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Recensione di Il bambino indaco di Marco Franzoso

Creato il 15 aprile 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Il bambino indaco di Marco FranzosoVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Marco Franzoso
Pubblicato da:Einaudi
Collana:Super ET
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Carlo e Isabel sono una coppia felice, finché non si mette di mezzo la nascita del loro bambino, Pietro, un bambino “indaco”, della categoria “bambini del terzo millennio” – lo dice Lella la guaritrice dell’aura. “Possiedono notevoli attributi psicologico-spirituali e hanno un istinto comportamentale rivoluzionario. Per questo i loro genitori si trovano spiazzati…”. Per questo vivranno: Isabel contro sé stessa e Carlo un incubo.


Il bambino indaco è un romanzo pubblicato nel 2012 da Einaudi, da cui ne è stato ispirato un film Hungry hearts diretto da Saverio Costanzo, presentato in concorso al Festival di Venezia del 2014.

Marco Franzoso è uno scrittore che ama scrivere le storie con un senso tradizionale, ovvero con inizio, svolgimento e fine, con scrittura semplice e fluida. Questo potrebbe renderlo facilmente leggibile e apprezzabile a una gran fetta di pubblico. In antitesi, però, vi sono le tematiche che tratta. Sono davvero troppo attuali per la nostra società del benessere e del disagio sociale e le descrive in maniera cruda, dura e fin troppo reale. Franzoso provoca e proietta nei suoi racconti un certo senso di scissione che l’uomo contemporaneo ha verso ciò che è cardine per la sua esistenza: il corpo, il cibo, il dormire, il mangiare, l’abbandono e quant’altro. E questo secondo me lo rende come scrittore poco fruibile dalla massa, che raramente ha voglia di farsi svelare la cruenta realtà quando legge romanzi, perché di questi argomenti ne viene fin troppo spesso informata in maniera dettagliata tramite i telegiornali.

Anche, e soprattutto, ne Il bambino indaco c’è una spietata triste realtà nella descrizione di un rapporto conflittuale tra femminilità e maternità in Isabel, che sfocia in dramma, in ossessione verso una purezza, una purezza eccessiva e maniacale, per cui il tutto diventa patologico, diventa malattia psichiatrica complessa da riconoscere in tempo e curare.
Isabel, la madre, entra in crisi con la nascita del figlio. S’instaura un rapporto di odio-amore che lei cerca di giustificare con l’alibi di bambino indaco, e la sua volontà di salvaguardare la sua purezza fino all’esasperazione. Ne vien fuori un dramma famigliare di cui escono sconfitti tutti i membri ma nello stesso tempo c’è uno spiraglio, una certa possibilità di riscossa per alcuni: i sopravissuti, il padre, il figlio, la nonna.

Approfondimento :

… già i sopravvissuti.

Il romanzo inizia appunto dalla fine di una storia tragica. Una fine raccontata dagli occhi di un uomo, Carlo, che si sente un fallito e inadeguato nel ruolo di marito-padre e inizia a narrare il suo passato. …tra me e mia moglie iniziò tutto nel migliore dei modi. Poi un giorno: Sono incinta!. Accanto a gioia, felicità, trambusto e progettualità – l’amore porta dentro di sé sia il bene sia il maleuna notte la sentii aprire l’acqua del rubinetto del bagno e mi sembrò che il suo respiro fosse pesante, affannato, si tramutasse in pianto. All’inizio un sibilo soffocato, poi un singhiozzare mal trattenuto. Va tutto bene Amore? Sì, non c’è nulla, nulla tesoro. Adesso dormiamo.

Invece sotto quel nulla, tanto femminile e poco capibile dagli uomini, c’era tanto, così tanto da portare Carlo alla fine a dire Chi sei? Ho vissuto e preso decisioni più importanti della mia vita con una sconosciuta, con una donna che si è sforzata quanto è potuto di celare il proprio segreto anche a sé stessa.

Curioso che il romanzo sia scritto da un uomo che abbia compreso quel nulla, tardi. Nello stesso tempo lapalissiano che la causa del trambusto descritto fosse la donna, lasciata sola nel suo problema, nel suo dolore, nella sua pazzia, prima e dopo la nascita, o meglio che l’uomo da solo non fosse in grado di imporsi e che facesse valere il suo ruolo genitoriale prendendosi gli oneri da subito.

Scusate, io che recensisco sono gender woman quindi interpreto con questi ormoni. Non mi sembra che il focus del racconto sia la subcultura New Age del principio dell’indigo children e la loro capacità di comunicare con gli angeli, come potrebbe indurre in errore il titolo del libro. Mi sembra invece meglio azzardare a una descrizione chiara di depressione nella moglie-madre Isabel, donna fragilissima ma nello stesso tempo fortemente ancorata alle sue ossessioni maniacali. E accanto a questo un uomo, Carlo, incapace di assumersi le sue responsabilità e di capire cosa voglia dire amore. E ancora vicina c’è un’altra donna, la nonna, madre di Carlo, che deve prendere una decisione, dolorosa e audace ma che porta alla conclusione di un incubo.
Il bambino indaco è un libro da leggere, un pugno allo stomaco che cela amore. Una storia non lineare ma per questa più reale.

About Marco Franzoso

Cinquantenne di origini venete, padre di alcuni romanzi di cui Tu non sai cos’è l’amore, con il quale ha vinto il Premio Castiglioncello nel 2006, e Gli invincibili, collocato dalla critica tra i migliori dieci romanzi del 2014.




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