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Recensione film La Quinta Stagione

Creato il 19 giugno 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Recensione film La Quinta Stagione

La frase chiave del film: “Resistere”

La quinta stagione si è aggiudicato al 69 Festival di Venezia il Premio Arca Cinema Giovani e il Premio Green Drop, al 57 International Film Festival di Vallodolid il Premio FIPRESCI, il Premio Speciale della Giuria e il Premio della Giuria Giovani e al Festival de Cinema Europeen des Arcs i Premi Cineuropa eMiglior Fotografia e Miglior Attrice alla giovane protagonista Aurélia Poirier.

La fine del mondo è un tema molto sentito dal cinema, forse anche troppo. Tanti registi e sceneggiatori si sono cimentati con questo argomento, a dire il vero anche nefasto, che ben suggella quelle che sono le paure più recondite dell’animo umano. Non sfuggono al miraggio esperimento nemmeno una brava coppia di documentaristi: Peter Brosens e Jessica Woodworth.

Il duo tenta nella non semplice impresa di raccontare non solo la fine del mondo che avviene all’interno di un piccolo paesino del Belgio, dove le stagioni appaiono immobilizzate, ma anche di mostrare la rabbia e lo sgomento degli abitanti, convinti che la colpa di tutto sia da imputare ad un agente esterno e non a loro stessi. Nulla di nuovo sotto il sole, di questo il bravo Lars vonTrier ci aveva abituati con opere spesso apocalittiche a priori tipo Dogville o il recente Melanconia, ma il duo registico sembra voler mettere a fuoco molto più il visibile che il detto. I dialoghi appaiono estremamente deboli e spesso la sceneggiatura cade in scivoloni di retorica, ma innegabile rimane la potenza visiva del paesaggio che inquieta, turba e fa provare quel sano spavento per quello che potrebbe accadere in un futuro non molto lontano.

di Katya Marletta


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