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Pretoria e Kigali /Espulsioni incrociate e ambigua trasparenza su motivazioni e accaduto

Creato il 09 marzo 2014 da Marianna06

 

  

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Il governo di Pretoria ha espulso diversi diplomatici ruandesi e burundesi , accusandoli di spionaggio e coinvolgimento nell’attacco contro l’abitazione del generale Faustin Kayumba Nyamwasa, in esilio volontario a Johannesburg dal 2010.

In risposta Kigali a sua volta ha espulso quattro diplomatici sudafricani.

Lo riferiscono fonti diplomatiche citate dall’agenzia di stampa Pana secondo cui la mossa si inserisce in un contesto di relazioni già tese tra i due paesi.

Le espulsioni sono legate al primo attacco contro la residenza del generale, già a capo dell’esercito ruandese, nel 2010.

 Da allora l’ex alto grado ruandese è sotto la protezione dei servizi di sicurezza sudafricani ma è stato oggetto di un secondo attacco da parte di uomini armati appena pochi giorni fa.

Il generale e la sua famiglia sono scampati all’agguato solo perché in quel momento non si trovavano nell’abitazione.

E’ quanto ha precisato un comunicato del Congresso nazionale del Rwanda (Rnc), partito di opposizione, puntando direttamente il dito contro le autorità di Kigali

Kayumba Nyamwasa ha accusato il presidente Paul Kagame di aver complottato per l’abbattimento dell’aereo a bordo del quale viaggiava l’allora capo di Stato Juvenal Habyarimana che, nell’aprile 1994 diede inizio al genocidio nel paese delle mille colline.

L’ex capo dei servizi segreti ruandesi Patrick Karegeya, un altro avversario del presidente Kagame anch’egli rifugiatosi in Sudafrica, è stato trovato strangolato il primo gennaio scorso in un hotel di Johannesburg.

Parecchie ambiguità per quel che riguarda Kigali  potrebbero scaturire dalla condotta politica attuale del presidente Kagame ( il sostegno, ad esempio, all'M23 nel nord-Kivu).

E ancora c'è stato l'arresto preventivo e la dura condanna penale seguente a Victoria Ingabire.

Tutti eventi che suscitano nei benpensanti un qualche interrogativo, conoscendo la virtuosità di una piccola nazione che,proprio grazie a Paul Kagame e agli uomini del Fronte Patriottico(FPR) , si è ripresa comunque  dopo la tragedia immane del noto genocidio.

Egli,  come tutti i dittatori africani, non gradisce intralci al suo operato di regime né nel vicino, né nel lontano.

L’obiettivo quasi certo è, bisogna dirlo, quello di conservare il più a lungo possibile la leadership sua e del suo partito anche in vista di nuove elezioni nel Paese.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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