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Proprio una cena coi baffi

Da Pentolapvessione

Tra una cena e l’altra, tra un brindisi e una bevuta eccomi quasi pronta anche con gli aggiornamenti.
La cena di oggi è speciale. A tavola siamo in sette: E e G, V e A, F, W ed io.
Oggi è il compleanno di V – grande sostenitrice di pentolapvessione – e l’altro giorno era quello di E. V ed E sono amiche e decidono di festeggiarlo qui, io ne sono molto lusingata.
Inizio a cucinare il giorno prima: per un doppio compleanno deve essere un tripudio di piatti. In più F porta la sua celebre torretta alla moda di Mago Rabin – gelatina di mandarino o arancio (non ricordo), lingua, gelatina, gambero rosso crudo – per cui gli altri piatti devono abbinarsi a puntino!
Ai fornelli, si parte.

Sogliole allo specchio

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Sogliole 3
maionese di W 2 cucchiai
pane grattugiato 2 cucchiai rasi
prezzemolo
colla di pesce 10 g
carota
scorza di limone
sale

Morale delle Sogliole allo specchio: classica preparazione in gelatina alla Ada che prevede una moltitudine di piccoli passaggi intermedi e un compulsivo utilizzo di mille pentolini. Mi crea un po’ di ansia da prestazione per cui la preparo il giorno prima. Ammetto come sempre le mie debolezze: all’ultimo mi faccio prendere dalla pigrizia dell’ultimo pentolino e non chiarifico la gelatina che per cui risulta leggermente torbida. Ce ne facciamo comunque tutti subito una ragione. Il sapore è molto delicato, ci accorgiamo solo dopo che avremmo dovuto mangiarlo prima della torretta e non dopo.
Nel frattempo credo che le prime due bottiglie di vino siano già finite.

Polpetti in insalata

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Polpetti piccoli 1 kg
patate 6
pomodori 2
aglio 3 spicchi
prezzemolo 1 ciuffo
aceto 4 cucchiai
olio
pepe
sale

Morale dei Polpetti in insalata: come sempre provo ad imbroccare i magici 7 minuti o giù di lì, quelli che servono ad ammorbidire il mollusco prima che diventi duro, come sempre non li imbrocco per cui li cuocio per un’ora abbondante, memore degli sbagli assaggio per verificare la consistenza e li lascio cuocere ancora un quarto d’ora, li scolo, li condisco con aglio, olio, aceto, sale e pepe e poi li lascio riposare tutta la notte come ricetta prevede.
Il giorno dopo aggiungo le patate in dadini, i pomodori in filetti, il prezzemolo tritato e lascio che stringano amicizia con i polpetti e la loro marinata. Il risultato finale ci soddisfa eccome. Un’altra bottiglia è finita.

Zuppa crema di acetosa

Acetosa 2 pugni di foglioline
brodo 6 scodelle
burro 50 g
tuorli 2
crema di latte 1/2 bicchiere
formaggio grattugiato

Morale della Zuppa crema di acetosa: il reperimento dell’acetosa è un’avventura. Il mercoledì mi reco in via Galliari e inizia il summit: foto alla mano chi tra i contadini può procurarmi l’acetosa detta anche anche acetosella detta anche erba brusca? A si fa avanti, per sabato mi procurerà l’indispensabile erbetta spontanea incrociando le dita che sia quella giusta che non è poi tanto sicuro.
Il sabato vado a recuperare la borsa di acetosa e sembra proprio lei. A mi suggerisce di farla assaggiare prima agli ospiti, se non iniziano a contorcersi allora significa che è lei e la posso mangiare anche io.
“Questa zuppa è molto in voga all’estero e viene eseguita con la sola acetosa. Ma se non piace il gusto acido dell’erba, si può impiegare una parte di acetosa e tre parti di purè di altro ortaggio, o di piselli, che si aggiungono quando l’acetosa è ridotta in purè.” Visto tutto il lavoro di squadra per reperire questa benedetta acetosa e siccome non so che sapore abbia decido di scegliere la versione internazionale 100% acetosa. Il risultato finale è delizioso, tra panna, burro e tuorli forse è leggermente pesante – giusto leggermente – ma ormai lo sapete per Ada se non c’è burro non c’è felicità e non voglio assolutamente che accada alla cena di un doppio compleanno per cui non lesino, anche se i dadini di pane fritti non li aggiungo. Nel frattempo si continua a stappare con gioia.

P.S. La foto la devo rintracciare…

Tonno fresco braciato

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Tonno fresco in un sol pezzo 700 g
cipolla
olio
pepe
sale

Morale del Tonno fresco braciato: e qui succede la magia. Mentre leggo la ricetta penso che il risultato finale sarà terribile, una specie di suola di scarpa, una mensola dell’Ikea. Porto il tonno in tavola mettendo le mani avanti che più avanti non si può. In più il pezzo che compro non è adatto a questo tipo di ricetta per cui figuriamoci, sarà venuto malissimo, non vi preoccupate, non mi offendo, avanzatelo pure… altro che avanzarlo, ce lo spazzoliamo increduli in un attimo.
Vi spiego il perché della mia titubanza: Ada fa cuocere il tonno per un totale di un’ora e mezza, tempo che a me sembra infinito, trattandolo come un pezzo di carne da brasato. Ed effettivamente il suo interno è ancora rosa, morbido e sugoso… altro che mensola, si sposa perfettamente con il vino rosso in tavola!

La torta la porta V, le candeline le metto io, le bottiglie si stappano da sole, le sigarette non si contano,  V si mette i baffi, la festa prosegue!



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