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Quattro chiacchiere con Francesca Follini

Creato il 19 dicembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

francesca follini lavora come fumettista, illustratrice, colorista, grafica freelance e gestisce un’intensa attività didattica fatta di corsi, laboratori, workshop. Ha collaborato con varie realtà editoriali nazionali e internazionali, dal Centro Fumetto Andrea Pazienza, con cui ha esordito pubblicando la trilogia Progetto Uranus, a Casterman-Jungle, Tunuè, AbsoluteBlack e N.P.E., per la quale ha realizzato Il Sesto. Attualmente lavora per l’editore francese Delcourt, per il quale ha terminato da poco il terzo volume di Superworld.
Francesca è anche una vecchia amica de Lo Spazio Bianco, avendo realizzato la Recensione a Fumetti del volume di Bastien Vives
Nei miei occhi.

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Sketch del Joker

Chi è Francesca Follini e come è arrivata a fare quello che fa?
Eh, mica facile auto-definirsi! Soprattutto per me, che continuo a correre tra mille fronti aperti. Cerchiamo di riassumere dicendo che sono una fumettista/disegnatrice/docente arrivata alla sua “multisfaccettata” professione per un ingenuo, inconsapevole, entusiastico approccio da Pollyanna alla vita, unito a un’impareggiabile forma di testardaggine e a una vaga tendenza autolesionista. Sì, direi che più o meno è andata così. E, tutto sommato, va avanti così tuttora!

Quali sono i tuoi fumettisti o illustratori di riferimento? Più in generale, quale tipo di fumetto e di autori sono stati importanti nella tua formazione?
Tutto cominciò da Classici Disney e anime. I cartoni animati mi hanno totalmente rapita fin da bambina, probabilmente è ad essi che devo la mia esigenza interiore di raccontare storie disegnando. Da lì in poi il range di ispirazioni si è notevolmente ampliato, chiaramente, e trovo punti di riferimento in moltissimi autori, tanto da far fatica ad elencarli! Posso dire che ultimamente sono stata totalmente rapita dalla lettura di Punk Rock Jesus di Sean Murphy, sia dal punto di vista grafico che narrativo, mentre per l’ispirazione grafica attualmente sto adorando Robbie Rodriguez e Otto Schmidt.

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Sketch di Punk Rock Jesus

Oltre che fumettista e illustratrice sei anche un’insegnante, visto che da qualche anno tieni dei laboratori di fumetto nelle scuole: secondo te, quanto è importante, da un punto di vista didattico e anche della diffusione del media, l’insegnamento del fumetto agli alunni della scuola italiana?
Sì, in effetti l’attività didattica è una della mie attività principali, da qualche annetto; oltre ai laboratori, tengo anche corsi annuali ed è il mio terzo anno come docente universitaria presso l’Accademia di Belle Arti Santagiulia di Brescia. Per quel che posso dire, personalmente ritengo il fumetto un’importantissima risorsa che, se promossa e diffusa adeguatamente, può diventare un vero e proprio strumento didattico a sé stante. Anche gli insegnanti con cui mi sono trovata a collaborare concordano: è un mezzo espressivo che coniuga in sé moltissimi aspetti, invenzione, narrazione, scrittura, scansione in “sequenze” ( la sceneggiatura). Non solo disegno, come a volte erroneamente si pensa in questi contesti. E occorre anche fare ordine mentale, organizzare i vari passaggi… convogliare e ottimizzare le proprie risorse verso l’obiettivo finale: le tavole finite. Inoltre, c’è anche un fondamentale aspetto di diffusione: se bambini, ragazzi e insegnanti stessi si abituano a considerare il fumetto come mezzo espressivo “di livello”, pian piano il pregiudizio per cui i fumetti debbano essere a tutti i costi letture minori andrà finalmente scemando! Hai visto mai?

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Paul Bellamy, leader della band musicale The Muse

In Italia hai pubblicato, tra gli altri, con il Centro Fumetto Andrea Pazienza (Progetto Uranus) e con NPE (Il Sesto) e poi sei “emigrata” in Francia: com’è avvenuto e quali sono stati i motivi del passaggio al mercato francese?
Tutti i miei approdi editoriali hanno il comun denominatore di cui sopra: l’approccio da Pollyanna. E per il resto, fortunata casualità degli eventi. Per mia sfortuna sono una pessima manager di me stessa, complice anche una discreto sottosviluppo della mia autostima che mi fa sempre sentire inferiore a chiunque altro autore e/o disegnatore. Insomma, propormi mi è difficile. Quel che mi è facile invece è impegnarmi al massimo nelle cose che decido di fare. La mia fortuna è aver trovato negli anni persone – strutture, editori, sceneggiatori – che mi hanno dato una possibilità, offrendomi fiducia dal punto di vista professionale, che io mi sono sempre impegnata a ripagare dedicandomi ai vari progetti che si sono susseguiti col miglior lavoro possibile, relativamente alle mie capacità del momento.

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Sketch di Supergirl

Dal punto di vista culturale il fumetto in Francia ha un valore e un riconoscimento maggiori di quanto non avvenga nel nostro paese. Da un punto di vista professionale, quali sono le differenze?
Rispetto del tuo lavoro, giusti compensi e puntualità nei pagamenti dovuti. Lascio poi volentieri le considerazioni di concetto a chi ne sa più di me.

Molti autori italiani, oltre a lavorare per il mercato francese, hanno deciso di fare della Francia anche la loro residenza: tu preferisci continuare a stare in Italia e a lavorare da qui oppure ritieni che ci siano dei vantaggi da un punto di vista professionale a risiedere nella stessa nazione della casa editrice per cui pubblichi?
Mah, sapendone poco non vorrei dire cavolate a riguardo! Per una serie di ragioni non ho mai potuto nemmeno considerare l’ipotesi di trasferimenti, men che meno all’estero, e dunque non ho mai approfondito riflessioni su vantaggi e svantaggi vari ed eventuali. Mi son sempre accontentata di poter sfruttare a mani basse le risorse web come le mail e gli ftp, oltre ai siti di traduzione simultanea che molto aiutano a scrivere decentemente! Aver studiato inglese e francese a scuola purtroppo aiuta solo parzialmente…

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Tavola 2 di Superworld 1 – versione a matita e a colori

RW Lineachiara, in occasione dell’ultima Lucca C&G, ha presentato sul mercato italiano il primo volume di Superworld, in Francia edito da Delcourt. Ci racconti come sei approdata a questo progetto?
Molto semplicemente: Delcourt cercava disegnatori per questo nuovo progetto, scritto da Jean-Marc Rivière. Luca Blengino ha fatto da tramite e mi ha proposto, insieme ad altri disegnatori, di fare delle prove… Fortunatamente son piaciute proprio le mie, e in quattro e quattr’otto avevo il contratto nella cassetta delle lettere. Sì, sono stati quei “momenti di gloria” che ho vissuto sprizzando stelline dagli occhi a ogni passaggio!

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Tavola 55 di Superworld 1

Superworld è un fumetto che si pone a metà tra la spettacolarità dei comics supereroistici statunitensi e l’approfondimento psicologico tipico di un certo fumetto franco-belga: quali sono, a tuo parere, le caratteristiche importanti dell’opera?
Forse proprio questa caratteristica che hai appena citato, e che è elemento fondante della collana Delcourt a cui SuperWorld appartiene, “Comic Fabric”, nata proprio con l’intento di importare un format ultimamente molto gradito al pubblico, i comics, adattandoli al proprio gusto e alla propria sensibilità. Un’operazione molto significativa, secondo me.

In Francia, Superworld è arrivato al terzo volume, uscito lo scorso agosto: avete già stabilito in quanti tomi si svilupperà l’avventura?
Proprio in tre volumi! Con Evolution, il cerchio narrativo di SuperWorld si è chiuso, e per il momento non sono previsti seguiti. Se poi un giorno si dovesse parlare di una seconda serie…beh, io sono qui!

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Tavola 28 di Superworld 3

Quali sono gli strumenti tecnici di cui ti avvali nel tuo lavoro: che tipo di carta, matite, pennini o pennelli usi? Fai anche uso del computer?
Soprattutto del computer! Mi sono da poco convertita all’uso di tavoletta grafica Cintiq; ormai lavoro prettamente in digitale, trovandomi per altro benissimo, sia per resa finale che per ottimizzazione dei tempi. Detto questo, fosse anche per puro diletto personale, non abbandonerei mai gli strumenti di disegno tradizionali. Purtroppo faccio i conti con una fastidiosa paranoia, che per sketch e studi mi fa sentire in colpa a “sprecare” materiali pregiati… quindi ripiego spesso su materiali da cancelleria più “poveri”: matite, biro, evidenziatori e bianchetto… tutta la roba da “cestone delle offerte” del supermercato che riesco a reperire. E che però mi ispira un sacco! Ci riempio risme di carte, da riciclo, chiaramente!

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Tavola 22 di Superworld 2

Francesca Follini oggi: a cosa stai lavorando? Ci puoi anticipare qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Uff, progetti ne ho così tanti! Essenzialmente, a me basta riuscire ad andare avanti a far fumetti, davvero. Posso dire che spero con tutto il cuore di riuscire a portare alla luce un paio di storie a cui tengo moltissimo, sempre pronta però nel frattempo ad attivare anche altri progetti che mi si potrebbero parare davanti, all’occorrenza. Quello che desidero molto è comunque riuscire prima o poi a tornare a lavorare su progetti scritti da me: di questo sento davvero un’esigenza piuttosto forte.

Da autrice a lettrice di fumetti: quali sono i tuoi generi e le tue opere preferite e se dovessi consigliare un fumetto quale sarebbe?
Sono una lettrice molto poco “scientifica” e decisamente umorale: leggo quello che mi ispira in un particolare momento, senza preclusioni di genere, autore, stile grafico o che dir si voglia. Come per la domanda sui riferimenti di prima, mi trovo un po’ in difficoltà a stilare liste che selezionino uno o pochi titoli: lascio la parola a gente che ne sappia più di me, perché a fare liste mi viene una sorta di “ansia da prestazione”!
Posso giusto dire che l’ultimo fumetto che ho letto, Dimentica il mio nome di Zerocalcare, a mio avviso merita un sacco e che ne consiglio la lettura, come di tutte le opere di Michele, d’altra parte!

Intervista realizzata via mail e conclusa il 26/11/2014


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