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Qualunquemente: l’Italia di Cetto è (quasi) meglio della nostra?

Da Mirtus

Qualunquemente: l’Italia di Cetto è (quasi) meglio della nostra?

I giornalisti stranieri se lo chiedono: il film di Antonio Albanese in Cetto la Qualunque, “Qualunquemente”, è una metafora realistica dell’Italia? La Reuters ha un lungo reportage sulla situazione, e i corrispondenti della più importante agenzia internazionale sono abbastanza scioccati dal parallelo fra quella che dovrebbe essere una parodia grottesca del peggior malcostume italiano e la realtà delle cronache che emerge in questi giorni sui Bunga Bunga diSilvio Berlusconi ad Arcore.

QUALE LA VERITA’ – Un parallelo che, dicevamo, i cronisti fanno difficoltà a spiegarsi.

La commedia “Qualunquemente” esce nei cinema italiani questa settimana, proprio mentre il primo ministro Silvio Berlusconi è investito da una crescente tempesta di accuse sull’aver pagato per sesso con le prostitute. Dice che le accuse sono assurde e tenute in piedi da magistrati ideologizzati. Il film gira intorno “Cetto La Qualunque”, un fuggitivo che ritorna nella sua regione, la Calabria, e corre per le elezioni comunali combattendo quella che considera una pericolosa ondata di legge e ordine che imperversa nella città costiera. Circondato da donne seminude, Cetto conduce la sua campagna elettorale con lo slogan, volutamente scioccante, “I have no dream ma me piace u pilu”. Cetto fa feste con donne in topless in piscine bollenti, frequenta prostitue e dice in maniera ammirata ad una donna in bikini: “Col tuo corpo saresti una perfetta consigliera comunale”. Proprio mentre l’Italia si stringe intorno alle accuse che fuoriescono riguardo i selvaggi festini “bunga bunga” in casa Berlusconi con prostitute procurate da una showgirl poi diventata consigliere regionale, il film ha causato una ragguardevole attenzione e più di una risatina.

Che potrà entrarci la rappresentazione disarmante e decadente dell’Italia resa dal film di AntonioAlbanese con le vicende politiche di casa nostra?

“Il regista ci assicura che è un film ‘molto divertente’, ma la verità è che c’è poco da ridere perchè la realtà – ora più che mai – ha ampiamente sorpassato la finzione”, ha scritto Fulvia Caprara, cronista cinematografica della Stampa. “Gli orrori volgari sullo schermo sono nulla comparati a quelli che vediamo nelle accuse filtrate sui giornali”.

SEMBRA L’ITALIA – La Reuters toglie il velo: la ricostruzione di Albanese è uno spaccato più che credibile della situazione italiana, scrive l’agenzia internazionale.

Come Cetto, Albanese offre uno scioccante – ma interamente credibile – ritratto di una piccolo e volgare politico del sud, che non si fermerà fino a che non sarà eletto. Impeccabile nelle sue vesti viola o bianche, Cetto si lamenta della giustizia (“Mi annoia”), delle tasse (“Sono come le droghe”) e della cultura, preferendo le prostitute, vasche da bagno in oro e una fidanzata sudamericana che usurpa il posto della moglie. Niente è offlimits nella storia della sua campagna elettorale – tira fuori i soldi per comprare voti, promette di abolire la bolletta dell’elettricità e porta i vecchietti dell’ospizio alle urne elettorali con i pullman.

Antonio Albanese ha sempre negato di aver preso ispirazione dalla cronaca. Ma la Reuters è la prima a non crederci. Anche se gli autori hanno negato qualsiasi collegamento, qualche dettaglio nel film sarà familiare a chiunque segua la politica nazionale.

Antonio Caldarelli


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