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Quando sei tu a trovarti dall’altra parte….

Creato il 09 aprile 2015 da Fisiciaroundtheworld

Sono stata reclutata quest’anno in un’universita’ francese come Insegnante-Ricercatore. Come il nome suggerisce faccio sia lezione che ricerca, ma il primo anno la preparazione di tutti i corsi mi prende molto tempo. Per fortuna sono riuscita a concentrarne la maggior parte in un mese e mezzo. Faccio un corso di Fisica per la Biologia e un corso di Matematica intensivo per delle persone che si preparano all’esame di stato.

La scrittura di questo post cade proprio a fagiolo come si suol dire. Questa mattina, avevo la mia ultima lezione di Fisica, per fortuna l’ultima. Ad un certo punto mentre facevamo esercizi, una ragazza mi ha contestato un risultato che prevedeva la somma di 2 frazioni. Siccome ritenevo che quello che dicesse non fosse corretto, le ho fatto notare che stava sbagliando. Forse gliel’ho detto con un po’ di distacco, fatto sta che lei si e’ innervosita e tutta indispettita mi ha cominciato a dire “E’ inutile che si innervosisca, non trovo logico quello che lei dice” quando quella nervosa era purtroppo lei. Per come sono non le ho saputo rispondere a tono subito ed ho fatto cadere la discussione dicendo che non valeva la pena innervosirsi e che ero pronta a spiegarle le cose in un altro modo. Dopo un po’ e’ tornata all’attacco a quel punto le ho chiesto di parlarmi “in un altro modo” e lei mi ha chiesto ancora con arroganza “che cosa e’ che non accetta, che ha sbagliato o che le dico di aver sbagliato”. Non ci potevo credere, come poteva questa persona sentirsi in diritto di superare in questo modo sfacciato i limiti?

Purtroppo questo evento e’ stato il culmine di questo mese e mezzo di insegnamento all’universita’ francese. Non sono stata troppo entusiasta, mi sono sentita spesso un insegnante al liceo, dovendo far firmare i fogli di presenza, dovendo fare i test per vedere se gli studenti seguono, dovendo sequestrargli un giornale, dovendo far finta di niente di fronte ad un uso smodato del cellulare per giocare durante le ore di lezione e dovendo ripetutamente intimargli di fare silenzio perche’ non riuscivo a parlare.

Il punto e’ che quando ho messo piede nell’aula il primo giorno entravo con in mente l’immagine dei miei professori all’universita’ a Roma. Non hanno mai dovuto imporre la loro autorevolezza il primo giorno di corso, imponendo delle regole o altre cose curiose che ho sentito fare qui. Non ne hanno mai avuto bisogno, perche’ in base alla mia esperienza ogni studente e’ libero di entrare o di starsene fuori, mediamente gli studenti sono interessati, e sanno che e’ importante prendere appunti cosi’ come avere dei libri di riferimento. Qui no, qui vogliono il corso redatto dal professore, in pratica le sue note. Non lo pretendono e’ vero, pero’ non si prendono la briga di andare a studiare sui libri o di avere un quaderno.

Insomma un avera fatica, rimango sconcertata di fronte all’immaturita’ di questi ragazzi, e del sistema universitario francese che purtroppo raccoglie lo “scarto” delle grandi scuole. In poche parole l’universita’ e’ vittima di questo sistema elitario. E si vede.



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