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Pubblico evasore

Creato il 05 giugno 2012 da Giusva

 

Pubblico evasore
Oberato, oppresso, gravato, indebitato, insolvente, fallito, suicida. L’Accademia della Crusca farebbe bene a tenere ben  presenti questi aggettivi nell’annuale aggiornamento del vocabolario della lingua italiana, dovrebbe affiancarli come sinonimi tra le righe destinate alla parola contribuente. I precedenti governi e soprattutto quello contemporaneo ci hanno elargito balzelli di ogni sorta tanto da far temere che le prossime tasse possano essere quella sull’ età, sulle calorie, sulle vacanze (che per certi versi esiste) e persino la tassa sulle tasse. Al contribuente, dal canto suo, rimane solo il privilegio dell’imprecazione (tassabile anch’essa a ben pensarci) , non gli rimane altro che utilizzare termini come strozzini, vampiri, sanguisughe, in alcuni casi estremi persino assassini, per qualificare gli enti preposti alla riscossione dei denari. Altro non può fare, il povero contribuente, perché la soluzione ultima è sempre la stessa: pagare! Non che ciò sia scorretto in linea di principio, tutti gli onesti cittadini debbono fare del proprio meglio per risollevare le sorti di un paese con l’acqua alla gola. Del resto lo stato stesso è di molto progredito nel sistema di riscossione; l’ utilizzo dell’informatica, che restringe le maglie dell’evasione ( purtroppo solo quella spicciola), inasprimento delle pene per chi elude il fisco. Ha persino giocato sul senso di colpa del cittadino utilizzando spot  televisivi  che paragonano l’essere umano ( evasore, ma pur sempre homo sapiens ) alle piattole dei cani. Il povero contribuente, alla fine, è costretto a far spallucce, è costretto ad abituarsi ad uno stato che è divenuto rigido controllore, vigile guardiano . Resta la consapevolezza e la magra consolazione che la legge è uguale per tutti e tutti sono costretti a sottostare alle regole del corretto vivere civile che, per suo principale paradigma, ha quello di contribuire alle spese comuni. Già ma non è proprio così, soprattutto dinanzi a quello che ultimamente sta venendo a galla, perché il contribuente, sebbene schifato dal fatto che ci possano essere  grossi capitali non tassati, magari portati all’estero, si è abituato a pensare che tanto chi paga sono sempre gli stessi, che i poteri forti dell’industria e dell’economia abbiano cervelli troppo raffinati per pagare le tasse, siamo diventati coscienti che “quelli” vivono su di un altro pianeta, un altro mondo, lontano dalla quotidianità dell’imprecazione post versamento contributivo. Passino dunque questi poteri forti, tanto hanno sempre evaso e continueranno a farlo pressocchè impuniti, ma se al misero imprecatore da F24 dicessero che è lo stesso Stato ad evadere il fisco, quale dovrebbe essere la sua appropriata reazione? Troppo nuova questa notizia per ipotizzarne una adeguata. È emerso, infatti,  che la pubblica amministrazione, si parla addirittura di una prefettura, di un’amministrazione centrale (non un ministero) e di una provincia di medie dimensioni, impossibile sapere di più, abbiano omesso il versamento dei contributi necessari al pagamento delle pensioni dei propri dipendenti. Ciò è emerso da quando l’Inps si è dovuta fare carico (oltre che dell’Enpals) anche dell’ex Inpdap, l’Istituto che fino all’anno scorso raccoglieva i contributi e pagava le pensioni ai dipendenti dello Stato e di tutti gli enti pubblici. Se da un lato lo stato mette le mani in tasca dei suoi cittadini, dipendenti di aziende private, con l’ausilio di super programmoni computerizzati come UniEmens, che registra assunzioni, cessazioni e tutti i cambiamenti che possono modificare la situazione contributiva dei lavoratori, dall’altro utilizza ancora moduli e cartelline che si spera almeno siano di carta e non di papiro, sulle quali annotare, con penna biro, si auspica, e non piuma a calamaio, tutte le posizioni dei lavoratori del pubblico settore. Il buco ipotizzato è di quelli che rasentano le migliaia di miliardi, manco a dirlo. Oberato, oppresso, gravato, indebitato, insolvente, fallito, suicida, ne tengano conto i novellatori della Crusca ai quali consiglierei anche il seguente aggettivo: schifato!

(nella foto: lo stato????!!!)

 


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