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QUELLO CHE VORREI o QUELLO CHE VORRAI?

Da Maxdejavu

Vi sembra una domanda alla quale sia semplice dare una risposta???
Assolutamente no.
Ieri con Anto ci siamo dedicati un’ora e mezza per vedere finalmente un film, “Stanno tutti bene”
L’avete visto? No?
Insomma il succo è questo. Un padre dedito al lavoro per mantenere la famiglia e per poter far realizzare i sogni ai propri figli.
In fondo non era altro che il suo desiderio più recondito di sapere, ma era solo un modo di credere, che i figli fossero realizzati e felici.
Bene.

Il succo è che poi quegli stessi figli erano un mezzo fallimento (per lo standard del padre).
“Perchè a vostra madre raccontavate tutto e invece a me non avete mai raccontato niente? Mi avete tenuto all’oscuro. Mi avete mentito!”
“Papà, la Mamma sapeva ascoltare… tu sapevi parlare”
Terrificante.

“Ma io vi spronavo, vi spingevo ad essere i migliori, volevo che realizzaste i vostri sogni, le cose che avreste voluto diventare”
“Si ma non tutti i sogni si possono realizzare, e tu volevi che invece accadesse, ci tenevi tanto…”
“…”
“Ma tu non hai mai avuto dei sogni?”
“Io?”
“Si, tu!”
“No, io no, ero troppo impegnato a lavorare, volevo solo essere un buon padre!”
Drammatico

Questo è il punto. Saremo mai in grado di capire i nostri figli?
Oppure li vorremo spingere e spronare in ciò che NOI riteniamo siano portati e in ciò che NOI riteniamo sia la giusta strada per loro?

Il risultato di quei figli??
La maggiore, ricchissima ma separata, con un figlio irascibile e distaccato dal padre.
Il secondo percussionista nell’orchestra filarmonica di vattelapesca mentre lui aveva immaginato (CREDUTO?) fosse un direttore d’orchestra.
La piccola ballerina mancata, amante di un riccastro, cameriera presso un ristorante mentre lui immaginava o credeva, fosse una ballerina professionista, bisex ma con un figlio dal riccastro.
Il secondo, pittore incompreso, morto di overdose in Messico.

Cioè, non fraintendetemi. Tutte situazioni assolutamente normali ma tutte assolutamente segrete per non ferire l’animo del padre che ha sgobbato tanto per farli studiare e farli diventare “qualcuno”, la manager, la ballerina, il direttore d’orchestra, l’artista pittore.
Insomma ai suoi occhi un fallimento.

Il punto è che un giorno dovremo capire che quello che facciamo per loro non dovrà o non sarà ricompensato da parole d’amore e di gratitudine eterne. Il punto è che quello che noi speriamo sia il meglio per loro magari, per loro sarà il peggio.

E allora ci dovremo aspettare di tutto. Tutto.
Saremo in grado di capirlo? Di capire che non è un torto a noi ma una scelta loro per loro?

Signore che angosci? L’eterno desiderio o solo speranzadi essere genitori perfetti, adorati, generosi, giusti… Insomma la continua ricerca del fallimento familiare.
Più una cosa la metti in mostra e meno la vedi. Questo è il guaio.
Perchè la soluzione forse è proprio davanti ai nostri occhi e noi non ce ne accorgiamo mai.
Spingiamo i nostri pargoli ad essere quello che noi avremmo voluto fare o saremmo voluti essere. Ovviamente non tutti.
Dei conoscenti a Natale hanno regalato la minimoto alla bimba di 3 anni,  perchè è sempre stato il sogno del padre!
Altri conoscenti, truccano e trasformano la pargoletta di 3 anni in una specie di bambola di porcellana e poi la iscrivono a tutti i concorsi di bellezza per bambini perchè “Io sono una diva mancata, io sarò più accorta dei miei genitori!”

Insomma, più andiamo avanti e più mi sento maledettamente inadeguato.
Sento che day by day, tutte le mie certezze e i miei buoni propositi sono solo speranze mie rivolte a loro.

Alla Nana oggi sull’onda emotiva del film, abbiamo chiesto:
“Nana cosa vuoi fare da grande?”
“Io non vojo fare da gande!”
“Cosa vuoi diventare?”
“Io non vojo diventae che divento gande!”
“Vuoi fare la pittrice? la maestra? la veterinaria? l’avvocato? il medico?”
“No io non vojo diventae gande come Mamma e Papà!”
“…”
“Io sciono piccola!”

Appunto


Filed under: Follia collettiva Tagged: ballerina, fallimento, mamma

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