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Quando il papà è in vacanza...

Da Bibolotty
Quando il papà è in vacanza...
Dopo un giugno “pescoso” tra i seni procaci e rifatti di trentenni single adescate all’ombra dei caffè del centro storico, alla fine di un mese di lavoro quieto dietro la scrivania di qualche assessorato o di una banca, e dopo un estenuante darsi da fare davanti al Tv tra sane partite alla play station e la fine del campionato con tanto di fantozziano "rutto libero" ecco che, il maschio italico, raggiunge la piccola villetta al mare per riunirsi, “obtorto collo”, in seno alla famiglia.
Le feste per il suo arrivo non sono ancora terminate, chili di peperonata preparata dall’amata suocera e melanzane alla parmigiana l’hanno appena appena sfamato da un mese di sesso sfrenato –almeno si spera- e dai risotti e paste precotte.
Sulla sdraio, nascosto da figlie, mogli e nonne, lo vedo darsi da fare con cose di cui, fino a qualche giorno prima, ignorava persino l’esistenza: scambia i nomi di uno con l’altro e prova ad essere affettuoso verso i figli urlanti di cui, nella quiete oziosa dell’appartamento romano, aveva dimenticato l’esistenza.
Cosa farà quell’uomo pieno di sensi di colpa nel vedere la sua bimba ormai adolescente e in perizoma correre festosa verso un gruppo di ragazzi dall’aria capace?
Non ho niente da fare se non leggere notizie, sempre le solite, come la solita telenovela della politica italiana.
Mi annoio a morte: è meglio seguirlo, guardarlo non vista, nascosta dietro grandi occhiali da sole.
Conto quante volte prende e lascia quel benedetto cellulare –dieci in otto minuti e trenta secondi- quante volte apre e chiude l’ultimo di Camilleri –ha letto solo il retro di copertina-.
Il maschio si guarda attorno e sorride stordito alle urla dei bambini e alle chiacchiere di sua moglie che, grassa e inquieta, continua a fargli il resoconto della settimana.
Ma sembra comunque felice, annuisce di continuo e, se proprio deve dissentire, abbassa appena gli occhiali e lancia un’occhiata, almeno per sua moglie, severa.
È evidente che ha promesso a se stesso di dedicarsi alla sacra famiglia, di ribadire regole ormai infrante da anni e, mentre guarda il figlio domandandosi stupito da quanti anni porta gli occhiali, viene attratto da una bionda che si avvia fra le onde.
Ha capelli lunghi e l’abbronzatura di chi prende il sole da quando è finita la scuola: a colpo d’occhio è un’adolescente.
Lui evidentemente non l’ha capito e, atletico, sfoggia, tirandosi su dalla sdraio, addominali mozzafiato, risultato del lungo lavoro invernale.
In un primo istante, immediatamente circondato dai figli, il cinquantenne ancora capelluto rinuncia a raggiungere la sirena dal colore ambrato e ripiega sul bar, riempie i marmocchi di coni e ghiaccioli sperando così di comprare il loro silenzio e di potersi calare in acqua in santa pace e vago, rivolge ancora uno sguardo alla giovane che si è morbidamente distesa sugli scogli, abbastanza distante dalla riva, selvaggia e dorata come una donnina di Manara.
A questo punto, poco importa se Chiara, è in sella a un centauro e fuggirà oggi stesso con un maggiorenne abbronzato perdendo verginità e onore, chi se ne frega se Matteo è stato picchiato a sangue assieme ai suoi occhiali e se il piccolo Lorenzo si sta per buttare in acqua con la pizza in mano: ha avuto un miraggio lui è stato chiamato.
Riesce anche a spazientire la moglie quando a un carico di affetto «vengo con te amore» risponde secco «bada ai regazzì che è mejo».
Ce l’ha fatta e libero, nel suo metro e ottanta, si avvia verso i flutti.
Si trattiene alcuni minuti sulla riva, guarda indietro pensoso come avesse scordato qualcosa, sarà il senso di colpa o la paura a trattenerlo? No... dura un istante, eccolo tuffarsi rumorosamente in acqua facendo molta schiuma, ignaro di aver richiamato su di sé gli sguardi affettuosi di tutta la famiglia che ora, ammirata, lo segue allontanarsi verso gli scogli in uno stile che più che libero, pare solo disordinato.
Pende tempo e fa alcuni giri di boa, si lancia più in là e sembra approdare sugli scogli... invece no, desiste e si spinge oltre.
Aspetto qualche minuto e riapro il giornale: meglio la settimana enigmistica. Niente, non mi concentro, la verità sono assai preoccupata per il suo cuore di sicuro appesantito da sigarette e vino, gricia e carbonara.
Rivolgo di nuovo lo sguardo agli scogli e vedo che il vile la prende alle spalle. Fatto il giro del piccolo molo eccolo spuntare fra gli scogli.
Allungo il collo e inforco gli occhiali, da dove sono lo vedo sorridere alla bionda che, inaspettatamente, si alza per dargli la mano e sorride.
Lui annuisce e ride e dopo appena pochi istanti si esibisce di nuovo in un pericoloso tuffo di testa con relativa panciata cui moglie e suocera applaudono dalla riva compiaciute.
Ha il fiato corto quando si butta sulla sdraio, il suo cuore gonfio pare voler sfondare la cassa toracica.
«Bellina la figlia di Guido eh?» gli dice la moglie con un largo sorriso tirato.
Lui cala il sipario, abbassa gli occhiali sullo sguardo annoiato «visto, visto...» e apre il suo libro a pagina uno.
«Bella eh? Ha un corpo davvero invidiabile» rincara la dose la moglie morbosa.
«A che ora si pranza?» cambia discorso e posizione
Sì, mettiti di schiena, è meglio, che stavolta hai preso un grosso granchio!

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