tratti del profilo Twitter, sia che si faccia riferimento al blog integralista, la questione è ostica e... molto, molto stimolante. Fra i cinguettii e le invettive di stampo talebano ci sono alcune campagne "sociali" che potrebbero segnare letteralmente la fine di un'epoca. Parlo della questione legata al femminicidio (che ha scatenato l'ira di [@Id]Dio, e non per scherzo). Parlo della pedofilia e mi riferisco anche alla questione che connette una scelta sessuale personale (l'omosessualità) con la pace nel mondo (il cui collegamento mi sfugge, #sapevatelo [gergo twitterese]). La questione è interessante anche perché c'è una rivoluzione culturale in atto. L'aurea di intoccabilità è volata via.
Su Twitter si insulta il Papa. Per alcuni è il divertimento quotidiano. In alternativa, lo si provoca con domande incalzanti, temi ustionanti e ragionamenti simil seri. Lo si mette in discussione e, cosa mai avvenuta in 2000 anni di storia mondiale, lo si tratta ... come un utente qualsiasi, senza incensi, senza lodi. Niente "Sua Maestà", "Sua Santità", "Sua Generosità", "Sua suprema qualche cosa". Semplicemente #ponfitex, hashtag usato in tono colloquiale, quasi amicale, spesso con note di sfottò tanto agro e poco dolci. Metaforicamente parlando, la gente risponde ai tweet di #pontifex con sbadigli virtuali. Talvolta si incontrano ancora dei rari esemplari di "misticanza" e "devozione". In tutte le lingue del mondo, comunque, il Papa ascolta (?) il disprezzo delle "percorelle smarrite" e dei "miscredenti", per usare una parola tipica del blog omonimo. In molti si sono chiesti quanti rituali contro il @Diavolo si stiano consumando in Vaticano, quante volte venga benedetto il computer su cui lavora la povera squadra di community manager che deve gestire i sette profili del Papa (gli unici che segue, tra l'altro). Ironia a parte, verrebbe da dire: un'occasione sprecata.  Tutto iniziò dalla constatazione che i versetti del Vangelo potevano entrare nel guazzabuglio comunicativo dei 140 caratteri. Brevi, tanti, riempivano un piano editoriale triannuale solo con la loro semplice presenza. Scritti da altri, tra l'altro, con tecniche di story-telling perfette: questo semplifica di molto l'attività di creazione di contenuti. Figuriamoci aggiungerci tutte le informazioni pretesche, il calendario dei santi, dei martiri, dei rosari, delle beatificazioni, delle convocazioni! Figuriamoci includerci i video delle messe in tutte le chiese d'Italia e figuriamoci includere anche tutti contenuti prodotti dalle affiliate in franchising cattoliche, in Italia e nel mondo. Vogliamo parlare poi dei 3x2 sulle vacanze a Roma, gli sconti per i bus turistici, le super maxi offerte negli alberghi vaticani o del circondario? Vogliamo parlare dei last minute per Lourdes oppure dei voli per Gerusalemme con transfert incluso? Che dire, poi, dell'elevata offerta formativa, del mondo della psicologia rigorosamente cattolica e di tutto l'indotto che sopravvive alla crisi grazie alle vagonate di turisti e seminaristi prodotti? Insomma: un potenziale di tweet e retweet da vortice, che fa venire il mal di testa, mi direte! Un sistema solare intero di contenuti e un bacino di potenziali utenti extra-enorme (sono ancora tanti i credenti nel Vaticano e sono tanti i fedeli di Gesù). Ma!  Con tutto questo ben di Dio di contenuti dove ci si arena? Nella propaganda. Nel silenzio davanti alle questioni importanti. Non che il Vangelo non lo sia, per carità: anche gli auguri e le benedizioni fanno comodo però... però i social network non sono fatti per essere usati in modo autistico. Il papa segue solo sé stesso. Dei tanti feedback offerti dagli utenti mondiali, non coglie nessuno spunto per intavolare un vero discorso con i suoi fedeli. C'è da chiedersi se la situazione sarebbe diversa se fosse possibile allegare ai tweet le famose "buste" oppure dei sacrifici umani propiziatori. Rimane il fatto che la gente parla da sola. Anzi: parla con gli altri, ma non con il Papa. Se volevano mantenere le distanze con il popolo, era sufficiente continuare ad investire nelle politiche economiche e di partito normalmente utilizzate! Prendiamo la citata pedofilia: difficile, arduo, complicato parlarne. Eppure sarebbe una base pazzescamente utile per iniziare a creare una sostanza diversa nella community di riferimento (prima o poi la dovranno creare, no?). Il Papa non è un opinion leader, al momento, secondo me. E' un centro di interesse, ma i suoi contenuti non spostano di un millimetro l'interesse del lettore nei confronti di cosa c'è scritto veramente nei testi sacri cristiani. Leggo #pontifex e mi allontano ancora di più dall'idea di andare a messa... anche solo una volta l'anno, a Natale, perché a Natale tutti sono più buoni. Tornando seri: altro abominio e grave perdita, secondo me. Parliamo del Vangelo, per esempio. Il Vangelo potrebbe essere paragonato a due braccia colossali colme d'amore. Cosa di cui tutti noi abbiamo bisogno, più dell'acqua, per sopravvivere alla vita, qualsiasi tipo di vita, anche la più agiata. Quindi: il Vangelo serve, cura, potrebbe essere uno strumento rivoluzionario per aiutare la popolazione mondiale a fare un passo in avanti verso una condizione intellettuale maggiormente sviluppata. Il guaio è che in tutto ciò entra la politica, la demagogia, l'interesse personale, il profitto, la corruzione, il riciclo di denaro di vario genere, l'abuso su vasta scala. Anche su Twitter!! Non sono sufficienti i comizi spacciati per messe. Anche Twitter deve essere intasato dalla falsità di messaggi lontani anni astrali dal messaggio di Gesù! Capite perché non è possibile parlarne con oggettività: perché questa è una perdita per l'umanità intera. Non si può essere distaccati, davanti a questo. Mi chiedo quanti vaticani siano a conoscenza della parola di Dio, di quella vera, intendo. Non della dottrina o dei mantra che caratterizzano alcune sette pseudo cattoliche. Da generazioni manca la parola di Dio dai pulpiti delle chiese. Direi che è un periodo molto simile agli anni della vendita delle indulgenze e, ad occhio e croce, perché di croce si parla, un nuovo Lutero potrebbe essere alle porte. Twitter sarebbe l'ideale, tutto sommato. Eppure, anche su Twitter tutto questo manca. Nonostante lo strumento, nonostante il megafono, nonostante l'attenzione mediatica mondiale: MANCA! La rivoluzione tecnologica, informatica, è una questione seria. Il web è combattuto dai governi e il Papa sta cercando di entrare in un luogo che non può imbrigliare. Il problema è che oltre a entrarci, dovrebbe farci qualcosa con tutti questi trecento mila follower. Rispondere, per esempio, ogni tanto. Dire qualcosa di interessante e di concreto, ogni tanto. A mio avviso sta scegliendo la strategia comunicativa sbagliata. Il popolo di Twitter chiede a gran voce che siano affrontate le questioni importanti, che ci sia rinnovamento, che il Vaticano lasci la presa sulla politica interna ed estera italiana, che la comprensione e l'accettazione delle differenze non sia ad appannaggio dei soli che accettano di sottostare ai dettami del #pontifex di turno, rinunciando alla propria indipendenza intellettuale, al proprio sviluppo sessuale e sociale perché Santa Madre Chiesa ordina, nega, impone, sibila. Questa è la più bella occasione che poteva capitare fra le mani della Chiesa, se ci pensate: finalmente l'occasione adatta per un rinnovamento tanto agognato e mai affrontato. La cosa divertente è che il popolo di Twitter chiede qualcosa di molto cristiano. Dall'altra parte, però, c'è il silenzio e l'auto-following. Non invidio i community manager che leggono l'ira furibonda della massa ogni giorno, a ogni ora e devono fare i conti con le limitazioni imposte dall'etichetta di corte vaticana. La gente di ogni parte del mondo ha bisogno d'amore e il Twitter del papa può ancora diventare una sorgente di speranza, molto più dell'Angelus, molto più dei foglietti prestampati che si leggono per celebrare un rito sentito intimamente dai sacerdoti solo in rari momenti, secondo me. C'è tanto bisogno d'amore e c'è un bisogno disperato del messaggio rivoluzionario e portentoso portato da Gesù Cristo in un'epoca lontanissima. Abbiamo bisogno di credere e abbiamo bisogno della fede: è una questione psicologica e antropologica. Un bisogno innato, un'esigenza di sopravvivenza, uno stimolo mentale, intellettuale e cognitivo.  Non abbiamo bisogno dei conati di vomito sapientemente e tenacemente descritti nel blog Pontifex. Fa parte di una schiera di siti dal marcato stile fobico nei confronti di qualsiasi cosa possa risultare innovativa, diversa, in contrasto. Parlare delle politiche editoriali di questo sito talebano è complicato perché la cosa spaventosa non sono i contenuti (da denuncia), ma il seguito. Dicono di avere 30.000 visitatori al giorno. Grazie anche alla questione del femminicidio, il sito ha avuto un incremento di visite del 190%, secondo Alexa Trafic e le parole chiave più utilizzate per entrare nelle sue pagine sono "pontifex", "alieni 2012" e "mistero italia 1". Si deve scorrere undici parole chiave per trovare il primo accenno a qualcosa di cattolico ("medjugorje"). 560 sono i siti che linkano questo blog e, all'interno delle sue stesse pagine si trovano molti riferimenti a blog correlati che sostengono le campagne contro le donne e la libera informazione in generale. La domanda sorge spontanea: che cosa dice il Papa di questo sito?  E voi che idea vi siete fatti di queste due "novità" sul web? 

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