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Recensione: Carmela in libertà, di Elvira Rossi

Creato il 04 maggio 2024 da Gliscrittori
Recensione: Carmela in libertà, di Elvira Rossi

Libri Recensione di Silvia Pattarini. Carmela in libertà , di Elvira Rossi (PubMe - Collana Gli scrittori della porta accanto). Un romanzo storico breve ambientato in un contesto rurale del sud Italia nel primo dopoguerra che pone l'accento sull'analfabetismo, soprattutto femminile, del tempo e sulla storia personale di Carmela, sul suo desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale.

Carmela è una pastorella analfabeta che vive in un contesto rurale del sud Italia nel primo dopoguerra. Un racconto intenso, quello di Elvira Rossi, che sia pure nella sua brevità, evidenzia le condizioni di vita di un’adolescente che si vede costretta, non per scelta sua ma della famiglia, a cercare un nuovo lavoro in città.
Ora, però, era in preda all’agitazione, non si aspettava di trovarsi al cospetto di una ragazza così giovane e malvestita. “Impresentabile” pensò per un istante e provò un sentimento di stizza per chi gliela aveva mandata. Come poteva aver creduto che per i suoi bambini andasse bene una ragazza così rozza? Grande fu la tentazione di mandarla indietro, poi si ricordò di una lettera di Montoro, il quale le aveva garantito che si trattava di una ragazza gentile e onesta, e che partecipava regolarmente alla messa della domenica.

Questa scelta potrebbe rivelarsi un’opportunità per Carmela.

La nuova vita in città a servizio di una famiglia borghese si mostra interessante e inaspettata. Nonostante le titubanze iniziali, la ragazza é benvoluta dalla signora e dai bambini di cui si occupa; ben presto le si aprono nuovi orizzonti e instaura nuove conoscenze, inoltre nei brevi e fugaci incontri con Antonio assapora una sconosciuta parvenza di libertà.

Lo stile di Elvira Rossi è essenziale, non si perde in orpelli, ma punta dritta al contenuto con prosa raffinata.

I rari dialoghi, genuini e in un dialetto del sud, raccontano una vita di campagna in cui il duro lavoro contadino, a stretto contatto con la terra e gli animali è indispensabile per la sopravvivenza dell’economia familiare e, anche se precario, non conosce giorni di riposo e lascia poco spazio agli svaghi e ai sentimenti. Per gli umili protagonisti, alle prese con la riforma agraria e le elezioni del giugno del 1953, non c’è possibilità di scelta; a potersi permettere di scegliere, anche per la sorte dei contadini, sono solo i borghesi, nonché i padroni.

Con alcuni personaggi si genera subito una forte empatia.

Da nonna Trofimena, che sembra la sola in grado di esternare i propri sentimenti, al vecchio marinaio Criscuolo che appare verso la fine del racconto e incarna il ruolo di personaggio-simbolo: il suo dono racchiude l'essenza di tutta la storia. A mio parere è il personaggio meglio caratterizzato.
Ho apprezzato molto la dedica nelle ultime pagine, che non voglio svelare e anche se mi aspettavo un finale diverso, nel complesso la lettura risulta scorrevole e godibile e mi sento di consigliarla a tutti gli amanti dei romanzi storici, a coloro che sanno apprezzare le storie vere di donne coraggiose e a chi non rinuncia a inseguire i propri sogni.

Carmela in libertà

di Elvira Rossi
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Romanzo storico | Narrativa di costume
Copertina flessibile | 146 pagine
ISBN 9791254585634
Cartaceo 11,00€
Ebook 2,99€

Quarta

Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.
Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.
«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»


Silvia Pattarini




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