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Queen Anne's Resurrection: Viaggio I - Le Carte dello Stregone: Bruce Boston

Creato il 11 luglio 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti

Primo numero, anzi Viaggio I della Queen Anne's Resurrection, il nuovo ambizioso progetto del Posto Nero dedicato a scoprire i tesori dell'Horror: narrativa, poesia, illustrazioni, approfondimenti, lettere, tutto materiale raro e assolutamente inedito, prodotto dai protagonisti della cultura e letteratura horror nazionale e internazionale. Ogni viaggio della Queen Anne's Resurrection conterrà un nuovo carico di materiale, recuperato per mari e oceani tramite arcane ricerche e antiche mappe. I temi di ogni Viaggio saranno più di uno, come in questo caso. Ma prima di presentare il carico di oggi, davvero di eccezione, è consigliabile salire a bordo della Queen Anne's Resurrection tramite la pagina dedicata, per conoscere questa oscura nave, la sua storia, informarsi sul codice dei pirati e consultare la galleria di video di mostri, creature e leggende del mare. Sali a Bordo
Ora è il momento di presentare il carico del Viaggio I: Dalla umida stiva della Queen Anne's Resurrection sono emerse due poesie di Bruce Boston, inedite sul web e fuori stampa anche negli USA. L'autore stesso ha selezionato questo materiale per Il Posto Nero, si tratta di opere che raccontano la natura delle Tenebre, dell'oscurità, non poteva essere altrimenti in questo luogo. Si tratta della prima volta che Bruce Boston viene tradotto in italiano, un autore vincitore di quattro Bram Stoker Award per la poesia (tra cui l'ultima edizione) oltre a essere risultato per sei volte tra i finalisti. Parliamo senza dubbio del poeta dark più importante in assoluto a livello internazionale, materiale dunque più che adatto ai preziosi standard della Queen Anne's Resurrection, che imparetete a conoscere sempre meglio.
Ma non finisce qui, il Viaggio I riserva altre sorprese. Troverete una illustrazione inedita, dedicata al Posto Nero (è proprio questo il nome dell'illustrazione) realizzata ad hoc da Daniele Serra, artista di grandissime qualità, che ha illustrato le copertine di molte opere horror di autori di livello internazionale (tra i quali anche Bruce Boston), collaborando con DC Comics, Weird Tales e molte altre importanti realtà. La sua illustrazione è ispirata dai versi di Bruce Boston e dai temi dell'oscurità, delle tenebre, dell'angoscia dell'indefinito, dei Posti Neri. Il concetto di buio il cui esistere è legato indissolubilmente alla luce, come ha definito l'autore stesso.
Oltre questo materiale, già in grado di soddisfare gli appassionati di genere e i palati più ambiziosi, il Viaggio I non finisce di sorprendere, contenendo anche il primo numero di Ocracoke Cemetery, una rubrica di storia e leggenda della pirateria curata da Daniele Bonfanti, scrittore, editor e giornalista, nonchè mio caro amico. Anche Ocracoke Cemetery sarà un lungo viaggio nel tempo, e continuerà a raccontarci storie avvincenti nei prossimi "viaggi" della Queen Anne's Resurrection.
Insomma, questa è la Queen Anne's Resurrection, niente di quello che avete visto finora, non resta altro che continuare a leggere, ma non dimenticate poi di salire a bordo per altre sorprese.



Profili degli autori:
Bruce Boston (Chicago 1943) Le sue poesie  sono apparse in centinaia di pubblicazioni, tra cui Amazing Stories, Realms of Fantasy, Strange Horizons, Weird Tales, The Pedestal Magazine, Year's Best Fantasy & Horror, ricevendo numerosi premi, quattro Bram Stoker Award (Pitchblende, 2003, Shades Fantastic, 2006, The Nightmare Collection, 2008, Dark Matters, 2010) e sei nomination, e molti altri prestigiosi riconoscimenti, Pushcart Prize, Asimov's Readers' Award, Best of Soft Science Fiction Award, Grand Master Award of the Science Fiction Poetry Association. L’opera di Boston non si ferma alla poesia, ma si manifesta anche nella narrativa, attraverso la pubblicazione di diverse opere, tra le quali i romanzi Guardener's Tale e Stained Glass Rain. Sito Web
Daniele Serra classe 1973, illustratore professionista, i suoi lavori sono stati pubblicati in Europa, Australia e Stati Uniti, è stato protagonista  di diverse mostre negli Stati Uniti e in Europa. Hrealizzato illustrazioni per autori come Brian Stableford, Rain Graves e Steven Savile. Ha lavorato per DC Comics, Image Comics, Cemetery Dance, Weird Tales Magazine, PS Publishing, Dark Region Press, Delirium Books e altre pubblicazioni. Nel 2009 e 2010 è stato nominato per il British Fantasy Award. Sito Web


Cronache dei Pirati -1° parte
Un’origine molto anticaDobbiamo tornare molto indietro nel tempo per tracciare le origini della pirateria. E possiamo supporre che, al di là dei primi resoconti noti, i pirati abbiano cominciato le loro scorribande fin da quando l’uomo ha cominciato a trasportare merci via nave. Si comincia a parlare di pirateria, in ogni caso, con i misteriosi Popoli del Mare di cui narrano gli Egizi: nel XIII secolo a.C. Egeo e Mediterraneo erano spesso teatro di loro predazioni. Non si trattava di pirati come li intendiamo oggi: gli attacchi erano svolti non da avventurieri indipendenti, ma spesso dalle stesse flotte “ufficiali” di quei popoli, per le quali le razzie – come lo sarebbero state per i Vichinghi quasi due millenni più tardi – erano semplicemente un metodo di sostentamento come per altre civiltà poteva esserlo la caccia o la coltivazione.Occorre infatti, per meglio comprendere il discorso che faremo, una distinzione che la Storiografia non ha mai marcato con la dovuta precisione, e chi mi pare invece utile: tra pirateria “istituzionalizzata” e pirateria “indipendente”. La prima forma identifica il modello dei popoli pirata che abbiamo appena visto; il secondo quello di equipaggi guidati da avventurieri indipendenti in cerca di fortuna, banditi che non si riconoscevano nelle leggi di alcun governo e spesso infatti portavano a bordo genti di varie provenienze.
I pirati nel mondo classicoI pirati costituivano un serio problema per la navigazione del Mediterraneo. Illiri, Traci, Fenici, e in particolare i Tirreni. Atene, e poi Rodi e Cartagine – grandi potenze centralizzate – arginarono il pericolo; ma la distruzione di Cartagine nel 146 a.C. a opera dei Romani, che schiacciarono anche Rodi, portò a una nuova proliferazione dei pirati: il Mediterraneo era troppo grande da sorvegliare per la sola flotta romana, e seguirono anni di prede facili per i pirati orientali, Cilici fra tutti. I Romani però, nel secolo successivo, si opposero con determinazione. I pirati si erano fatti estremamente “impertinenti”, arrivando persino nel 75 a.C. a rapire Giulio Cesare. Il futuro dittatore scherzava amabilmente con i suoi carcerieri, dicendo loro che li avrebbe fatti impalare; quando chiesero il riscatto, i pirati volevano 20 talenti d’oro, ma Cesare si offese, dicendo che ne valeva almeno 50. I pirati ne chiesero 50 e li ottennero. Cesare, appena raggiunta la salvezza, fece retrofront al comando di una flotta, catturò i pirati e li fece impalare tutti, come promesso. Fu Pompeo Magno, otto anni più tardi, a ricevere con la Lex Gabinia de piratis persequendis l’incarico e i poteri per una massiccia campagna che lo portò per mare per tre mesi di battaglie, e che si concluse in Cilicia con l’obliterazione della minaccia.Naturalmente, i pirati non svanirono del tutto; e trovarono altre coste su cui gettare la propria ombra. In particolare, la costa del Golfo Persico nei secoli successivi fu chiamata “La Costa dei Pirati” e vide feroci battaglie dei re persiani volte a contrastarli.
Vichinghi e pirati nel MedioevoDal 783 al 1006 si estende l’Era Vichinga.Per i Vichinghi, navigatori provenienti dalla Scandinavia dalla tradizione marinara antichissima, la guerra continua e la razzia erano il costume. Si trattava di un popolo di guerrieri, sempre in lotta anche fra loro, che brindavano ogni sera alla morte in battaglia – il più grande degli onori che avrebbe consentito di accedere al Valhalla, un paradiso in cui, com’è ovvio, non si fa altro che combattere tutto il giorno; ogni sera tutti risorgono, e festeggiano in un’orgia dove non mancano cibo e belle donne. Si potrebbe dire che il loro stile di vita rappresenta l’archetipo del “popolo pirata” come nessun altro.Dall’ottavo secolo, per la prima volta scesero dai loro freddi mari, doppiarono lo stretto di Gibilterra e si infilarono a bordo dei loro leggeri e maneggevoli drakkar nel Mediterraneo. Nessuna nave poteva competere con la velocità e la capacità di navigare anche fondi bassissimi dei drakkar, né con la loro capacità di tenere il mare aperto (i Vichinghi raggiunsero anche il continente americano). Questi predoni, armati fino ai denti, apparivano all’improvviso come spettri e gettavano terrore negli abitanti dei villaggi designati come prede. Dove arrivavano portavano rovina. Colpirono tutte le coste del Mare Nostrum, compresa quella nordafricana; risalirono i fiumi dell’Europa dell’Est, raggiunsero la Persia. Intanto non mancavano di continuare le aggressioni nel Mare del Nord e nel Baltico. In mancanza di un forte potere centrale, l’Europa non poteva opporsi a questo flagello. E non bastavano i Vichinghi... I mari erano resi pericolosi anche da pirati arabi che avevano basi sulle coste sud della Francia e dell’Italia; e dai feroci pirati Narentini, che con il lento declino della potenza bizantina avevano – dalle coste di quella che veniva chiamata Pagania (attuale Croazia) in virtù della fiera opposizione al Cristianesimo – ridato vita alla tradizione illirica piratesca. I Narentini contavano su navi chiamate sagena, simili ai drakkar, e misero in seria difficoltà Bisanzio e Venezia per secoli di continui attacchi, trattati infranti e durissime reprimenda, fino al 1018: con la distruzione dell’Impero Bulgaro, la Pagania fu annessa all’Impero Bizantino.

Daniele Bonfanti è autore del romanzo Melodia (Edizioni XII) e di racconti tra weird, avventura, orrore e fantascienza; è curatore di varie raccolte di racconti, tra cui Archetipi, Carnevale e Discronia. Studioso di semiotica intepretativa, attualmente lavora come editor-in-chief per Edizioni XII, casa editrice per la quale dirige la collana Camera Oscura, e come editor e consulente letterario freelance. Caporedattore del portale LaTelaNera.com, per oltre due anni ha curato rubriche fisse legate ai misteri antichi sulla rivista Hera, per la quale ha anche scritto tre saggi; collabora come articolista o responsabile di rubriche e laboratori con diversi portali e riviste digitali. Sito Web


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