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Post-gara Gran Premio di F1 d’Australia 2011

Da Tuttoqua

Ci siamo! A 4 mesi e mezzo di distanza dal disastro Ferrari di Abu Dhabi, e’ ripartito il Circus piu’ veloce del Mondo.

E come e’ ripartito? Cosi’ come era finito, anzi peggio. Ma prima di infilarci in questo oscuro tunnel, vorrei esordire citando Cesara Buonamici, conduttrice del TG5 di ieri sera (domenica):

“trionfo di Vettel ma anche trionfo della tecnologia italiana con le gomme Pirelli”.

Ehm… Cesara, le gomme sono le stesse per tutti. Chiunque vinca, la Pirelli vince sempre.

Andiamo bene…

Ma torniamo alla corsa. Evidentemente e’ presto per tirare conclusioni che abbiano un minimo di oggettivita’, ma alcune cosucce interessanti si sono gia’ viste.

Prima di tutto la RedBull e’ un mostro, e se lo era l’anno passato stavolta e’ pure peggio (o meglio, dipende dai punti di vista). Il tedeschino campione in carica ha dominato l’intero weekend, e ha vinto con una facilita’ disarmante.

E, NOTA BENE, la RedBull non ha nemmeno il KERS! Figuriamoci se l’avesse! Si, Webber non ha brillato come il compagno, arrivando quinto, ma sicuramente non e’ in palla come il tedesco e, soprattutto, ha pagato una strategia sbagliata (ha montato le gomme dure dopo il primo stint).

Ma se questa e’ la RedBull, allora in casa Ferrari, come pure altrove, c’e’ da essere fortemente preoccupati.

Ma anche la McLaren non scherza: e’ indietro, ma e’ senz’altro la migliore delle inseguitrici. Penoso, per il cuore dei ferraristi, dover assistere agli attacchi di Button a Massa in avvio di gran premio. Pur non essendo Button, come dire, un noto aggressore, riusciva ad insidiare il brasiliano con una facilita’ disarmante. E’ arrivato sesto, ma solo a causa del fatto di averlo superato tagliando una curva e di essere stato penalizzato con un drive-through, altrimenti di punti a Maranello ne sarebbero arrivati ancora meno.

E poi c’e’ la Lotus Renault, che se e’ riuscita a fare cassa con Petrov (che e’ buon pilota, intendiamoci!), chissa’ cosa avrebbe combinato con Kubica. A proposito: mi aspettavo una livrea emozionante in stile Lotus di Ayrton, ma il realta’, sara’ che le auto sono cambiate tanto, sara’ che i colori non mi sembrano esattamente gli stessi, ma l’immagine non suscita alcun ricordo piacevole. Per carita’, brutta non e’, ma non e’ la stessa cosa. Peccato…

La sintesi, dunque, e’ che la Ferrari non solo sembra indietro, ma appare ancora piu’ in difficolta’ di 12 mesi fa. Massa accusa le gomme, ma si sa che Massa deve sempre dare la colpa a qualcuno/qualcosa che non sia egli stesso. Peccato che fino a 5 minuti prima del Gran Premio avesse sempre tessuto le lodi delle coperture italiane.

Insomma, Filippino, lo vuoi capire che sei un pilota medio e niente di piu’? E’ una vita che lo diciamo, siamo tutti convinti, manchi solo tu. Dai, unisciti!

Discorso diverso con Alonso. A parte la strategia migliore, ma il manico c’e’ sempre, tolta la falsa partenza (da quinto a nono alla prima curva). Diciamo che puo’ succedere, diciamo che siamo alla prima gara, diciamo che c’e’ l’emozione, diciamo che le gomme erano fredde (valeva per tutti), diciamo tutto quello che vogliamo dire per concedere il beneficio dell’inventario, ma speriamo che lo spagnolo ci risparmi qualcuno degli errori che hanno sicuramente compromesso il titolo nel 2010.

Ma veniamo al tema scottante: la macchina. Dovendo giudicare dai tempi di Alonso nell’ultimo stint, verrebbe da dire che quando il serbatoio e’ leggero e le gomme sono (finalmente!) calde, la monoposto vada, e sia all’altezza dei primi.

Quindi, siamo sempre li’. La Ferrari non riesce a capitalizzare la fase di avvio, causa enorme, immensa, inaudita difficolta’ a mandare in temperatura le gomme. E quindi, altro che Pirelli, succedeva lo stesso con le Bridgestone! E questa e’ sicuramente la ragione per cui da quelle parti si soffre molto pure in qualifica, dove i giri sono pochi e bisogna mettere a terra tutto e subito. E’ chiaro allora che se parti male e ti ritrovi nel gruppo mentre quelli davanti ti danno 30 secondi in 15 giri, non ci sono manico e strategia che tengano!

Si tratta, dunque, di un problema cronico, che a Maranello non riescono proprio a risolvere. Saranno i flussi, sara’ l’assetto, sara’ la distribuzione dei pesi, sara’ tutto quello che ci viene in mente, ma io continuo a ritenere che il motore Ferrari sia sempre molto assetato, e che sia necessario partire con “qualche” chilo in piu’ di carburante, e che quindi la macchina sia mediamente piu’ pesante in avvio. Si vedra’… Sta di fatto che l’attitudine del management continua a non piacermi. A Maranello ci serve gente che guardi la concorrenza dall’alto in basso, non che tenga lo sguardo sempre a terra e che dica “stiamo lavorando… vedremo se avremo fatto un buon lavoro… siamo fiduciosi…”, salvo poi prenderselo in saccoccia e tornare a casa con la coda fra le gambe promettendo di lavorare di piu’. Va bene, ma non basta.

O fai come Todt che non diceva niente a nessuno e vinceva tutto, oppure fai come il Drake, che mandava tutti a cagare, che sfidava il Mondo a testa alta e che quando perdeva si dava per primo del coglione, salvo tornare subito a casa e fare un mazzo cosi’ a tutti. In provincia di Modena si sono vinti decine di titoli cosi’, e non e’ il caso di diventare dei molluschi tutto d’un tratto!

Ma riprendiamoci, e passiamo pure alla fesseria piu’ grossa del nuovo regolamento: il DRS.

Ovvero Drag Reduction System. Ricorderete come l’anno scorso molte scuderie si fossero attrezzate, strada facendo, per poter modificare alla bisogna il flusso d’aria sull’ala posteriore, in modo che questa, in alcune situazioni, stallasse generando meno deportanza sulla vettura e consentendo di guadagnare alcuni Km/h.

Quest’anno e’ diventata Legge, quindi e’ stato introdotto e regolamentato un dispositivo che il pilota puo’ controllare dall’abitacolo con un apposito pulsante. La pressione del quale solleva una parte dell’ala posteriore, riducendo la superficie dell’ala stessa, e quindi il “drag”, cioe’ l’effetto di frenata (che genera una spinta verso il basso). Eccovi un  bel disegnino che funziona meglio e piu’ di tante parole:

Post-gara Gran Premio di F1 d’Australia 2011

Peccato che:

  • Lo puo’ utilizzare solo il pilota che segue. Cioe’ chi sta dietro puo’ beneficiarne, chi sta davanti si fotte;
  • Il pilota che precede deve trovarsi a non piu’ di 1 secondo di distanza (hanno il radar?);
  • L’auto che segue deve trovarsi in una sezione della pista ben identificata e stabilita prima della gara;
  • Il DRS puo’ essere usato solo una volta al giro e mai nei primi 2 giri (non ci sono limitazioni durante le prove e le qualifiche);
  • il DRS, in caso di safety car, puo’ essere utilizzato solo dopo almeno due giri che la stessa sia rientrata ai box (e vabbe’, su questo…).

Insomma, e’ pur vero che si tratta di un sistema che dovrebbe favorire i sorpassi e quindi lo spettacolo, ma mi sembra una cosa molto stupida. Sia per il fatto stesso di esistere, perche’ si vuole ovviare all’aver costruito piste e definito regolamenti che ostacolano i sorpassi in ogni modo, sia per averlo regolamentato in modo cosi’ assurdo, e sia per aver dato al pilota un ulteriore elemento di distrazione durante una fase cosi’ cruciale e rischiosa.

Rispetto a quest’ultimo punto poi, gia’ m’immagino il pilota di turno che con una mano aziona il DRS, con l’altra il KERS, e con l’altra tiene lo sterzo e guida.

Buona stagione a tutti!

AGGIORNAMENTO: Massa da nono si piazza settimo, causa la squalifica di entrambe le Sauber (Perez settimo e Kobayashi ottavo) per irregolarita’ all’ala posteriore.


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