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Pride and glory - il prezzo dell'onore

Creato il 05 ottobre 2015 da Jeanjacques
Pride and glory - il prezzo dell'onore
Non ho mai avuto il valore assoluto della famiglia. Anzi, posso ben dire che non ho mai avuto un valore assoluto, perché credo che di assoluto non esista nulla - il che è un controsenso in quanto già questo può essere preso come valore assoluto, me ne rendo conto e mi scuso. Ma quello della famiglia è un tema su cui metto i proverbiali puntini sulle i perché, pur amando alla follia mio padre e mia madre, credo che il termine famiglia sia un qualcosa di molto vago e vuoto. Alla fine, cos'è una famiglia? Io credo che una famiglia sia semplicemente dove ci sia amore, sia essa composta da due padre, due madri o un membro singolo di ogni categoria. Eppure è un valore su cui si specula molto e sul quale, nel cosiddetto 'civilizzato Occidente', sorgono diversi fanatismi. Non mi stupisce quindi che proprio in un paese come l'America, che a questa tematica è attaccata in una maniera decisamente stucchevole, siano nate delle pellicole che decontestualizzano quello stesso valore così popolare e così sentito, alle volte in maniera davvero intelligente e provocatoria. E' stato a questo che ho pensato non appena ho finito di vedere questo film alla tv - cosa strana poi che in televisione ogni tanto passi qualcosa di decente.

Quattro agenti della narcotici vengono uccisi durante un raid e, di conseguenza, partono le indagini. Le ricerche dello spacciatore responsabile del massacro, sfuggito per miracolo alla carneficina, metteranno in equilibrio precario i rapporti della famiglia Tierney, da generazioni nel corpo della polizia,,,

Avevo sentito parlare molto di questo film all'epoca dell'uscita, ma la maggior parte delle chiacchiere era riguardo al supercast che troneggiava in copertina, della trama e delle tematiche trattate avevo avuto modo di sapere poco o nulla. Poi ebbi modo di vederlo in aereo mentre stavo volando verso San Francisco nel 2009, ma l'audio era inglese e il mio orecchio non si è mai abituato agli slang americani che storpiano quasi ogni parola - ovviamente di sottotitoli, siano stati essi anche inglesi, manco l'ombra. E devo dire che fino ad ora mi ero perso davvero un gran bel film, anche se in questo caso un poco si è giocato sporco, perché Pride and glory ha tutte le carte in regola per potermi piacere: attori perfettamente in parte (e dopo True detective, credo che a Farrel vengano bene solo le parti da poliziotto bastardo), una regia molto grezza con tanto di telecamera traballante, un intreccio ben studiato, implicazioni morali non da poco e delle scene di violenza estrema piazzate nel momento giusto, senza essere gratuite, e in grado di farti sentire tutto lo sporco che aleggia in quegli ambienti. Ambienti che poi sono quanto di più urbanamente degradato possa esistere, cosa che ti mette di fronte a un'umanità variegata, sia nel bene che nel male, e che lascia sempre addosso proprio per questo quel minimo di indefinita tensione. In pratica era iniziato da cinque minuti e sapevo che, a patto che non fosse successo qualche casino verso la fine, il film mi sarebbe piaciuto. Per fortuna si conclude anche in maniera davvero esemplare e porta a casa un risultato che magari non gli farà ambire alla nomea di capolavoro moderno, ma sicuramente a quella di pellicola molto meritevole. E' un film che coglie molto di sorpresa perché non ci si aspetta una simile durezza, sia a livello visivo (due scene mi hanno davvero messo a dura prova) che di tensione, senza contare che il dilemma che affronta il personaggio di Edward Norton, uno che sembra bravo in ogni ruolo che gli propongono, non può spingere lo spettatore a fare a meno di interrogarsi su come lui avrebbe reagito a riguardo. Alla fine tutti i personaggi hanno una loro turba e quasi tutto va a sfociare nel fattore famiglia: la famiglia è sempre messa a dura prova e alla fine rivela che il vero marcio, oltre che in un mondo che sembra essere fin troppo crudele, è al loro interno. Nulla è intoccabile, nemmeno i nostri cari. Siamo solo umani e quello che lasciamo alle nostre spalle è il fetido strascico del nostro passato. Non ci sono personaggi totalmente positivi, cosa che sicuramente mette buona luce su una pellicola che ha molto da offrire, e quello che dovrebbe fare la parte del buono ha il volto sfregiato da un'azione di cui non va molto fiero. Tutti sono carnefici ma, al contempo, tutti sono vittime. E' proprio questo suo non perdonare senza giudicare che rende il film del regista e sceneggiatore (figlio di un vero detective della narcotici) Gavin O'Connor meritevole di un'occhiata attenta, perché già col semplice intreccio costringe lo spettatore a mantenere la mente attiva, mentre con le tematiche lo costringe a un'analisi del mondo non troppo pesante - siamo sempre a livelli molto pane e salame, nonostante l'intelligenza con cui ogni cosa viene messa in campo - ma neppure così scontata. Qui non abbiamo colpe dei padri che ricadono sui figli, quanto il peso di una figura paterna così esemplare da essere ingombrante e la voglia di poter dare sempre più ai propri cari ad ogni costo, persino fino a perdere la propria integrità morale. La famiglia quindi è un non-valore, così come orgoglio e gloria lo sono. Perché proprio per via del fatto che nulla è assoluto, bisogna per forza mettere da parte qualcosa affinché la giustizia possa andate avanti.

Comunque, e qui sono serio, avviso tutti gli stomaci delicati che vogliono intraprendere la visione che ci sono dei momenti davvero tosti. Io vi ho avvertiti, ora fate come volete.Voto: ★ ½

Pride and glory - il prezzo dell'onore
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