Magazine Diario personale

Pray for Paris

Da Patalice
Pray for ParisAvevo pronto un post.
Parlava smaccatamente di Natale, palle di vetro e neve che cade.
Leggero.E importante in quanto tale.
Però prima di farlo, ho letto di Parigi, della tragedia, dell'ignobile nefandezza dell'essere umano, e mi sono bloccata.
L'onestà mi spinge a dire che la mia vita oggi non cambia, non è che il 14 novembre, tutt'un tratto, si cambia rotta per approdare ad una maturità dura, ad una presa di coscienza che sbaraglia gli animi e conduce in un regno senza pace; la mia vita di oggi, è uguale all'esistenza di ieri: ho sempre il raffreddore, ho mangiato mezza torta alle mele squisita, e stasera andrò a sentire Max Pezzali, tutto come se nulla fosse.
Perché non avevo parenti o amici a Parigi; perché, per quanto sia per me la città più bella del mondo, non l'ha cambiata... 
Mi rileggo cinica e superficiale, nelle brevi righe di qui sopra, ma sincera.
Di quella sincerità bastarda che colpisce senza botta lasciare, chi pensa al suo orto e poco più... 
...della serie, meglio loro che me...
Può un post più sentito, che rimpiazza uno francamente inutile, dare il beneficio della giustizia ad un'anima egoista?
No.Non sarebbe giusto, se così fosse. 
Il populismo si è fuso con il buonismo, in un abbraccio tanto stretto, che non sai dove finiscono le braccia di uno ed iniziano quelle dell'altro...
Da troppo tempo noi europei, abbiamo finto di non vedere, diventando concupiscenti sudditi di un volere che gridava alto, lontano da casa nostra; ed ora, che quella voce si è fatta arma, ed ha ghermito con violenza il nostro spazio, uccidendo le nostre persone... Ecco, ora ci tremano un po' le gambe. 
Credo negli esseri umani, ma in quelli che hanno il coraggio di essere umani, non in quelli che, per imporre il proprio credo, denigrano l'essenza della vita stessa, la sua valenza. 
[Mengoni mi perdonerà il ratto delle sue parole]
In questo mondo non siamo tutti uguali, è inutile dar fiato alla bocca, nel tentativo gigione, di un annuire a furor di popolo: NOI SIAMO DIVERSI. 
Sono estenuata dal continuo lavorio di una certa politica, di abbattere i paletti, tanto quanto mi esacerba chi gli fa prendere fuoco per aumentare le distanze. 
Siamo tutti uomini, ma le circostanze, la cultura, la religione, l'anatomia stessa, ci ha resi diversi. Questa diversità la si vuole dipanare, occidentalizzare probabilmente, e,  sicuramente, ciò non è preso ovunque bene, e le ripercussioni sono le tragedie che abbiamo visto ieri...
Non è giusto imporre; le radici sono materiale forte, eradicarle per fare posto al "nuovo" è un'azione pericolosa.
Ambedue le fazioni, se vogliamo semplificare così, sono ree di colpa.
Ma io penso, purtroppo credetemi, che l'eccessiva apertura ad un permissivismo, che andava ad assoggettare la gente a casa propria, in favore di un pensiero lontano e differente, sia stata la più classica delle gocce che fa traboccare il vaso. 
Ci saranno ripercussioni alle fiere rivendicazioni, la gente si dividerà, e come me, si riempirà la bocca, ma, come spesso accade soprattutto in Italia, dimenticheremo tutto presto. Molto presto. Facebook tra un anno, annovererà nei ricordi, quella foto "pray for Paris", che oggi abbiamo postato, magari la condivideremo, magari no...Ma poi, a meno che qualche amico o famigliare sia stato coinvolto, scorderemo tutti tutto... 
E non condanniamoci per questo, è sciocco da parte nostra, è vero.
Ma è quella sciocchezza che, comunque vada, ci porta a pensarci immortali, e, per questo, invincibili! 

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