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Recensione “Fateful” di Claudia Gray

Creato il 04 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione “Fateful” di Claudia Gray

Pubblicato da Valentina Coluccelli Recensione “Fateful” di Claudia Gray Titolo Originale: Fateful Autrice: Claudia Gray Editore: Mondadori Collana: Chrysalide Pagine: 312 Prezzo: 16,00 Data Di Uscita: 10 Aprile 2012 Trama: Alec e Tess stanno per imbarcarsi sul maestoso transatlantico Titanic, ma ancora non sanno che il viaggio da sogno si trasformerà in un incubo. Tess ha diciotto anni e viaggia in terza classe, al servizio della famiglia Lisle. Spera di incontrare un grande amore, ma è sicura che per una cameriera come lei questo rimarrà sempre e soltanto un miraggio. Eppure, non aspetta altro che iniziare una nuova vita e ha già programmato tutto fin nel minimo dettaglio: una volta raggiunta New York, si darà alla fuga. Quando i suoi occhi incrociano per un istante quelli di Alec, però, scatta una scintilla che cambierà le loro vite per sempre. Presto Tess scoprirà il tremendo segreto che si nasconde dietro lo sguardo di questo ragazzo misterioso. Figlio di uno degli uomini più ricchi e potenti degli Stati Uniti, Alec sta scappando dall'Europa, per sfuggire a una setta di potenti licantropi che lo insegue, e che ora insegue anche Tess. Intrappolati sul Titanic, dovranno lottare per sopravvivere all'inevitabile e fatidico scontro con il destino.
RECENSIONE
“C’è un punto, oltre il terrore, dove tutto diventa quiete.
Non posso fare niente per salvare me stessa, niente per salvare Alec o gli altri. E men che mai posso distogliere lo sguardo dall’orrore che ho di fronte.”
Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 si consumò una delle tragedie che più hanno segnato la coscienza storica occidentale e influenzato l’immaginario collettivo. L’imponente ed elegante nave passeggeri Royal Mail Ship Titanic, massima espressione della tecnologia navale dell’epoca e del lusso di cui potevano circondarsi aristocrazia e borghesia, affondò in meno di tre ore dopo la collisione con un iceberg, portando con sé nel buio e nel silenzio delle profondità oceaniche 1523 vite, il sogno della Belle Ėpoque e la fiducia nelle mitizzate scienza e tecnologia. L’impatto destabilizzante che ebbe dunque a livello storico, come quello più immediato e circostanziale sulla popolazione civile dell’epoca (che portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza della vita umana in mare), hanno acquisito, nel corso di questo secolo, i contorni di un mito romantico e le sfumature di un fascino ambiguo e crepuscolare. A toccare il cuore e solleticare la fantasia dei posteri sono le drammatiche scene della tentata fuga dalla nave che si inabissava, che videro protagonisti eroi e vigliacchi, ricchi e poveri, gesti di cavalleria e atti di egoismo, salvataggi miracolosi e separazioni devastanti di madri e figli, di mariti e mogli, di amici e compagni di una vita; e, altrettanto fortemente, il pensiero nostalgico, che ha il sapore del rimpianto e della compassione, che quell’inatteso e imprevedibile incidente abbia messo fine ai sogni e alle speranze di centinaia di passeggeri, che contavano di farsi una nuova vita nella liberale America, dove tutto pareva potesse realizzarsi!
« L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della Belle époque. Come per la caduta dell’Impero babilonese, l’affondamento del Titanic ha rappresentato il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all'abisso. Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia.» ("Grandi misteri della storia", Massimo Polidoro)
In Fateful – rivisitazione letteraria in chiave fantasy della tragedia, che va ad arricchire la lunga lista di iniziative che in questo primo centenario intendono omaggiarne e riaccenderne la memoria –, Claudia Gray tratteggia nei suoi personaggi proprio alcune delle più rappresentative di queste figure legate intimamente a quel sogno di gloria, libertà e amore infranto. I Lisle, la famiglia aristocratica per cui lavora la protagonista Tess, cieca alle esigenze e alla dignità della servitù e di chiunque ritenga inferiore, impegnano forse gli ultimi denari rimasti per andare in America, nella speranza di procurare due solidi matrimoni per i propri figli con i borghesi che tanto disprezzano, ma dei cui soldi hanno così bisogno. La giovane libanese Myriam, che condividerà la ristretta cuccetta di terza classe con Tess e due anziane signore norvegesi, affronta sola il lungo viaggio per raggiungere il fratello e la cognata a New York, dove sono riusciti ad avviare una piccola attività nel campo dell’abbigliamento. Ned, il fidato amico di Tess e come lei al servizio della famiglia Lisle, viaggia per stare accanto alla donna che ama, anche se nel silenzio e nel segreto, e forse spera in un futuro insieme a lei, alla luce del sole, una volta sbarcati. Howard e Alexander Marlowe, padre e figlio, a capo di una delle nuove giganti e ricche imprese dell’industria statunitense, fuggono dall’Europa per trovare rifugio nelle terre di frontiera americane. E infine, immagine più rappresentativa e simbolica del sogno di rivincita di chi viaggiava in terza classe, Tess, la intrepida, dignitosa, forte protagonista che, non vinta dai soprusi, dalle angherie e dalle privazioni subite per la sua condizione di serva, negli ultimi due anni ha messo da parte i soldi, con pazienza e sacrificio, per abbandonare finalmente i Lisle una volta messo piede sul promettente suolo americano e iniziare una nuova vita da donna libera. Il background storico dei primi del ‘900 nel quale si muovono questi personaggi, così credibili che facilmente si riescono a immaginare mentre si muovono tra sfarzo, lusso e rigida disparità tra classi sociali, è ricostruito sapientemente dall’autrice (se pur con qualche licenza) e raccontato attraverso gli occhi di Tess, in una visione dal “basso” della sua condizione e dall’invisibilità che le conferiscono i suoi spenti abiti da serva. Ma questo palcoscenico storico, i suoi attori credibili e il copione già scritto che stanno inscenando, vanno inaspettatamente a intrecciarsi con una dimensione fantasy e con personaggi di natura soprannaturale, in un modo che non sempre appare riuscito. Perché l’elemento fantastico, anche se giustificato e contestualizzato dalla Gray, a tratti da l’impressione di essere fuori luogo e un di più non necessario. Tuttavia, è proprio l’elemento fantastico a legittimare una certa libertà narrativa e creativa all’autrice (come lei stessa afferma nella nota che chiude il libro: “Scrivere un’avventura paranormale ambientata all’interno di una tragedia realmente accaduta sarebbe stato poco rispettoso se quella storia non fosse stata totalmente di fantasia, senza supposizioni sui comportamenti, le ragioni e la colpevolezza di chiunque si trovasse a bordo.”) e a consentire a due personaggi di ceti e condizioni tanto diversi come Tess e Alec di incontrarsi e innamorarsi nella noncuranza delle rigide etichette sociali. Recensione “Fateful” di Claudia Gray E del resto, la loro storia d’amore ha un che di magico che non è assolutamente dovuto all’elemento fantastico soprannaturale, bensì alle libertà interiore e volontà di superare le barriere sociali che li accomunano, alla naturale complicità che si instaura tra loro, all’intima comprensione che da subito lega i loro sguardi e i loro pensieri. Come se potessero leggersi dentro, come se si conoscessero da sempre, come fossero destinati ad essere uno. Ma anche l’amore, così come lo sfarzo e l’abbondanza della nave, le privazioni e le mortificazioni della gente povera, i progetti e le mire degli altri personaggi, il dramma della collisione e la tragedia dell’impossibile salvataggio di tutti i passeggeri, tutto è descritto e raccontato dall’autrice attraverso il filtro dell’anima pratica e determinata di Tess. Così, a fronte di alcune scene davvero intense (come quelle tra Tess e Alec, tra Alec e suo padre e ancor più quelle della notte della tragedia), ce ne sono altre più deboli (come i ripetuti incontri con Mikhail, un cattivo tout court senza sfumature di grigio), lente e poco vibranti. E credo proprio che se vengano a proporsi brani così e se in Fateful la prosa della Gray manchi della freschezza e della dinamicità esibite nella Evernight series, dipenda proprio dalla sua protagonista: ogni avvenimento, ogni dettaglio, ogni moto del cuore, arrivano al lettore attraverso la sua coscienza, onesta e brillante, ma anche estremamente pragmatica e concreta, priva di sogni romantici e concentrata solo su obiettivi raggiungibili – con fatica e sacrificio, ma raggiungibili –. Se pur così il libro risenta di cali nella continuità del ritmo e nella leggerezza e brillantezza della prosa, acquisisce anche una coerenza tale da non fare rimpiangere una narrazione maggiormente corale e più concentrata sulla tragedia storica e sulle emozioni ostentate. Consigliato! Recensione “Fateful” di Claudia Gray L'AUTRICE Claudia Gray è lo pseudonimo dell'autrice newyorkese Amy Vincent. Prima di iniziare a scrivere ha cambiato molti lavori: è stata avvocato, giornalista, disc-jockey e cameriera. Per creare il mondo di Evernight ha tratto ispirazione dai suoi interessi e dalle cose che la appassionano, come le vecchie case abbandonate, i classici del cinema, il vintage e la storia. Sito dell'autrice QUI

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