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Quello che il renzismo non dice (14): di Draghi, di riforme, di compagnie di bandiera sexy e di altre sfavole dei nostri giorni. E su Michael O’Leary.

Creato il 09 agosto 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

220px-Mario_Draghi_World_Economic_Forum_2013_crop“If drink sales are falling off,

we get the pilots to engineer a bit

of turbulence. That usually spikes sales.”

Michael O’Leary

 

di Rina Brundu. È tutto un tripudio balneare soddisfatto. Renzi, in piena eccitazione post primo-si alla riforma costituzionale, giura che nessuno lo fermerà; Berlusconi, alla stregua di una favolosa araba fenice che festeggia la milionesima risurrezione, rivendica il ruolo da protagonista del partito e promette (o minaccia?) di tornare più bello e combattivo che pria; il ministro Boschi, forte della benedizione della Finocchiaro, starebbe prenotando un volo last-minute, destinazione IKEA… pardon, sconosciuta.

Come non bastasse era solo ieri quando i giornali renziani festeggiavano la firma dell’accordo Alitalia-Etihad e scongiuravano il pericolo dello sciopero-pazzo nei nostri aereoporti, soffocati, tra le altre cose, anche dall’afa estiva. Soprattutto, si starebbe festeggiando la nascita di una nuova compagnia di bandiera più sexy: proprio quello che ci mancava! Non una compagnia di bandiera in mani italiane, libera, indipendente, senza debiti e specialmente capace di evitare gli “esuberi necessari”, ma SEXY, che fa più figo e trendy. “Sarà un’azienda più sexy” avrebbe infatti detto il numero uno di Etihad James Hogan e a confermarlo facevano da colorito sfondo alle foto-di-rito post annuncio dell’accordo diverse bellissime hostess nostrane e più mediorientaleggianti. Di converso, in primo piano, oltre la faccia sorridente e soddisfatta dello stesso Hogan, si potevano ammmirare i faccioni satolli di numerosi “maschi” nostrani, come a dire che la nuova Alitalia non sarà solo una società sexy ma anche una company governata con le palle, con tutti i gioielli di famiglia al posto giusto e niente tette: crepa di invidia Michael O ‘Leary che la sua Ryan Air l’ha fatta nascere, crescere, prosperare solamente con un occhio attentissimo alle spese, finanche assumendo, laddove gli conveniva, assistenti di volo brutte come la morte ma che il risultato lo portavano a casa comunque!

Giorni prima erano state invece le parole di Mario Draghi, il presidente della BCE, a guadagnarsi un occhiello sui giornali di punta. Draghi ha parlato di Italia e di riforme da farsi pena la perdita della sovranità nazionale (una sorta di iperbole da estate fantozziana difficile da perdonare anche ad un governatore di una banca centrale, se non altro per il rispetto che in questi giorni si deve a chi ha dato la vita perché la conquistassimo quella sovranità!), e subito Renzi ha detto di trovarsi pienamente d’accordo con lui. Del resto Renzi é sempre d’accordo con chi ha un conto in banca con molti zeri, o è solo una mia impressione? Il dubbio, il sospetto che mi assilla é che le riforme di cui parla Draghi non siano proprio quelle burocratiche sulla cui realizzazione ha scommesso il suo esistere il governo renziano, ma magari mi sbaglio.

Di sicuro, dopo una vita spesa qui nella Terra Smeralda, dopo avere testimoniato e vissuto in pieno, in prima linea (che però debbo confessare non è stata la stessa “prima linea” che, disgraziatamente per loro hanno vissuto i nostri nonni), il suo boom digitale prima e finanziario poi, posso senz’altro garantire che all’origine di quei “boom” non c’erano le riforme burocratiche di cui sopra; quelle, infatti, si danno per scontate a queste latitudini e senza troppe sceneggiate. Alla radice di quei boom c’erano invece incentivi economici sostanziali per le imprese americane che colonizzavano il sacro suolo, una generazione di ragazzi cosmopolita e preparatissima, un humus linguistico multinazionale senza rivali, un orizzonte d’attesa tecnologico e sufficientemente spregiudicato, una capacità imprenditoriale davvero in grado di volare e di sognare e che, dulcis in fundo, ha saputo fare una differenza.

Michael O’Leary in realtà è solo una, forse la più nota, delle tante storie di successo consolidato che sono state ciliegina importante nella torta irlandese degli ultimi venti anni; una torta di una sostanza tale che ha permesso a questa piccola nazione di riprendersi dallo sboom post fallimento Lehman anche con una certa velocità e di adeguarsi alle necessità dei nuovi tempi con la serietà necessaria. Favole e sfavole dei giorni nostri, a ciascuno la sua.

Featured image, Mario Draghi.


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