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Recensione, Break-Ossa rotte, di Hannah Moskowitz

Creato il 16 maggio 2011 da Glinda
In questo periodo le recensioni fioccano! Ecco quella di un romanzo uscito il 27 Aprile per Giunti Y, letto in un solo giorno tra sorrisi e brividi. Break è un libro Young Adult, e mi ha piacevolmente colpita, anche se avrei preferito una maggiore attenzione per il finale.
Recensione, Break-Ossa rotte, di Hannah MoskowitzEditore: Giunti YPrezzo: euro 14,50 Numero pagine: 280Uscita: 27 aprile 2011Titolo: Break-Ossa rotte Autore: Hannah MoskowitzIl mio voto:

Jonah ha una famiglia a dir poco difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perché stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli: Will, di pochi mesi, che piange incessantemente, e Jesse, di 16 anni. Il rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell’amore fraterno. Sì, perché Jonah è l’angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale. Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò che mangia, tocca, respira. Si assicura anche che quella sbadata di sua madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di essere più forte, per sorreggere una famiglia sull’orlo del baratro, per sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l’unico modo che Jonah conosce per rinforzarsi. Perché chiunque sa che un osso fratturato ha il potere di curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito. E il primo pensiero di Jonah ogni mattina è quello di escogitare nuovi metodi per raggiungere lo scopo nella maniera più veloce ed efficace possibile.
La sua è una storia di autodistruzione per amore.
Dita, gomiti, femori, costole: il conto è minuziosamente riportato. È un’impresa metodica.
Una scarica di adrenalina, poi il dolore, intenso, nauseante.
Un libro crudo e provocatorio, che descrive con realismo una forma estrema di autolesionismo.
La storia di un ragazzo raccontata da una sedicenne: è sorprendente come la giovane scrittrice sia stata in grado di ricostruire le dinamiche psicologiche di un adolescente.
Un libro che non può non lasciare un segno.
La mia recensione 
Un libro scritto a quindici anni, dall'autrice Hannah Moskowitz che con Break ha voluto affrontare un argomento duro complesso, quello dell'autolesionismo estremo. Protagonista del romanzo è Jonah, che a diciassette anni ha una vita fin troppo complicata e straripante di responsabilità. Una famiglia particolare, dei genitori in continua crisi e sempre a un passo dalla separazione definitiva, un fratellino neonato, Will, che piange senza sosta, e un fratello di sedici anni, Jesse, affetto da gravissime allergie alimentare. Ma non sono le responsabilità a preoccupare e soffocare il protagonista, ciò che più lo affligge infatti è la sua incapacità nel prendersi cura della propria famiglia al meglio, Jonah vorrebbe essere più forte per farsi carico della debolezza dei propri cari. Una delle sue ragioni di vita infatti, è quella di garantire al fratello Jesse la massima sicurezza in quando a salute, tanto da far diventare questa voltontà una vera e propria ossessione sia per sé che per Jesse. Ma riuscire in questa impresa non è semplice, se si pensa che il fratello è allergico circa al novanta per cento degli alimenti conosciuti, e che anche un semplice contatto con uno di questi potrebbe essere fatale. 
In questa situazione di difficoltà Jonah comprende che solo essendo più forte potrà farsi carico della salute del fratello e dei problemi che affliggono la famiglia, e per essere più forte sceglie la via più dura: spezzarsi tutte le ossa del corpo, sistematicamente.Ogni osso quando si spezza ricresce più forte, proprio come succede al ramo reciso di un albero, Jonah si convince che quando la sua assurda "missione" giungerà al termine, sarà forte abbastanza da rafforzare la sua intera famiglia. Se vi state segretamente domandando se Jonah non sia il genere di persona che gode del dolore, la risposta è no. Ne sa qualcosa la sua migliore amica Naomi, sempre presente con la sua videocamera durante gli "incidenti", e sempre pronta a consolarlo e scortarlo in un ospedale diverso ogni volta. Non è da meno Jesse, contrario alla missione del fratello, pur non conoscendone le motivazioni di base. Il dolore è una costante, è lancinante e perforante, ma è anche la testimonianza della rigenerazione, della ribellione del corpo stesso, Jonah ha semplicemente imparato a conviverci. Riuscire a nascondere la propria missione agli adulti che lo circondano, però, comporta una sfida inaspettata.
Olte alle ossa rotte c'è dell'altro. C'è un ragazzo interessante, brillante e sagace, un adolescente ammiccante e innamorato, con una battuta vincente per ogni occasione. Leggere Break significa conoscere ogni parte di Jonah, ogni suo pensiero, molti dei quali sono assolutamente adorabili e realisti. Il rapporto con Jesse non è solo di malattia e ossessione, ma anche di complicità e affetto reciproco, al pari di quello con Naomi, ragazza per cui nel libro ho provato dei sentimenti contrastanti. Ci si aspetterebbe che la migliore amica faccia la parte del grillo parlante, in particolar modo se si pensa a una situazione così estrema, invece Naomi è riuscita a spiazzarmi con un comportamento morboso e assurdamente irrazionale, alternato a un senso di protezione più che spiccato. L'intero libro regala un'esperienza di lettura intensa e coinvolgente, immersiva. Gli strilli di Will, le crisi di Jesse, le corse in ospedale riescono a tenere il lettore in uno stato di allerta costante. Ma tale tensione viene spesso abilmente stemperata dall'autrice con momenti di spensierata vita adolescenziale. 
Il modo in cui Break è scritto, lo rende un libro godibile e diretto con cui il lettore entra subito in sintonia, e da cui si fa piacevolmente trascinare. Pur essendo un tema intenso e spinoso quello trattato dall'autrice, lo stile fresco e frizzante della Moskowitz è riuscito ad alleggerirlo e renderlo facilmente digeribile. E' chiaro che alla base di tutto è presente un disagio, per cui non ci si può aspettare un libro del tutto spensierato, ma forse la giovane età in cui la Moskowitz l'ha realizzato ha fatto sì che l'intensità del tema trattato non risentisse della tensione razionale che solo un adulto avrebbe potuto formulare, e questo a mio parere è un fattore assolutamente positivo in questo caso.Purtroppo c'è un rovescio della medaglia. Lo stile fresco e la velocità con cui l'autrice affronta gli eventi più dolorosi diventa confusione sul finale, che avrebbe meritato di essere meglio sviluppato in tutti i suoi aspetti, e che mi ha deluso rispetto al resto del libro. I fattori di maggior importanza si concentrano proprio nelle ultime pagine, ma hanno avuto a disposizione davvero uno spazio ristretto, che ha impedito lo giusto svolgimento di alcuni eventi molto intensi e significativi.Tutto sommato Break è stato un buon libro, e immagino che i difetti riscontrati siano da ricondurre alla giovane età dell'autrice al momento della pubblicazione. Sono convinta che Hannah Moskowiz abbia un grande talento, e non vedo l'ora di poter leggere delle altre sue pubblicazioni.
Consigliato:
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