Magazine Cultura

“Quaderni dall’Inferno”, romanzo fantasy di Alestear Cromwell – recensione di Stefano Piroddi

Creato il 05 aprile 2013 da Alessiamocci

Un po’ di gente è sparita a quanto pare. Non so cosa sia successo, non abbiamo trovato nulla… Madison non so che fine abbia fatto, ne lei ne il bambino! Per non trovare niente in giro, mi viene in mente solo che sia scappata. Anche Jade…

“Quaderni dall’Inferno”, romanzo fantasy di Alestear Cromwell – recensione di Stefano PiroddiQuesta è la recensione che ho vagheggiato per “Quaderni dall’Infernofantasy di Alestear Cromwell, una recensione abbastanza criptica da incuriosire e chiara nell’esporre alcune considerazioni senza svelare praticamente nulla della trama.

Immaginate una città, Jericho, che già dal nome evoca scenari epici e apocalittici, col contorno immaginifico di un segreto d’orrore custodito tra le sue mura…

E poi immaginate una comunità virtuale di donne e uomini che senza mai vedersi, da dietro i monitor dei loro computer, tessono le trame di vita di personaggi che amano e odiano, gioiscono e soffrono, dentro e fuori Jericho…

E infine pensate all’intuizione straordinaria di una donna di questa comunità virtuale (l’autrice, appunto) che mette nero su bianco il parto di questa fantasia collettiva, un libro che raccoglie quelle avventure, un romanzo che ha tanti padri e un’unica madre, la quale porta avanti da sola la gestazione della scrittura e lo partorisce mettendo la parola “fine” alla sua creatura…

Sono tanti gli ingredienti di questa alchimia fantastica, tante le ragioni che ne giustificano la lettura. In un labirinto di strade deserte e suoni assenti, la protagonista femminile vede le persone della sua vita e sente emozioni che vibrano come sinfonie mortali.

Su quello sfondo, quella stessa donna interroga la parte più profonda di se e si domanda chi sia lei veramente…

“Quaderni dall’Inferno”, romanzo fantasy di Alestear Cromwell – recensione di Stefano PiroddiCiò che vuole essere o ciò che vogliono gli altri. Facile porsi queste domande, mentre fuori il vento annuncia la morte e la Morte appare l’unica consolazione alla vite d’orrore di essere divenuti mostri loro malgrado.

In tale sinfonia di misteri, presagi, personaggi curiosi e sofferenti; in questa realtà, davvero, di strade deserte e suoni assenti, altre domande si sprecano, tutte nostre, come altrettanti tizzoni accesi al fuoco della curiosità:

Quanto rivive dell’autrice in questo romanzo?

Dipinge un futuro plausibile?

Quanto saremmo disposti ad accettarlo senza impazzire?

A ciascun lettore, la propria personalissima sentenza…

Rifugiati dentro una casa abbandonata. La tempesta di sabbia ci ha colti all’improvviso… Non so se sia stata una fortuna o meno trovare quella porta aperta… Abbiamo dormito lì e quando ci siamo svegliati abbiamo trovato delle candele, ne abbiamo accesa qualcuna e controllato fuori se si poteva uscire… niente. Niente di niente… Ancora tempesta di sabbia.”

Written by Stefano Piroddi


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :