Magazine Racconti

psicoanalisi casereccia

Da Guchippai
psicoanalisi casereccia
qualche tempo fa sono capitata su di un blog che un'amica aveva segnalato; ciò che a entrambe interessava era una serie di post dove veniva illustrato un metodo per scoprire e sviluppare l'artista che è dentro di noi. premetto che già questa semplice affermazione mi ha fatto venire un attacco di orticaria; oltretutto ho sempre provato profondo scetticismo per i manuali di self-help o i metodi. gli esercizi che venivano illustrati tuttavia erano interessanti e andavano ben oltre il presupposto iniziale; io li ho interpretati come un lavoro su se stessi per migliorare la qualità della propria vita. visto che sono pigra e detesto gli sforzi inutili (come sarebbe stato quello di portare alla luce doti artistiche che non possiedo o, ancora peggio, trasformarmi in uno di quei casi patetici di persone che credono di esserne dotate solo perchè si sono autopubblicate un libro e ne hanno venduto ben cinquanta copie rompendo le palle ad amici e parenti), mi sono limitata a leggere i post di quel blog e ho deciso però di seguire uno degli esercizi suggeriti: scrivere ogni giorno tre pagine (formato A4) come prima cosa. quest'ultimo dettaglio ovviamente sarebbe fattibile solo se uno abitasse da solo; nel mio caso non è la prima, ma la terza o la quarta cosa, anche perchè cerco di farlo quando il resto della famiglia è uscita o subirei continue interruzioni che mi rovinerebbero la concentrazione. ora, visto che ho sempre tenuto anche un diario, fare un esercizio del genere potrebbe sembrare un doppione, e difatti l'ho pensato anch'io all'inizio; poi però mi sono resa conto di una differenza fondamentale, ovvero che il diario lo scrivo quando mi va, le tre pagine le devo scrivere obbligatoriamente anche se non ne ho voglia o non so che cosa scrivere. confesso che al momento nessuna di queste due evenienze si è verificata; amo scrivere, quindi le volte che non ne ho voglia sono rarissime. quanto al non sapere che cosa scrivere, lo scopo dell'esercizio è semplicemente quello di fare fluire liberamente i pensieri così come vengono, non di produrre un'opera letteraria. ed ecco, proprio in questo ho trovato grande giovamento perchè non si tratta di scrivere ciò che mi va, ma di vomitare parole/pensieri in modo del tutto istintivo. a volte le risposte fluttuano appena sotto la superficie, basta poco per portarle alla luce, ma basta altrettanto poco perchè restino celate anche a noi stessi: perchè siamo distratti, impegnati o inconsciamente attenti a non farle emergere. rispetto a problemi triti, ho visto una luce nuova, e tutto perchè ho lasciato andare la mente senza trattenerla. le altre regole di questo esercizio sono di scrivere a mano e di non rileggersi se non dopo un lungo intervallo; in effetti sarei curiosa di rivedere i miei deliri, ma rispetto l'embargo. conclusione: sono contenta di avere iniziato questa cosa e intendo proseguirla. l'unico neo è che quelle risposte in definitiva non mi servono a nulla. come ho già detto in passato, la consapevolezza è molto importante, però se non viene applicata è inefficace. per me è stato fondamentale capire certe cose, tuttavia non riesco a trovare applicazioni pratiche per questi insegnamenti. sto molto meglio rispetto a quando ignoravo, potrei stare ancora meglio se questa saggezza mi aiutasse nel quotidiano, eppure sono imbozzolata come non mai.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines