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Prima la fuga, dopo la fuga, poi la fuga, infine la fuga. Appunti per un romanzo originale fin dal titolo: "La fuga"

Creato il 04 agosto 2014 da Stupefatti

di Sigismondo Venceslaoleggi la prima puntata e la seconda puntata.Ogni giorno si ripeteva quel rito "comunicativo" che mi avvolgeva. Rispondere alle mail. Scrivere su fb stati "emozionali" buoni per pochi "mi piace". Twitteggiare e ritwittare brevi news importanti eccetera. Ma non ci trovavo niente di concreto e tangibile in tutto questo. Era solo un altro modo di conformarsi al sistema ed esserne dipendente. Allora, come essere originale in tutto questo? Doveva partire prima che diventasse di moda o gli altri lo copiassero.

Lasciare tutte le certezze, abbandonarsi al caso, cercare di sopravvivere senza farsi prendere troppo dalla nostalgia. Dare finalmente un senso agli studi e mandare al diavolo venditori di prodotti inutili, facili guadagni e operatori call center. Provvidenziale arrivò un progetto di volontariato europeo per un anno in Polonia. Capire un'altra realtà e viverci più che sopravvivere alla meno peggio qui.Così andai a fare il volontario in un paese sperduto in mezzo a boschi, laghi, neve e statue di papa Wojtila. I primi tempi passavano tra festini improvvisati, banchetti, pic nic e giri in bici. Mi sentivo più un ospite di riguardo che altro. Nella scuola badavo ai bambini che non si uccidessero e speravo che imparassero un po d'inglese. Tutto andava a rilento e dovevo costantemente inventarmi attività varie per tenerli occupati e occuparmi. Spesso mi trovavo a fare da badante più che da insegnante.Quando andavo all'asilo era anche peggio. Bambini isterici, grida e urla interminabili. Per non parlare di bambini che se la facevano addosso e le lavoratrici isteriche e stressate con le quali si comunicava più a gesti che a parole.Dentro il ventre protettivo di quella scuola dell'infanzia, avevo ritrovato un senso alla mia vita. Più che intimorire i bambini, li lasciavo perplessi e confusi.In molti si chiedevano: “Come mai questo signore non parla la nostra lingua?”“Perché è straniero? Cosa significa?”.Significa che vengo da molto lontano, da un paese dove splende il sole, il mare non ha mai lo stesso colore e i frutti crescono sugli alberi e non nelle serre".

“E come mai non sei rimasto in quel bel paese?”“Perché non ero insegnante e non lavoravo”“E importante il lavoro?”“E basilare, se no i vostri genitori non possono mandarvi a scuola, non possono farvi mangiare e darvi una casa”“Tu hai una famiglia?”“Non ho figli ma ho una famiglia”.

Superata questa presentazione, i bambini mi davano dei regali, dei fogli e dei diplomi. Gli insegnanti mi ringraziavano e m'invitavano a ritornare per fare altre lezioni. Devo ammettere che essere ringraziato dagli insegnanti è bizzarro se pensi che fino ad alcuni anni fa venivi solo rimproverato da insegnanti che parlavano la tua stessa lingua e non ti capivano. Forse meglio parlare un'altra lingua e prendersi i complimenti per questo.Le lezioni continuavano e quando mi veniva chiesto di organizzare la lezione diversamente facevo ampio uso di video, film e immagini che trovavo su internet.“Volete vedere cosa si fa dalle mie parti? Ecco un bel video!”Cominciavano video trovati su internet di sagre di paese del palermitano e del trapanese presi da tv locali in cui l'audio non eccelleva e neanche la qualità delle immagini.

“Qui la gente festeggia la sagra di paese e pare divertirsi molto. Questo filmato è vecchio, sapete, ormai le sagre di paese sono cose superate dalla globalizzazione.”“Bello, sembra come quando qui festeggiano la festa del capitone o la processione pasquale".Vedete ragazzi che, in fondo, anche popoli lontani festeggiano quasi allo stesso modo”Rispondevano gli insegnanti meno stressati dato che risparmiavano fiato e rimproveri per le altre ore di lezioni.

Tutte queste presentazioni e lezioni varie attirarono l'attenzione della tv locale che, in carenza di scoop o eventi concentrava la sua attenzione su di noi. Ogni mese o quasi, eravamo protagonisti di interviste metà in polacco e metà in inglese con sottotitoli e di video di presentazione girati durante le nostre lezioni alle scuole.Eravamo delle star locali piuttosto note, tant'è che durante una serata di festeggiamenti per l'anniversario

del presidente della contea, ci viene chiesto di dare un saggio delle nostre abilità canore cantando un brano nella nostra lingua, italiano, spagnolo, inglese o russo che fosse, per onorare il festeggiato.L'inverno era calato come una bianca coperta nevosa e pallida. Io passavo la maggior parte del tempo a casa dove si improvvisavano party e cene in compagnia degli altri volontari volenterosi. Avevamo fatto circolo e ci si capiva anche senza parole.Superato l'inverno e con l'arrivo della primavera il mio bisogno di fuga si faceva sentire più forte. Abbandonavo tutto e tutti per ritrovarmi a girovagare in mezzo al bosco o in riva al lago. Quando tornavo a casa erano tutti immersi nei loro problemi e io riprendevo a scrivere sul mio taccuino.Una giornata di Maggio feci armi e bagagli e partii da solo- Dova vai?- In cerca di storie e d'avventure- Quando tornerai?- Non so. il tempo giusto per capire cosa farne della mia vita.Lei mi guardava con il suo sorriso interrogativo e curioso. Dolci labbra ingenue e lunghe chiome svolazzanti. Tu vuoi uno schiavo della tua bellezza, io un paio di auricolari, del buon vino, un viaggio in autobus e tante storie strane che si sentono in giro. Si può fare, io starò qui ad aspettarti.Ad ogni stop, ad ogni stazione conoscere gente nuova e strana. I pazzi delle stazioni custodiscono un milione di storie da scoprire, non tutte piacevoli. Ma io ho troppo poco tempo e tanta voglia di viaggiare.- Fai bene, un giorno te ne pentirai.L'inglese alla stazione mi diceva questo mentre aspettava il treno delle 5.- Io sono scappato da lì per riappropriarmi della vita e non di quello che la gente sente al tg.- Quelle sono verità di comodo per gente stupida e spenta.- Noi da domani ritorniamo a scrivere su carta!- Fanculo a chi ti dice di mettere su famiglia, aprire un conto in banca, risparmiare per la pensione.Abbiamo passato tutta la serata a dialogare io nel mio strano inglese, lui credendo di parlare italiano.Ognuno con le sue motivazioni ci siamo fatti prendere dal desiderio consumistico e via, per pub, disco e night club tanto da domani si ritorna a casa a dare spiegazioni plausibili a chi solo può immaginare il nostro viaggio.

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