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Recensione: Chi è Mara Dyer, di Michelle Hodkin

Creato il 21 giugno 2012 da Mik_94

 - Niente e nessuno può guarirmi – dissi a voce bassa. Finalmente. Noah si voltò verso di me. La sua espressione era stranamente aperta e sincera, ma nei suoi occhi intravidi una scintilla insolente quando li puntò su di me. Il mio battito accelerò senza che potessi farci niente.   - Lasciami provare. Vuoi?
Recensione: Chi è Mara Dyer, di Michelle Hodkin 
Titolo: Chi è Mara DyerAutrice: Michelle HodkinEditore:Mondadori “Chrysalide”Numero di pagine: 431Prezzo: € 16,00Data di pubblicazione: 19 Giugno 2012Sinossi: Era solo un gioco. Eppure Mara non voleva partecipare alla seduta spiritica con le sue amiche Rachel e Claire. Sei mesi dopo, Mara si risveglia dal coma in una stanza di ospedale. E le sue amiche sono morte. Cos'è successo quella notte al manicomio abbandonato? Perché Mara è l'unica sopravvissuta? Orribili allucinazioni iniziano a perseguitarla e un dubbio si insinua nella sua mente: e se fosse stata lei a causare quelle morti, come aveva predetto la seduta spiritica? L'incontro con il turbolento, bellissimo Noah potrebbe essere la sua salvezza o la sua definitiva condanna. Perché anche Noah ha un segreto, legato al grande mistero che la tormenta: chi è Mara Dyer?                     La recensioneRecensione: Chi è Mara Dyer, di Michelle HodkinLe tavole umide del molo scricchiolano al passaggio dei nostri piedi scalzi. E' una notte di giugno. Il caldo avvolge la notte, lambendo la luna e rendendo più pallido il baluginare delle stelle.Ci specchiamo nell'acqua, fredda e invitante. Tratteniamo il respiro. Le gambe che si sollevano di slancio dal suolo, le ginocchia portate al petto, le braccia che le stringono negli attimi frenetici che precedono il salto. Splash.. La spinta dell'acqua riduce i nostri capelli a una massa informe che si perde nella casa gelida del mare. La maglietta, sollevata, ci lambisce la pelle all'altezza dello sterno. Gli occhi si spalancano. Due punti opachi nella distesa verde-azzurro dell'oceano. Attorno a noi si sollevano bolle e schiuma. Giochi di luci e ombre, riflessi tremolanti, spifferi gelidi. La notte gioca con l'acqua. E con le nostre percezioni.
Ci sentiamo sfiorati da sospiri irreali ed estranei, immaginiamo che nel blu un paio di occhi sconosciuti incrocino i nostri, ipotizziamo che il crearsi delle bolle nasconda le intenzioni di una creatura senza nome che si muove nell'ombra – sotto i nostri piedi che si divincolano, come a liberarsi da una morsa immaginaria. Nel leggere Chi è Mara Dyer, romanzo d'esordio di Michelle Hodkin, ho provato una sensazione molto vicina a quella descritta. Getta fumo negli occhi, confonde, mette in allerta i sensi, li solletica e li porta inaspettatamente ad ingannarsi. Ha uno spirito capriccioso, inquieto. Ambiguo, ma affascinante. Sembra conoscere il linguaggio segreto del cuore di un adolescente e, da un momento all'altro, senza un grido o un avvertimento, minaccia di avvelenarlo; di stritolare quell'organo pulsante non più grande di un pugno con i fantasmi inquieti dell'amore, della solitudine e di ciò che significa crescere essendo estranei perfino per sé stessi. Non è un romanzo ricco o esaltante. Non è bello nel significato consueto dell'aggettivo. Vuole essere tante cose, ma alla fine è tutto e niente al tempo stesso. Un ibrido dall'identità sfuggente, ma i cui contorni fumosi diventano la dannazione di ogni lettore, curioso di dare volto a una storia di vetro, fragile come solo la mente umana sa esserlo. Chi è Mara Dyer? Piuttosto, verrebbe da chiedersi chi sia Michelle Hodkin - ironica e tagliente come l'irriverente Diablo Cody (sceneggiatrice premio Oscar per Juno), trendy come Sara Shepard (creatrice del franchise Pretty Little Liars). Recensione: Chi è Mara Dyer, di Michelle HodkinCon macabre apparizioni, visioni e specchi che diventano labile confine con il mondo degli incubi, strizza l'occhio alla cinematografia orientale; l'esoterismo tipicamente new age e la cruenta fantasia presente nel Carriedi Stephen King, invece, uniti a sedute spiritiche e ai cigolii di spettrali manicomi in rovina, contribuiscono a venare di fantasy la trama. L'autrice, in questo suo romanzo d'esordio, trae ispirazione un po' qui e un po' lì, ma, perdonatemi l'infelice metafora, quando è di ottima qualità, perfino il “minestrone” riscaldato è capace di fare la sua bella figura. Lo stile è scorrevole e pulito, ma i tocchi di umorismo che lo impreziosiscono – capaci di trovare l'ironia perfino in un romantico corteggiamento o nei dialoghi più tesi del romanzo - , rendono realistica, tragica e disincantata la voce della giovane protagonista. Un'ironia pungente, sottile, che, pur non risultando mai gratuitamente volgare, ha il fascino proibito e stuzzicante di un'imprecazione sussurrata tra le mura scolastiche e l'acidità di una battutaccia pronunciata da un'adolescente in piena sindrome premestruale! Cattivo quanto basta, vero, ma - tra attimi di tensione e sorrisi divertiti – anche in grado di far palpitare il cuore con una tenera storia d'amore e con uno dei personaggi maschili più simpatici della letteratura young adult. Recensione: Chi è Mara Dyer, di Michelle HodkinTenebroso come un sedicente Edward Cullen, il bel Noah è un adorabile canaglia che – sono sicurissimo, vi avverto – farà girare la testa a parecchie donzelle. La sua relazione con la problematica Mara, infatti, in poco più di 400 pagine, affronta tutti gli stadi dell'amore, risultando fresca, sexy e appassionante, ma capace di far respirare il sentore intramontabile di quelli che sono piccoli, grandi amori.La Hodkin mostra grandi capacità di intrattenimento, risultando convincente e credibile perfino negli aspetti più sfaccettati che compongono questo dispersivo puzzle di cui nemmeno il termine del libro rivela ancora il disegno generale. Dove vorrà parare? Cosa vorrà dirci, adesso? E così, dopo l'imprevedibile e agghiacciante twist finale, ci si ritroverà a brancolare nel buio, soli, in cerca delle risposte che soltanto il secondo volume della serie saprà svelarci. Noi, appesi alle parole di Mara e ai suoi precari equilibri, ci smarriremo nella voce di una narratrice bugiarda, instabile e indimenticabile come la Natalie Portman che, in The Black Swan, sulle punte, volteggiava tra demoni personali e le spaventose proiezioni del suo stesso subconscio. Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Evanescence – Bring me to life
Un grazie di cuore all’ufficio stampa Mondadori, tanto gentile da avermelo inviato qualche giorno prima dell’uscita nelle nostre librerie.


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