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Puglia randagia, quando l’emergenza ha “quattro zampe”

Da Lalternativa

Ciclicamente torna di moda e si parla affrettatamente di “emergenza”. L’ultima sarebbe a Gravina di Puglia, dove numerosi residenti denunciano il rischio di aggressioni causate da branchi di cani che circolano indisturbati nel paese. Il condizionale è d’obbligo, perché il tema del randagismo è delicato, sospeso com’è tra coloro che vorrebbero una soluzione immediata e violenta al fenomeno e chi invece sarebbe disposto a soprassedere e lasciare cani vagare in giro per la città.

Per una volta, però, mettiamo al bando il politically correct: il randagismo in Puglia è un problema. Lo dimostra il primato poco invidiabile che la regione porta con sé: 150 mila randagi in circolazione, secondo le stime dell’Aidaa, associazione italiana per la difesa di animali e ambiente, con un tasso di fertilità nella misura di circa 50 mila nuovi nati all’anno, di cui 35 mila muoiono prematuramente per insufficiente nutrizione o per malattie.

Secondo un report della stessa associazione, nei primi sette mesi del 2010 la Puglia è stata la regione con il più alto numero di segnalazioni riguardanti maltrattamenti sui cani: 186 le segnalazioni che hanno riguardato circa settecento animali avvelenati, in particolare nel Tarantino e in provincia di Lecce.

Numeri (e ce ne sarebbero altri ad avvalorare questo problema), ma non solo. Nei giorni scorsi, infatti, complice proprio l’emergenza Gravina, il tema è tornato d’attualità anche sui banchi del Consiglio regionale. “Spendiamo qualcosa come 35 milioni (soldi in gran parte devoluti dai comuni) per mantenere i circa 40 mila animali custoditi in condizioni non sempre ottimali nei vari canili – ha spiegato il consigliere Udc Giuseppe Longo – una cifra irrisoria, visto che in Italia l’importo totale assomma a 500 milioni, escludendo naturalmente i contributi dei privati”. A breve ci sarà una interpellanza in Consiglio e le misure più urgenti, e più prevedibili, sono quelle di “completare e portare a regime l’anagrafe canina, introdurre il programma di sterilizzazione, promuovere con fondi adeguati la prassi di consorziare i comuni affinché si realizzano, a costi decisamente più contenuti, la realizzazione di canili sanitari”.

E intanto, in attesa che si interrompa l’emergenza mediatica a favore di un silenzio complice, la Regione subisce anche una denuncia, ricevuta qualche giorno fa da un uomo di San Severo, aggredito per l’ennesima volta da un branco di cani. Tutti primati made in Puglia.

Fulvio Di Giuseppe


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