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Creato il 24 giugno 2015 da Pedroelrey

Le noti­zie di oggi su media e comu­ni­ca­zione che, secondo noi, non potete perdervi.

  • Press Release - Com’è fatto un vero comu­ni­cato stampa di Che­vro­let tra emoji e suc­ces­sive release non crip­tate. Interessante!
  • World­wide Mobile Inter­net Con­nec­tions — Il World Eco­no­mic Forum pub­blica gli ultimi dati dispo­ni­bili sulle con­nes­sioni ad Inter­net in mobi­lità. Nono­stante l’elevatissima con­cen­tra­zione di tele­fo­nini l’Italia è sotto la media OECD.
  • Nasce l’Instagram delle Noti­zie - Nasce Kite a cavallo tra l’aggregatore di noti­zie e il social net­work, con una spic­cata voca­zione al mobile, tra­sforma l’esperienza di navi­ga­zione del let­tore. Le rac­co­man­da­zioni non sono create da algo­ritmi ma dalle per­sone con cui ci col­le­ghiamo e/o seguiamo e la search nel bro­w­ser viene sosti­tuita dai social. Da tenere sotto osservazione.
  • Peri­scope — Dopo l’entusiasmo ini­ziale il buzz [e l’uso?] su Peri­scope sem­bra essersi note­vol­mente ridi­men­sio­nato. Comun­que sia, Nestle sarà il primo brand a lan­ciare delle social video clip uti­liz­zando Peri­scope. Espe­ri­mento da seguire.
  • Ricet­ta­zione - Al diret­tore del set­ti­ma­nale che acqui­stò e pub­blicò i cele­bri scatti “rubati” di Mr.B a Villa Cer­tosa in com­pa­gnia di “gio­vani ospiti”, non può essere con­te­stato il reato di ricet­ta­zione se manca la prova di un van­tag­gio eco­no­mico o di car­riera. La Cas­sa­zione annulla la con­danna della Corte d’Appello e rin­via per un nuovo giudizio.
  • Quo­ziente digi­tale — Ana­lisi di McKin­sey di 150 tra le prin­ci­pali mul­ti­na­zio­nali del mondo per veri­fi­care le buone pra­ti­che secondo 18 para­me­tri che danno ori­gine al “quo­ziente digi­tale”. Inte­res­santi sia i risul­tati che il det­ta­glio dei para­me­tri presi in considerazione.
  • Frodi nella Pub­bli­cità Online — Metà, o più, del display adv  che ad net­works, media buyers, e agen­zie hanno ven­duto ai loro clienti non è mai com­parso davanti ad un essere umano. Una frode che coin­volge ampia­mente anche gli edi­tori e che si stima valga la bel­lezza [si fa per dire] di 7.5 miliardi di dol­lari. Come fun­zioni e, soprat­tutto, come porvi rime­dio il più pos­si­bile, nell’arti­colo “The Alle­ged $7.5 Bil­lion Fraud in Online Advertising”

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Altre noti­zie e segna­la­zioni su media e comu­ni­ca­zione nella nostra pagina Face­book e, ovvia­mente, su Twit­ter. Buona lettura.


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