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Quando progetto umanitario e riflessione artistica s'incontrano/Gli abitanti di un villaggio del Mali disegnano la loro realtà

Creato il 25 ottobre 2011 da Marianna06

Quello di cui voglio parlarvi è un'esperienza, fatta anni fa,  dall'artista Laura Morelli all'interno di un progetto di cooperazione allo sviluppo , insieme all'amico Giovanni Diffidenti , a Bandiagara, in Mali.

L'esperienza di allora è agevolmente rintracciabile sul web ma la cosa interessante è che quei disegni oggi, fatti realizzare dalla Morelli ai bambini e agli adulti del villaggio africano in questione, sono entrati di diritto in un interessantissimo saggio della Rivista di Estetica a cura di Domenico Spinosa, dedicato appunto al "Disegno", pubblicata giorni fa, a Torino, da Rosenberg&Sellier.

Come mai ? Perché?

Perché, secondo gli studiosi del problema, il disegno, anche quello che noi scarabocchiamo mentre distrattamente chiacchieriamo con l'amico,  è una forma di conoscenza del reale.

Una forma di conoscenza molto importante e da non sottovalutare affatto.

Nel caso dell'esperienza di cooperazione allo sviluppo il disegno serve sopratutto a far conoscere  agli operatori non solo la percezione del mondo e di sé che i soggetti  agenti dell'aiuto (gli abitanti del villaggio) hanno ma anche quali correttivi è possibile, eventualmente, apportare nella propria strategia di cooperanti, perché si abbia alla fine un risultato positivo, e quindi valido, del progetto.

E Anna Li Vigni,che ne parla su La Domenica de IL SOLE 24 ORE, cita riguardo la" bontà "del disegno nella vita dell'uomo il poeta francese Paul Valery, che così puntualizza in proposito :"Vi è una differenza enorme tra il vedere una cosa senza la matita in mano e il vederla disegnandola".

Insomma è importante non sottovalutare per la conoscenza della realtà ,che ci circonda ,il valore "conoscitivo" che si attribuisce all'atto del disegnare.

Ritornando al villaggio del Mali e a quello che anni fa realizzò con successo Laura Morelli, si trattava proprio di dire a grandi e piccini, armati(pacificamente) di matita, di far conoscere il loro mondo, nel positivo o nel negativo(ad esempio la malattia), esclusivamente attraverso il disegno.

E così fu fatto.

Attualmente questa esperienza, che gli studiosi hanno ritenuto possa "fare scuola" per altre, è importante nella misura in cui-essi sostengono- il disegno è l'espressione grafica, visuale, di un processo profondo,attraverso il quale il pensiero si orienta nel mondo e progetta le azioni su basi spazio-temporali.Un processo in cui entra in gioco la multisensorialità e la progettazione di atti motori, non solo la dimensione visiva.

Occhio, dunque, al disegno !

Disegno che, specie per quel che riguardal'infanzia, è presente quale attitudine imprescindibile nelle culture di tutti i Paesi del mondo e in ogni tempo.

E, sempre secondo gli esperti del problema, esiste poi uno stretto legame, sopratutto oggi, tra disegno, pittura e cinema .

Cinema pensato sulla base ovviamente della tecnologia digitale così come la pittura, capace di prefigurare il mondo e di rappresentarlo su di uno spazio vergine.

 

  

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Africa_capanna

 


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