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Quando saliranno i tassi di interesse e cosa comporterà ?

Creato il 30 settembre 2014 da Justnewsitpietro

Quando saliranno i tassi di interesse e cosa comporterà ?
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Tutti stiamo aspettando e cercando di capire quando cominceranno ad aumentare i tassi di interesse e con quale velocità, la cosa migliore sarebbe che l’economia aumentasse quel tanto che basta da mettere pressione sui tassi d’interesse nel breve termine, ma in questo momento secondo le nuove previsioni della FED la crescita economica non è sufficientemente forte da mettere una tale pressione per un periodo prolungato. In questo momento sembra, che l’argomento principale negli Stati Uniti, non sia né la guerra in medio Oriente né tanto meno quella in Ucraina, ma quando la FED aumenterà i tassi d’interesse e cosa comporterà.

In primo luogo dobbiamo separare due diverse situazioni se vogliamo capire ciò che accadrà nei prossimi 12 mesi circa.

Per prima cosa, negli ultimi sei anni, la Federal Reserve ha pompato un sacco di riserva nel sistema bancario. Ci sono quasi 2.800 miliardi di dollari in eccesso nel sistema bancario. Ora, trascurando la bontà dell’operazione, il problema è che abbiamo una massiccia quantità di riserve nel sistema bancario e queste potrebbero causare problemi reali se le banche decidessero di prestare tali riserve alle imprese e ai consumatori. Questo, naturalmente, è quello di cui sono preoccupati i “falchi dell’inflazione”. La questione quindi diventa, in che modo la Fed ridurrà la quantità di riserve e come pensano di farlo in modo sistematico, organizzato e sopratutto stabile ? Non credo che tale questione, pragmaticamente, sia il vero dilemma della Federal Reserve in questo momento.

Il secondo problema è il fatto che la crescita economica è modesta in questo momento. Ci sono molti motivi che possono essere forniti per questa ipotesi, ma il semplice fatto che i membri dell’Open Market Committee della Federal Reserve stiano proiettando che la crescita economica per i prossimi cinque anni sarà nel range tra l’1,8% e il 2,6%, è un’indicazione che l’economia non correrà tanto da qui in avanti. Inoltre, questi funzionari hanno abbassato le loro proiezione per la futura inflazione tra l’1,7% e il 2,2%. Questo si confronta favorevolmente con l’obiettivo della Fed di mantenere l’inflazione dei prezzi intorno al 2,0%. I membri del Open Market Committee non sono, però, gli unici che stanno giungendo a proiezioni di questo tipo. Non solo ci sono proiezioni di istituti privati in questo campo, ma altre organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale sta indicando che vedono sia la crescita che l’inflazione all’interno di questi intervalli.

Tutta la zona euro sembra sull’orlo di un’altra recessione e possibile deflazione. La Cina sta avendo i suoi problemi cosi come l’India e altri paesi emergenti. Sembra che gli Stati Uniti stiano facendo abbastanza bene se guardiamo le condizioni che devono essere affrontate da questi altri paesi. Il punto è che c’è poca pressione al rialzo esercitata nella maggior parte delle economie di tutto il mondo. E se le economie non viaggiano all’unisono, è terribilmente difficile generare molta domanda di prestiti. Le aziende non sono disposte ad impegnarsi per investimenti futuri, perché le prospettive sono così tristi ed incerte che preferirebbero non prendere in prestito, o se lo fanno, insieme con il denaro contante che potrebbero avere a portata di mano, preferiscono spendere i soldi per ricomprare le loro azioni o pagare dividendi.

I consumatori non vogliono prendere denaro in prestito. I ricchi o coloro che hanno un’istruzione universitaria stanno andando bene, stanno lavorando e dispongono di risorse sufficienti per spendere ciò che vogliono. A tutti gli altri, purtroppo, le cose non vanno bene, qualsiasi ricerca effettuata in questo momento, indica che gran parte della forza lavoro americana non sta facendo molto bene, si sente depressa e non è molto ottimista circa il futuro. Quest’ultimo gruppo di certo non vuole prendere denaro in prestito.

Un gran numero di banche, in realtà, non si vuole esporre in questo momento. Questi sono la maggior parte delle banche, in particolare quelle che hanno meno di 1,0 miliardo di dollari di patrimoni. Molte di queste banche hanno ancora problemi con i vecchi prestiti e avendo l’autorità di regolamentazione che le tiene d’occhio, non sono ansiose di fare nuovi prestiti. Inoltre, con un’economia così debole non c’è molta fiducia nel prendere rischi in eccesso per concedere nuovi prestiti, anche perchè, gli standard del credito sono piuttosto gravosi. Quindi, non ci sono molte domande di prestiti e le banche sembrano essere molto felici, sedute sulle loro riserve in eccesso.

Pertanto, non c’è una pressione sui tassi di interesse a breve termine tale da farli salire. Inoltre, con ciò che indicano queste proiezioni economiche molti ritengono che questa situazione non migliorerà per adesso, per cui c’è ben poco timore che la domanda di prestiti aumenti nell’immediato. La questione, quindi diventa, quando ci sarà sufficiente pressione sui mercati monetari per causare l’aumento dei tassi di interesse ? In questo tipo di ambiente, la Federal Reserve non creerà molta pressione sui tassi di interesse a breve termine se può prendere i fondi dalle banche e non provocare eventuali vincoli sulle attività del prestito.

Secondo la Fed di Chicago, il costo del denaro starà basso fin oltre l’estate 2015, per essere certi che la crescita possa sostenersi senza aiuti, la Federal Reserve dovrà probabilmente tenere il costo del denaro ai minimi fin oltre la prossima estate, ovvero finché non sarà certa che l’economia può mantenere il proprio slancio anche senza il sostegno della Banca centrale americana.

In questo momento, non c’è alcuna pressione della domanda sui tassi di interesse a breve termine. Le banche sembrano essere contento di essere semplicemente dove sono. Fintanto che questo accade, la Federal Reserve probabilmente non forzerà il problema, aumentando i tassi di interesse a breve termine. Penso, che ciò che la Federal Reserve vuole davvero vedere accadere è che l’economia inizi a prendere velocità, portando le banche ad affrontare una maggiore domanda di prestiti che eserciterebbe poi una certa pressione sull’aumento dei tassi di interesse. Poi, come nella maggior parte dei periodi di ripresa economica, i tassi di interesse potrebbero salire anche, a causa di un aumento naturale della domanda dei prestiti aziendali. Questo sarebbe lo scenario più auspicabile.

Per quanto riguarda l’aumento dei tassi a lungo termine, che dipenderà dalla crescita dell’economia con l’aumento del tasso di inflazione, la Fed può fare poco o nulla per influenzare questa pressione. Tuttavia, in questo momento sui mercati obbligazionari, il tasso atteso di inflazione nei prossimi dieci anni sembra essere di circa 2,00%. La cosa interessante è che alla fine dello scorso anno, le aspettative inflazionistiche degli investitori sembravano essere al di sopra del 2,30% e questa aspettativa, è stata piuttosto volatile. Sembra come se gli investitori non sapessero bene cosa aspettarsi in termini di inflazione.

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