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Recensione "Dentro" di Sandro Bonvissuto

Creato il 18 aprile 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Petra Un libro d'esordio senza paragoni, essenziale e folgorante, radicato nella vita.
Recensione Titolo: Dentro
Autore: Sandro Bonvissuto
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Pagine: 184
Prezzo: libro € 17,50
ebook € 9.99
ISBN: 9788806208448
Data pubblicazione: maggio 2012
Descrizione: «Mi presero le impronte delle dita. Dopo aver raccolto tutte le mie generalità e fatto le fotografie, mi presero anche le impronte delle dita delle mani. E ora stavano su un foglio, sopra il tavolo, proprio davanti a me; sembravano un segreto svelato, una cosa che, fino a poco prima, era intima e privata, e che invece d'ora in avanti tutti avrebbero potuto vedere. Senza dovermi chiedere niente (...) Da quel momento in poi avrebbero continuato a vivere ma senza di me. E io senza di loro».
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RECENSIONE
«Quel posto dovevano averlo copiato da una pagina di Kafka, ecco. Ora mi pareva di comprendere perché in punto di morte Kafka avesse chiesto al suo amico Max Brod di distruggere i suoi scritti, d’impedirne in ogni modo la pubblicazione. Sapeva di aver descritto il male con allucinante evidenza. Aveva capito che quelle sue pagine avrebbero portato a un nuovo livello di comprensione del male, perché era stato proprio lui a spiegarlo. E il male ben spiegato non diventa il bene, rimane il male ben spiegato. Così, quando Kafka si è reso conto che stava morendo, si deve essere sentito come si sarebbe sentito Enrico Fermi il giorno in cui avrebbe innescato la prima reazione nucleare a catena della storia, e cioè con il desiderio di portarsi tutto quello che sapeva.»
Una scrittura incisiva, indelebile, essenziale, come i messaggi graffiati sulle pareti nude di una cella. Una mente lucida e pragmatica quel tanto da estirpare dalla realtà più povera quell’unica magra spiegazione cui si appellano i condannati, per non cedere subito al proprio destino.
Questa è la scrittura di Sandro Bonvissuto, un esordio promettente che aggiunge un’altra voce al coro degli scrittori “con gli occhi aperti sul reale”, perché la letteratura ripristini il suo originario ruolo di denuncia e critica di una Società malata.
Recensione In un’Italia che non ha ancora risolto il problema del sovraffollamento e del risanamento delle carceri, Bonvissuto veste i panni di un detenuto medio, segue i suoi passi nello spazio ridotto della cella condivisa con altre due persone, svela i suoi pensieri e le sue angosce dimostrando come la condizione tra paura e debolezza sia un sentimento comune a tutti, colpevoli e innocenti. La vita improvvisamente serrata nell’aria angusta di un carcere è il presupposto della riflessione, ogni cosa, ogni fatto, persino il suono di ogni breve parola risultano amplificati in un luogo sterile degli oggetti di una quotidianità strappata, eppure rigurgitante di vite sospese, tante, troppe anime stipate in una punizione che va oltre la condanna.

Il punto di vista di “chi sta dentro” è spietato come la realtà che descrive, senza orpelli, senza aggiungere, soprattutto, senza togliere niente alla miseria che regna “dietro il muro”; quest’ultimo come artefatto umano è il più funzionale, quindi il più temibile, strumento di isolamento:

"Il muro è il piú spaventoso strumento di violenza esistente. Non si è mai evoluto, perché è nato già perfetto"
immobile ed imponente, esclude la vista e con essa ogni ipotesi di orizzonte futuro. Così affiorano alla mente pensieri di morte, di desolazione, ci si aggrappa al ricordo e – se si è fortunati – a quelle persone che ci aspettano fuori, per non cedere alla follia, per resistere ogni giorno graffiato su quel muro.

Recensione Vivendo in un luogo ristretto e affollato per molto tempo, i sensi si assottigliano, si è più sensibili in tutto, si acquisiscono memorie prima impensabili, come il numero di passi che misurano il cortile dell’ora d’aria, persino i metri cubi respirabili di questa, si registrano tutti i suoni di quella nuova, ripetitiva quotidianità imposta come fossero eventi, così che il tempo passi più in fretta e per illudersi di riempirlo di vita.

Il carcere diviene una comunità sociale a sé stante, folta di personaggi eterogenei che replicano i ruoli dell’esterno: ci sono i capi, i vassalli, i manipolatori ed il gregge che segue; ogni cosa è ridotta all’osso eppure funziona allo stesso modo, prevaricazioni e atti di aperta solidarietà, il sistema continua a sussistere anche se invisibile alla cieca società esterna.

Dentro solleva molte domande ma, soprattutto, reca molte risposte a questioni che noi, qua fuori, trascuriamo di chiederci; nonostante il suo tono d’accusa, Bonvissuto lascia parlare anche l’anima del detenuto, in un’autoanalisi tra l’intenzione e il crimine.
«Il reato è un parassita dell’uomo che lo porta sulle spalle.» un assioma che non giustifica, piuttosto evidenzia laddove affondano le sbarre della prigionia.

Recensione

Amici per la pelle - di Franco Rossi (1955)

La solitudine che permea il primo racconto muta appena natura in quello che segue, dove il caso diviene destino di un’amicizia tra due compagni di banco: due animi fragili che si alleano per annullare lo spettro della propria solitudine interiore.

La condivisione del tutto diviene regola, la Diarchia marcia sincrona sullo stesso passo contro divieti, obblighi e situazioni, le due vite si fondono in una sola e pare non esista niente o nessuno in grado d’intaccarne la solidità. Com’è naturale il rapporto osmotico dei due ragazzi s’incrina a poco a poco: fattori inconciliabili minacciano l’amicizia, le conseguenze sono persino plausibili in un rapporto figlio di en coup de foudre e divenuto morboso che – con la presunzione dei costruttori del Titanic – è considerato inaffondabile.

Due storie, due verità inconfutabili. Bonvissuto forte di una scrittura onesta e carica di autentici passi di pura filosofia, porta l’attenzione sul malessere più diffuso del nuovo millennio: la paura della solitudine e la natura molteplice di quest’ultima.
Recensione L'AUTORE
Sandro Bonvissuto ha quarantadue anni e vive a Roma. Fa il cameriere in un'osteria ed è laureato in filosofia. Alcuni suoi racconti sono stati raccolti in un libro (Nostalgia del vento, Amaranta editrice 2010) che per varie traversie non ha avuto distribuzione. Nel 2012 Einaudi ha pubblicato Dentro.
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