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Quarto numero per Effemme

Creato il 26 ottobre 2011 da Martinaframmartino

Quarto numero per Effemme

Effemme 4 è ufficialmente in vendita. Come già per i numeri precedenti sarà possibile acquistarlo solo sul Delos Store, questo è l’unico sistema per contenere i costi e realizzare un prodotto con il nostro limitatissimo budget e niente pubblicità. Il link per l’acquisto della rivista è questo: http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=39459

Perché dovreste spendere 7,00 euro per comprarla? Perché è fatta molto bene, è ovvio, anche se qualcuno potrebbe pensare che io sono di parte perché dentro c’è anche un mio articolo. E stavolta mi sono contenuta e c’è un articolo solo, anche se ho clamorosamente sforato ancora una volta dalla lunghezza massima prevista per i vari articoli. Però le altre volte ho fatto ben di peggio.

Quarto numero per Effemme
In Effemme 1 c’erano ben cinque articoli miei, uno scritto da me, Bruno Bacelli, Chiara Codecà e Simona Ricci e uno scritto da me, Marina Lenti e Simona Ricci. E tanto per gradire quando la rivista è uscita ho scritto per FantasyMagazine un lungo articolo intitolato Sei metalupi per George R.R. Martin, articolo che qualche mese fa ho riproposto anche in questo blog: http://librolandia.wordpress.com/2011/03/04/george-r-r-martin-e-le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco/

Si potrebbe dire che sono stata provocata, se Emanuele Manco, direttore di FantasyMagazine e ideatore di Effemme, decide di realizzare uno special su Martin, è ovvio che io reagisca dando spazio a tutta la mia vena grafomane.

Effemme 1: http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=36444

Quarto numero per Effemme
Il secondo numero di Effemme per me era un po’ più innocuo, con uno special dedicato a Terry Brooks. Ok, non ho letto la bibliografia completa del buon Terry, ma 14 libri suoi sì, quindi un po’ lo conosco. E possiamo dire tutto quello che vogliamo sulla Spada di Shannara e sulle sue “lievi” affinità con Il signore degli anelli, ma la Spada è stato comunque uno dei primi fantasy che ho letto, forse un mese o due dopo il capolavoro di J.R.R. Tolkien, ma malgrado la prevedibilità della storia per chiunque conoscesse l’opera del professore di Oxford il romanzo di Terry mi ha confermato che io amavo il genere fantasy. A piacermi non era solo uno scrittore straordinario, ma quel tipo di storia e quel tipo di ambientazione. Elfi e nani per la verità a mio giudizio fanno parte del “contorno”, se ci sono li accetto senza problemi ma sto benissimo senza. Ma un mondo secondario tutto da scoprire, un’ambientazione simil-medievale, un pericolo sempre incombente e la necessità/possibilità di risolvere i problemi in modi impossibili nella nostra vita reale mi hanno catturata senza possibilità di ritorno.

Brooks è un ottimo scrittore senza essere un genio? Va bene, non tutti sono geni, ma servono anche gli ottimi scrittori, meglio ancora se capaci, come lui, di donare nuova visibilità al genere di cui si occupano. Quindi conoscevo lo scrittore quando abbiamo deciso di dedicargli un numero di Effemme, e nella rivista sono entrati due miei articoli su di lui. Il primo è una biografia. Fra le cose che ho letto c’è il suo A volte la magia funziona, quindi scrivere una breve biografia non è stato difficile. Va bene, forse è stato difficile essere breve. Quando si parla di fantasy, fatico sempre a essere breve. Il secondo, Da Shannara al Demone e ritorno, è insieme una cronologia, un ordine di lettura dei vari romanzi – cosa che, nel mio lavoro da libraia, vedo che è sempre molto gradita dai lettori – e un omaggio a quello che io considero senza dubbio il miglior romanzo di Brooks: Il demone. L’idea dei Cavalieri del Verbo è geniale!

Due soli articoli, ma altrettanti che sono rimasti fuori. Uno, uscito su FantasyMagazine in contemporanea con la pubblicazione cartacea della rivista, è Lester e Judy-Lynn del Rey: la nascita della fantasy moderna. Questo il link per leggere l’articolo: http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/13421/lester-e-judy-lynn-del-rey-la-nascita-della-fanta/

La rivista era fin troppo lunga, io avevo già altri due pezzi all’interno e quindi sono stati i miei articoli a rimanere fuori. Non è una critica, è una constatazione, del resto io ho scritto gli articoli di testa mia, senza prima comunicare le mie intenzioni in redazione, quindi me la sono cercata. L’unico peccato di questo articolo è che l’ho scritto in vacanza, quando potevo consultare solo quella manciata di libri che mi ero portata dietro e non tutta la mia biblioteca. Se non posso mettere le mani sui miei libri mi sento persa. Quando ho fatto l’ultimo trasloco, tre anni fa, ho avuto i libri inscatolati e irraggiungibili per quasi sei mesi. Tutti tranne quelli di Martin, di Robert Jordan e di Filippo Tuena, che proprio non sono riuscita a inscatolare, e quelli che ho comprato in quell’arco di tempo. Un incubo! E scrivere l’articolo lontano dalla libreria mi ha fatto perdere per strada dettagli succosi, come la pubblicazione di L’eroe di George R.R. Martin proprio da parte di Judy-Lynn del Rey. Vi rendete conto? Judy-Lynn è stata la prima persona che ha accettato un racconto di Martin per la pubblicazione, ha messo il suo zampino anche lì!

Effemme 2: http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=37318

Quarto numero per Effemme
L’altro articolo rimasto fuori da Effemme 2 è poi entrato in Effemme 3, 2000-2009: libri e autori del decennio. E ho fatto anche la sciocchezza di non rileggerlo e aggiornarlo, perché fra quando ho scritto l’articolo e quando è stato effettivamente pubblicato sono stati pubblicati diversi romanzi che avrei dovuto segnalare per un discorso di completezza, anche se non rientravano più nel decennio preso in esame.

Effemme 3 contiene, oltre all’articolo preparato per il numero precedente, un articolo su Trudi Canavan, uno su Katharine Kerr (nessun editore che voglia tradurla ancora sintonizzato su questa rete?) e uno, in collaborazione con Luca Azzolini, su Marion Zimmer Bradley. Del resto se il tema sono le donne, in questo caso scrittrici di fantasy, io non mi tiro certo indietro. A proposito di donne, chi non l’ha ancora letto deve assolutamente leggere Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti. Ne ho già parlato, prima o poi ne parlerò ancora, comunque è uno di quei libri che tutti dovremmo leggere.

Effemme 3: http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=38524

Con Effemme 4, come già detto, mi sono contenuta a un solo articolo. Il tema stavolta è avventuroso, omaggio doveroso a un Maestro che ha fatto sognare con le sue storie generazioni di lettori e che proprio un secolo fa si è suicidato in una data che per noi sarebbe diventata emblematica. Il 25 aprile per l’Italia è l’Anniversario della Liberazione, per Salgari, con la morte, quella data ha significato la liberazione da tutte le preoccupazioni e i dolori terreni. Una lunga avventura conclusa nel modo più triste.

E a proposito di avventura, da bambina ho sognato tantissimo al fianco della sua Jolanda, la figlia del Corsaro Nero. Per questo, visto il tema della rivista, ho deciso di parlare di lei. Riletto da adulta, proprio in preparazione dell’articolo, il romanzo mi è piaciuto meno. Sono troppo cambiata io, c’è troppa esperienza, di vita e di lettura, in più, ma ricordo molto bene il fascino esercitato su di me da quella storia quando ero ancora una bambina. Finalmente un’eroina vera, e non la solita Heidi – che pure mi piaceva tanto – passiva e incapace di avventure. Da questo sentimento è nato Jolanda e le sue figlie: eroine in cerca d’avventura. E per preparare al meglio l’articolo ho letto anche due libri nei quali mi sono imbattuta casualmente nella libreria allestita agli scorsi DelosDays: Jirel di Joiry, volume di Catherine L. Moore ormai fuori catalogo che stavo cercando da anni, e Dark Agnes. Donna di spada di Robert E. Howard.

Nel mio articolo quindi faccio una rapida carrellata su Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti, La capitana del Yucatan, Capitan Tempesta e Jolanda, la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari, Dark Agnes. Donna di spada di Robert E. Howard, Jirel di Joiry di Catherine L. Moore, Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, La catena spezzata e Il sapiente di Darkover di Marion Zimmer Bradley, La lama dei druidi e Il destino di Deverry di Katherine Kerr e infine L’Occhio del Mondo di Robert Jordan. Dieci pagine di articolo per un viaggio nell’avventura insieme a una serie di affascinanti personaggi femminili.

Questa è la prima pagina del mio articolo:

Soldatesse, spadaccine, piratesse, ladre, assassine, avventuriere. La narrativa contemporanea è piena di personaggi femminili belli e coraggiosi, determinati quanto e più di un uomo e capaci di uscire dalle situazioni più complicate.

Le storie d’amore non mancano, come non mancano le figure fragili e bisognose di protezione, ma il lettore può scegliere cosa leggere. La fantasy, che al già citato campionario aggiunge maghe e streghe, non fa eccezione. Le cose però non sono sempre state così, soprattutto se si parla di narrativa per ragazzi o di avventura.

Nel 1971, quindi in un tempo non poi così lontano, il settimanale Panorama ha pubblicato un’inchiesta nella quale si analizzavano i libri di lettura adottati nelle scuole elementari del New Jersey. Lo studio “rivela che i bambini sono protagonisti di 881 racconti, le bambine di 334; che i bambini in campeggio costruiscono case sugli alberi, esplorano caverne, aiutano papà, mentre le bambine sorridono, giocano con bambole e gattini e cuociono torte” (1).

Insomma, “le attività eccitanti sono riservate ai maschietti mentre le femmine sono presentate come creature deliziosamente incapaci o nobili aiutanti” (2).

La stessa situazione era confermata da un’inchiesta francese del 1972, che metteva in evidenza come “i pochi personaggi femminili sono quasi tutti di secondo piano, pure e semplici comparse di nessun peso, esclusivamente addette ai servizi” (3).

Questa divisione dei ruoli rispecchia quella della gran parte delle fiabe classiche, nelle quali mentre il ragazzo va a cercare avventure in giro per il mondo e finisce per diventare un personaggio immensamente ricco, quando non addirittura un sovrano, per la fanciulla l’unico destino è sposarsi risvegliandosi grazie all’intervento del principe che si innamora di lei non per le sue doti ma per la sua bellezza, come in Biancaneve e nella Bella addormentata, o grazie alla sua leggiadria come ballerina, come in Cenerentola. Il ruolo della fanciulla è prevalentemente passivo, di accettazione dell’amore, anche se Cenerentola se non altro è molto determinata nel voler andare al ballo, dopo però aver subito per anni le vessazioni di matrigna e sorellastre. “Le vecchie favole propongono donne miti, passive, inespresse, unicamente occupate della propria bellezza, decisamente inette e incapaci. Di contro, le figure maschili sono attive, forti, coraggiose, leali, intelligenti” scrive ancora la Gianini Belotti (4).

Stereotipi veri un po’ troppo spesso, che è possibile trovare in tutte le forme di narrativa e non solo nel ristretto arco di tempo e nei generi analizzati dagli autori delle statistiche, ma dai quali molti scrittori hanno cercato di allontanarsi. Il cammino per un cambiamento dell’immagine della donna è partito da molto lontano ma è stato costante, al punto che ora non sorprende più nessuno vedere un’Arya Stark combattere con la spada in pugno o una Moiraine Damodred gettarsi senza esitare là dove il combattimento è più pericoloso.

Quarto numero per Effemme
Intere generazioni di bambini sono cresciute con i romanzi di Emilio Salgari, autore amatissimo anche da molti adulti. Il grande maestro dell’avventura ha sempre avuto un notevole apprezzamento, e le sue storie aventi per protagonisti personaggi impavidi e determinati come il Corsaro Nero e Sandokan hanno consentito ai lettori di viaggiare in posti lontani e compiere imprese apparentemente impossibili mantenendo sempre una grande nobiltà d’animo. Accanto ai grandi eroi virili però si muove anche una piccola ma interessante schiera di fanciulle coraggiose capaci di uscire dagli stereotipi del tempo.

Risale addirittura al 1899 La capitana del Yucatan, storia dell’intrepida Marchesa Dolores del Castello che, al comando della nave Yucatan, sfida la più potente flotta americana per portare armi a Cuba e aiutare così la Spagna, sua madrepatria.

È invece del 1905 Capitan Tempesta, primo romanzo dedicato a Eleonora, duchessa di Eboli, abilissima spadaccina che tornerà protagonista nel 1910 de Il leone di Damasco. All’inizio Eleonora cela la sua vera identità sotto un’armatura e si rivela anche un valido comandante nella difesa da un assedio della città di Famagosta, e quando la sua identità sarà svelata e dopo molte peripezie cederà infine all’amore lo farà solo per un compagno che è degno di lei.

In quello stesso 1905 Salgari pubblicava anche Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, terzo volume del ciclo dei Corsari delle Antille dopo Il Corsaro Nero del 1898 e La regina dei Caraibi del 1901.

Jolanda è figlia di Emilio di Roccabruna, conte di Valpenta e di Ventimiglia più noto come il Corsaro Nero, e di Honorata Wan Guld, a sua volta figlia dell’acerrimo nemico del Corsaro Nero. La storia ha un inizio e una conclusione molto tradizionali, con Jolanda che è stata rapita da uno zio prima ancora che il libro cominci, viene salvata, poi viene rapita una seconda volta e nuovamente salvata da Henry Morgan, ex luogotenente del padre che per gran parte del libro ricopre la figura dell’eroe. Alla fine Jolanda ed Henry convoleranno a giuste nozze, ma fra i due rapimenti Jolanda ha modo di dimostrare che lei è molto di più di una fragile fanciulla che ha solo bisogno di un uomo forte al suo fianco che la tolga da ogni problema.

Al di là del mio articolo, questo è l’indice della rivista:

Speciale Emilio Salgàri

Capitan Emilio Salgari, lo scrittore del mare fantastico, di Maria Cristina Calabrese;

Il Corsaro Nero, tra mito e realtà, di Simona Ricci e Fabio Vaghi;

Sandokan in tv: un imprinting nell’immaginario di due generazioni, di Marina Lenti;

Sandopaper e la Perla di Labuan, di Pia Ferrara;

Salgari: le serie animate, di Pia Ferrara;

Jolanda e le sue figlie: eroine in cerca d’avventura, di Martina Frammartino;

Racconti

Scene di lotta di classe all’obitorio, di Marco Scaldini;

La forma del male, di Francesca Angelinelli;

Antico Ordine, di Simona B. Lenic;

Immagini di Anna, di Nancy Kress;

Altri servizi

I cento volti di James Herbert Brennan, di Maria Cristina Calabrese e Pia Ferrara;

Monkey Island: i pirati della LucasArts che hanno ispirato Jack Sparrow, di Marco Guadalupi;

Il tema del Fantastico in Asia meridionale e sudorientale, di Massimo Riva;

Non solo vampiri: Strigoii, di Cristina Donati;

I fantastici affreschi di Jack Vance, di Brino Bacelli;

Vero e verosimile, una riflessione, di Emanuele Manco.

Io ho trovato gli articoli molto interessanti. Quanto ai racconti, questa secondo me è la migliore selezione narrativa, e non lo dico certo perché io sono stata una delle persone che hanno selezionato il racconto di Marco Scaldini. Ci sono stati racconti che mi sono piaciuti di più, mentre leggevo La fata delle Pozze di Cristina Donati, pubblicato sul primo numero, ero letteralmente piegata in due dalle risate, ma salvo un paio di eccezioni i migliori racconti pubblicati da Effemme sono questi. Infatti subito dopo aver terminato la rivista ho letto il romanzo breve Atto primo di Nancy Kress, e in futuro ne leggerò certamente altri. La Kress scrive davvero bene. Per quanto riguarda gli altri autori, mi sa che dovrò tenerli d’occhio con maggiore attenzione.

FantasyMagazine ha pubblicato un’anteprima dedicata alla prima pagina di tutti i racconti e di tutti gli articoli. Se volete dare un rapido sguardo a quel che abbiamo pubblicato, potete iniziare a farlo da qui: http://www.fantasymagazine.it/anteprime/15545/effemme-4/

Questo era solo un assaggio. Spero che vi abbia fatto venire fame…



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