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Racconto: I topini innamorati

Da Bananaecioccolato

 

Racconto: I topini innamorati

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In un paesino sperduto su per le montagne, in una piccola casetta ricavata da una scatola da scarpe, in una baita su per una valle, c’è una coppia di topini. Non sono più tanto giovani ma se la cavano bene. Alla sera si siedono sulle poltroncine ricavate da due gomitoli di cotone, uno davanti all'altra:  lui legge il giornale dello sport e lei fa la maglia. In paese li conoscono tutti, perché vanno sempre in giro insieme e non si separano mai. Lei con gli anni ha perso la memoria, e ogni tanto non si ricorda la strada per tornare a casa. Capita che la trovino ferma davanti alla posta che si guarda attorno spaesata, o che scenda alla fermata dell’autobus sbagliata e si ritrovi nel bel mezzo della campagna. Allora qualcuno chiama il marito e lui la va a prendere e la riporta a casa. Qualche giorno fa lei uscì di casa per andare a fare la spesa come faceva tutte le mattine, andò prima dal lattaio, poi dal salumiere, e poi si fermò a fare due chiacchiere con la calzolaia del borgo. Si fece mezzogiorno e non fece rientro a casa. Il marito cominciò a preoccuparsi, e uscì a cercarla. La cercò per tutto il paese, finché non la trovò addormentata su una panchina nel parchetto della chiesa. Faceva molto freddo, e lei doveva essere sì da un po’ di tempo. Cercò di svegliarla, ma non ci riuscì. Allora la prese in braccio e la portò dal dottore. Faceva fatica a camminare, ma in quel momento non avvertiva nessuno sforzo. Era riuscito a trovare un’energia che mai avrebbe creduto di avere. Le gambe gli tremavano sotto il peso di lei, ma passo dopo passo arrivò fin dal dottore, e solo lì si fermò, stremato, per riprendere fiato. Grazie alle cure, lei si riprese , e quando finalmente lui poté entrare nella sua stanza, le prese la zampa e la riempì di baci. Gli occhi di lei si aprirono piano piano, e videro lui. Lei gli sorrise e poi gli disse guardandolo “Mentre dormivo ti ho sognato. Ti ricordi quando da ragazzi mi dicevi sempre che io ero la tua principessa e io ti rispondevo che eri il mio principe?” “Certo che mi ricordo” le rispose lui. “Ho sognato che eravamo ragazzi. Ero in una vallata verde con tanti alberi, ai piedi delle nostre montagne, ero lì a raccogliere fiori. Ero giovane nel sogno, giovane e carina come tanti anni fa, quando ci siamo conosciuti” “Ma tu sei ancora giovane e carina” le disse lui. Lei lo guardò con tenerezza e continuò: “Io avevo un vestito rosa con dei fiorellini disegnati, ero scalza, ma in testa avevo una corona da principessa. E mentre raccoglievo i fiori si è alzata una leggera brezza, un vento piacevole, e sei arrivato tu. Eri così reale, non sembrava un sogno, sembrava realtà. Tu eri vestito da principe, avevi il mantello bianco e i calzoni rossi a scacchi, quelli che portavi sempre da ragazzo, te li ricordi? E poi avevi una bellissima corona in testa” .Fece una pausa e fissò lui che ascoltava. Poi riprese stringendogli più forte la mano “E quando sei stato a un passo da me, mi hai preso la mano e mi hai chiesto se volevo diventare la mia principessa?”. “E’ un sogno bellissimo” le disse lui. "Chissà come eravamo felici in quella vallata". Lei lo guardò fisso negli occhi e poi gli disse: “Sì, ma io voglio stare qui, e continuare a vivere la mia vita accanto al mio principe, senza la corona ma con qualche ruga in più”. 
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