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Ragione e sentimento (Austen)

Creato il 04 agosto 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Eccoci al mio primo incontro con Jane Austen: mi sembra incredibile averne rimandato la conoscenza così a lungo, perché, sebbene non sia tipo da romanzi con profluvi di ricevimenti, tè, fantasie romantiche e vagheggiamenti di matrimoni, sono sempre stata affascinata dalle atmosfere ottocentesche e dalle ambientazioni nelle campagne inglesi. Grazie agli amici che mi hanno regalato Ragione e sentimento ho finalmente compiuto un passo rimandato troppo a lungo.
Ragione e sentimento (Austen)La trama del romanzo, di per sé, non ha nulla di speciale: due sorelle, Elinor e Marianne, si innamorano di due giovani di buona famiglia e devono far fronte agli ostacoli delle aspettative sociali delle di loro famiglie, che cercano per i figli matrimoni economicamente convenienti. L'evoluzione delle rispettive storie d'amore procede in maniera abbastanza simile, fra speranze, delusioni e rivolgimenti inattesi in cui il pettegolezzo e le manovre di madri, zie e suocere la fanno da padrone. Diverso è, invece, l'approccio che ciascuna delle sue sorelle Dashwood ha nei confronti dell'amore stesso: quanto Elinor è razionale e contenuta nel manifestare le proprie emozioni e gestire i sentimenti, tanto Marianne si lascia prendere dalla passione, dai sogni e da attacchi di isteria, senza mai risparmiarsi di rinfacciare alla sorella quella che crede una freddezza incomprensibile per una fanciulla innamorata.
Un racconto piacevole, ironico, leggero che, se non permette grandi riflessioni esistenziali come molti classici coevi, è tuttavia estremamente godibile, anche grazie alla prosa piana ed elegante di Jane Austen, che sembra accompagnarci nei salottini inglesi all'ascolto delle confidenze e delle chiacchiere delle signorine in età da marito. Al di fuori dei momenti in cui straripa l'emotività di Marianne, emerge un trattamento freddo e calcolatore nei confronti dell'amore, tale che è difficile distinguere la presentazione dei sentimenti da quella della socialità del matrimonio (alcuni lunghi discorsi dedicati al calcolo delle rendite in previsione delle nozze di questo o quella sono addirittura imbarazzanti), ma, confrontando questi passi con altri di romanzi coevi, come La fiera delle vanità, si comprende l'enorme importanza data al versante finanziario delle relazioni.
 Ragione e sentimento (Austen)L'aspetto più affascinante della narrazione è, a mio avviso, nell'evoluzione del carattere delle sorelle Dashwood, nel rafforzarsi progressivo della loro confidenza, nella graduale apertura di Marianne alle posizioni di Elinor, che appare sicuramente come il personaggio più caro alla Austen, forse per la tendenza ad associare Elinor alla propria sorella, Cassandra. Ho trovato emozionante il ruolo quasi materno che Elinor assume verso Marianne, riuscendo a celare le proprie angosce e a suscitare nella sorella minore un'ammirazione che la porta a vedere le proprie emozioni in modo completamente diverso.
Lo suggerisco: a chi ama i personaggi sognatori, i colori pastello, le sottili ironie e i finali distensivi. E, comunque, a chi ricerchi una lettura leggera senza temere di incappare in una sciocchezza.
«Tu non ti fidi di me, Marianne.»
«Via, Elinor, un rimprovero simile proprio da te... che non ti fidi di nessuno!»
«Io!», replicò Elinor, piuttosto confusa. «Ti assicuro, Marianne, che non ho nulla da dire.»
«Nemmeno io», ribatté Marianne con vigore, «le nostre situazioni sono identiche. Nessuna di noi ha niente da dire; tu perché non comunichi mai niente, io perché non nascondo mai niente.»
C.M.

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