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Recensione "Borgo Propizio" di Loredana Limone

Creato il 25 maggio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione "Borgo Propizio" di Loredana Limone

Pubblicato da Germana Maciocci Cari lettori, che Loredana Limone fosse una scrittrice dallo stile più che "gustoso", ne avevo avuto già il sentore leggendo la sua raccolta di racconti Volevo essere un grande chef (QUI la mia recensione pubblicata su Diario). Mi sono lanciata pertanto con grande entusiasmo nella lettura del suo romanzo Borgo Propizio, appena pubblicato da Guanda Editore, e le mie aspettative non sono andate deluse: amicizia e amore,  humour, un pizzico di giallo, sono tra i vari ingredienti che fanno di questo libro un simbolo di letteratura al femminile solare e positivo, di alta qualità narrativa, assolutamente da non lasciarsi sfuggire. Enjoy!
Titolo: Borgo Propizio
Autore: Loredana Limone
Uscita: 10 maggio 2012
Casa Editrice: Guanda Editore
Collana: Narratori della Fenice
Pagine: 280
Prezzo: € 16,50
Trama: Tutte le fiabe cominciano con C’era una volta… ma questa è diversa, questa comincia con “C’è una volta…”, al presente, sì, perché c’è la volta in cui si decide di cambiare tutto. E ricominciare. Tutto ruota attorno a una latteria, che la giovane Belinda vuole aprire nel centro di un delizioso paesino medievale. Certo, il paesino più che delizioso sembra sonnolento, a causa di una giunta comunale poco attiva; certo, nel negozio che Belinda sta ristrutturando si dice aleggi la presenza di un fantasma. Ma la ragazza vuol cambiar vita a tutti i costi, per superare il divorzio dei suoi, per riprendersi da una delusione amorosa, per rompere con tanti legami. La circonda una folla di personaggi divertenti e scombinati, sinceri e misteriosi... come la vita. Un libro autentico, sincero, divertente. Una voce nuova che ci farà amare questa simpatica Armata Brancaleone del ventesimo secolo perché presenta la vita nella sua semplice complessità, quasi a dirci: osa essere te stesso… e non sarà poi così dura. 

RECENSIONE Alcune pagine, e vi ritroverete completamente immersi nella storia di Borgo Propizio e dei suoi abitanti. Un paesino come tanti; un piccolo gioiello della provincia italiana lasciato a sopire da diversi anni, tra alberi, colline e vigneti. Un luogo "simbolo", dove i pochi abitanti che hanno scelto di non abbandonarlo per le grandi città si conoscono tutti, pregi e difetti, vizi e virtù. Basta, perciò, poco per rimettere in moto la loro curiosità: il vero e proprio "avvistamento" da parte della moglie dell'edicolante, Dora, di una delle zitelle storiche, Mariolina, insieme a un'affascinante sconosciuto; la notizia che una bottega dalla fama sfortunata ─ si dice infatti che le attività svolte al suo interno negli ultimi decenni siano fallite tutte per colpa di un fantasma, il quale tra l'altro infesterebbe il castelluccio del Borgo ─, sia stata acquistata da un avvocato di città per la figlia, la quale vuole aprirvi una latteria; la comparsa di una misteriosa mappa, e di un anello che nasconde una storia di crimini e leggende, ritrovati proprio all'interno delle mura del negozio, in un vecchio scarpone.  E qui, nel bel mezzo dell'apparente monotonia di un paese come tanti, si dispiega in un famigerato turbinio di eventi ordinari e straordinari la storia di Belinda, Mariolina e Marietta; di Ornella e di Claudia; di Cesare e Ruggero: amori che si trovano e si ritrovano, misteri seri e semiseri che vengono risolti una volta per tutte ─ come quello delle mattonelle con le mucche destinate alla latteria, scomparse e ritrovate alla fine del romanzo, in un epilogo a dir poco esilarante ─, amicizie che fioriscono in un istante e da subito sembrano dover durare per sempre. E il Borgo sta a guardare, felice e soddisfatto, con i suoi alberi; la sua collina e i vigneti, partecipe della propria rinascita e di quella di coloro che contribuiscono alla sua prosperità.  Un insieme di storie coinvolgenti e personaggi costruiti con estrema cura da risultare verosimili: la magia di Loredana Limone, e di tutti i grandi artisti, è anche nell'esasperare umori e situazioni comuni fino a renderli più veri del vero. Il rapporto tra le due sorelle Mariolina e Marietta ne è un esempio. Ormai oltre gli "anta", le dividono pochissimi mesi di differenza; hanno sempre vissuto in simbiosi, cresciute da una madre abbandonata all'improvviso dal marito, all'ombra di precetti di castità e di preconcetti nei confronti degli uomini. Mentre però la seconda vive come se nulla dovesse mai cambiare, Mariolina vive nella speranza di un attimo fuggente da cogliere al volo. Tale attimo si presenta con l'arrivo di Ruggero, che si è occupato della ristrutturazione della latteria, e che proprio il suo ultimo giorno di lavoro si innamora ─ o sarebbe meglio dire "si scontra" nel vero senso della parola ─ con la donna, ed è subito amore, allegro e travolgente. Una circostanza come tante, ma che per quanto banale, è destinata a cambiare le loro vite e quelle dei loro cari, inclusa Marietta, che deciderà anche lei di dare una svolta, nel suo caso creativa - lavorativa, alla sua vita, divenuta ormai, grazie anche alla sorella, tutt'altro che triste e monotona.  Anche l'elemento "giallo" del romanzo risulta essere estremamente godibile e originale: il ritrovamento di una mappa del tesoro e di un anello da parte di Ruggero, che all'interno del rubino rivela il volto di un misterioso uomo con tanto di barba e turbante, oltre a fornire notevoli spunti umoristici alla storia ─ Ruggero regala l'anello a Mariolina, la quale scopre in modo tragicomico che si tratta di un oggetto rubato anni prima nientemeno che da un museo ─, dona un ulteriore tocco di intelligente originalità al romanzo, e fornisce lo spunto alla scrittrice per regalarci altri indimenticabili personaggi, come quello del maresciallo dei carabinieri benignamente degno del suo titolo e di un gioielliere dai modi tutt'altro che eleganti, nonostante il sorriso sempre stampato sul suo volto.

Ritratto di donna, 1435, Robert Campin

Il linguaggio di Loredana Limone è colloquiale e senza 'cadute': le parole scorrono con estrema facilità, dando vita a immagini vivide e dettagliate. Come l'omino nell'anello rubato ─ dettaglio ispirato dal quadro Ritratto di donna datato 1435, del fiammingo Robert Campin ─, l'autrice si rende tutt'altro che onnisciente e si fa spettatrice, insieme al lettore, dello sviluppo dei suoi personaggi, in piena coerenza dello stile narrativo; riuscendo a trasmettere appieno tutta la partecipazione e la gioia che ha dichiarato in altre sedi di voler trasmettere attraverso il suo Borgo Propizio.  Non posso fare a meno pertanto di fare i miei complimenti a Loredana Limone, augurandole un successo meritato e duraturo, e di consigliare a tutti la lettura di questo libro pieno di una sincera e auspicabile gioia di vivere.
L'AUTRICE: Loredana Limone, scrittrice versatile ma prevalentemente gastronomica, ha composto la prima poesia a nove anni.esperta gastronoma, esordisce come autrice nel 2002 con la raccolta di fiabe Il Trenino Arlecchino e altre storie, cui hanno fatto seguito diverse espressioni della sua versatile personalità: La cucina del Paese di Cuccagna (2003), Mangiare in Cascina (2004), Mosaici d’amore (2007); Lo zucchino d’oro (2008), Gustar el Levante por el Poniente (2008). Ha ideato e conduce il laboratorio di scrittura creativa gastronomica “Sapori letterari” di cui ha curato l’omonima antologia (2008). Borgo Propizio è il suo primo romanzo.

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