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quisquilie che non varrebbe la pena di menzionare se solo succedesse qualcosa di importante

Da Guchippai

quisquilie che non varrebbe la pena di menzionare se solo succedesse qualcosa di importante

Guchi Chan e Indiana Giorgious Giussani per Swappa

qualche tempo fa, mentre mi spremevo le meningi nel tentativo di partorire qualche buona idea per il blog, avevo deciso di dedicare uno spazio fisso alla pronoia; avevo perfino già scritto sia il post introduttivo che un altro in cui parlavo del rapporto tra pronoia e serendipity. tutto molto bello e zuccheroso, difatti mi sono smagata subito. che poi non è nemmeno vero, è solo che dopo quel primo post mi sono resa conto che non c'era altro da aggiungere. l'universo mi ama? se sì, ha uno strano modo di dimostrarmelo. in realtà se uno osserva gli eventi della mia vita in ordine cronologico si rende conto che c'è una sequenza precisa: circa due minuti prima di finire veramente nella merda accade qualcosa che mi salva. il problema è quanto sono stata male prima che arrivasse quella salvezza: tanto da fare sì che i miei sospiri di sollievo siano impercettibili perchè respirati sotto la cappa di un certo senso di persecuzione che mi fa sempre concludere, oltre l'evidenza, che non me ne va mai bene una. certe analisi a posteriori le faccio col cervello, ma è sempre il cuore quello che si sente derelitto, perciò anche se mi tocca onestamente ammettere di essere una persona tutto sommato fortunata, dall'altro lato continuo a sentire la mancanza costante di qualcosa che non otterrò mai. insomma, me la cavo benissimo con la paranoia, ma la pronoia la condivido giusto una volta all'anno. che cosa c'entra tutto questo con quanto sto per dirvi? una fava, però mi è venuto in mente e mi andava di scriverlo. dunque: al momento una mia foto è esposta presso una libreria della città, in compagnia di altre undici e in veste di una di quelle maggiormente apprezzate dai giudici di un concorso locale al quale ho partecipato. prima che mi facciate i complimenti, ci tengo a sottolineare che:

  • la libreria è talmente di nicchia che va bene se ci entrano tre persone a settimana, con buone pace del proprietario che è persona degna, oltre che un mio conoscente;
  • il concorso era organizzato da una parrocchia e in tutto sono state presentate 48 foto, quindi non si può dire che ci fosse 'sta gran concorrenza.

e poi ho pure pubblicato: sei mie foto sono su di un libro che raccoglie i finalisti del concorso Swappa organizzato dalla rivista on line Fluster Magazine. però, ancora una volta, prima che vi complimentiate è doveroso farvi notare che:
  • il concorso era relativo a uno swap, cosa che ha poco a che fare col talento e moltissimo a che fare con il culo;
  • le foto in realtà sono realizzate insieme a un'altra persona, perciò il mio eventuale merito va diviso per due (o per tre, se consideriamo anche il fattore culo di cui sopra);
  • il libro fotografico è edito tramite Blurb, perciò non si trova nelle librerie e dubito che qualcuno cacci dei soldi per farselo stampare e spedire (a parte che, se anche lo facesse, io non ci guadagnerei un centesimo).

perciò, come concludiamo? ci sono gli elementi per festeggiare o, come al solito, continuo a sentirmi la solita mediocre che nella vita non ha mai combinato un cazzo degno di nota? a voler fare i pronoici, bisognerebbe notare che:


  • a fare queste cose mi sono divertita;
  • grazie ad esse ho conosciuto delle persone nuove;
  • ho comunque superato una selezione entrando nella fase finale di questi due concorsi: sempre meglio che farsi buttare fuori con un calcio nel sedere al primo giro.

e insomma, questo benedetto bicchiere non si sa mai quanta acqua contenga...

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