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Promenade con il re dei gatti

Creato il 24 gennaio 2016 da Antonio
Balthasar Kłossowski, noto come Balthus. Il migliore commento alla sua opera è il saggio di Freud Das Unheimliche, reso in italiano con Il perturbante. Balthus perturba, inquieta. Le sue ninfe derelitte, decadenti, richiamano Lolite seducenti solo ad un lettore superficiale. Secondo Jean Clair "solo imbecilli potevano trattarlo come un eccentrico, isolato, erotomane."
Le figure posano in uno stato di languore, quasi torpore per qualcosa che hanno appena visto o per qualcosa che stanno per vedere.

Promenade con il re dei gatti

Balthus. La stanza, 1952-1954.

Figure silvane, folletti maligni scostano tende, tolgono il velo, e lasciano filtrare luce e immagini che inducono al deliquio. Il languore delle fanciulle di Balthus è spossatezza. I colori mesti, le linee dure e geometriche, volti quattrocenteschi e austeri.
L'onirico è quanto di più realistico possa concepirsi. Non c'è una realtà altra che non sia quella psicologica intima e profonda. Nessuna salvezza surrealista, nessuna concessione metafisica, nemmeno artistica, poiché l'arte è inquietudine e risolvere l'inquietudine per mezzo dell'arte sarebbe un ossimoro. Significherebbe negare l'arte fuggendola. Nessuna fuga quindi.
Balthus dipinge la soglia psicologica in cui l'infanzia non ancora dimenticata percepisce l'inevitabilità della perdita. Dipinge l'attimo di passaggio tra ciò che è stato e ciò che sarà. Un attimo atemporale, cardine tra passato e futuro. Un attimo colmo di eventi trascorsi e di eventi a venire. L'atemporalità di De Chirico è sospensione del tempo, vuoto di eventi. L'atemporalità di Balthus è nucleo del tempo, pieno di eventi.

Promenade con il re dei gatti

Balthus, Grande composizione con mensola, 1985.

Un horror vacui di eventi che procurano disorientamento, spaesamento, svenimento. Le fanciulle di Balthus sono dipinte nell'istante esatto in cui cominciano a vedere quel tempo. Balthus dipinge il disfacimento dell'età dell'innocenza.
Perché fanciulle e non fanciulli? Perché la dimensione lirica della mente subisce le ingiurie del tempo, quella razionale (maschile?) tenta di spiegarle, a volte negandole. Balthus non dipinge la negazione dell'inquietudine. I colori cupi sono quelli del pensiero non confessato, spesso ignorato dal soggetto non esercitato all'esplorazione delle zone più remote e buie. Scriveva Paul Valéry nei suoi quaderni "Quando affronti un viaggio dentro te stesso, parti armato fino ai denti". Solo dopo essere discesi negli inferi della propria anima  si può leggere l'opera di Balthus.
Fino al 31 gennaio è possibile vedere molte opere di Balthus alle Scuderie del Quirinale a Roma.

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