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Recensione "Fiore di Ghiaccio" di Kristina Ohlsson

Creato il 18 novembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Elisabetta Bricca "Nessuno può più essere al sicuro"
Titolo: Fiore di ghiaccio
Autore: Kristina Ohlsson
Prezzo: € 15,30
Dati: 2012, 400 p., brossura
Editore: Piemme
Collana: Linea rossa
Trama: I fiori devono essere di sette tipi differenti e vanno colti in silenzio. Solo così il rituale conserva il suo significato, portando con sé una promessa di felicità. A sedici anni anche una sciocca superstizione è importante. Johanna sta afferrando una margherita e si accorge troppo tardi dell'uomo alle sue spalle. Pochi istanti e la vita cambia per sempre. Quindici anni dopo, a Stoccolma, due coniugi sessantenni vengono ritrovati morti nel loro appartamento. Un probabile caso di omicidio-suicidio, in cui l'uomo, il pastore Jakob Ahlbin avrebbe sparato alla moglie per poi togliersi la vita. Mentre la polizia tenta di fare chiarezza sulla vicenda, Fredrika Bergman, giovane analista investigativa che da anni collabora con le forze dell'ordine, è alle prese con un'altra indagine. Nulla apparentemente collega i due casi, ma a mano a mano che le ricerche proseguono, alcuni dettagli iniziano a convergere, e il quadro che si delinea è sconfortante: dietro una serie di iniziative benefiche si nasconde una rete clandestina che traffica in esseri umani. È lì - e in un passato doloroso ancora coperto da fitte ombre - che si annidano alcune delle risposte che la polizia sta cercando. Sfruttamento dei più deboli, corruzione, violenza: tutti crimini spregevoli. Ma a volte è l'ipocrisia il male peggiore da cui guardarsi. O di cui vendicarsi.
RECENSIONE Cari lettori, seduta alla mia nuova scrivania, mi accingo a parlarvi di un nuovo libro. Si tratta di “Fiore di ghiaccio” di Kristina Ohlsson, edizioni Piemme, un giallo che, come nella migliore tradizione nordica, verte sulla psicologia dei personaggi e sul gioco di ruolo di due sorelle legate da un terribile segreto.
L’inizio è quello che gli americani definirebbero captive, ovvero oscuro quanto basta per spingere chi legge a voler sfogliare con trepidazione le pagine, nel desiderio di arrivare alla fine per capire come si dipanerà lo svolgere degli eventi. Peccato che il resto del libro non mantenga le premesse. Il ritmo della narrazione perde di mordente, pur rispettando i canoni del genere: mistero, un omicidio all’apparenza inspiegabile, indizi sparsi qua e là, giusto per lasciare qualche traccia al lettore e tenerlo sospeso. Eppure, il libro non decolla. Da metà, si trascina in una serie di digressioni che non fanno altro che appesantire lo svolgersi degli eventi, mentre i temi portanti del libro avrebbero potuto dare vita a un romanzo di diverso spessore, sicuramente più corposo: l’integrazione razziale, la religione come punto d’incontro o scontro tra due realtà diverse, ma anche come "oppio dei popoli".
Ciò che ho apprezzato di più è stato, senza dubbio, la caratterizzazione dei tre personaggi femminili, perché questo è un giallo in cui le donne la fanno da protagonista: Friederika, la detective sull’orlo di una crisi esistenziale, Johanna e Karolina, le due sorelle legate da un comune, tragico, destino. Donne sofferte e fragili, ognuna a modo proprio alla ricerca di un riscatto. Frederika in attesa di un figlio da un uomo sposato, molto più grande di lei, che prova verso il suo lavoro di detective un sentimento di odio/amore, Johanna e Karoline vittime di una situazione familiare che le ha traumatizzate, che le costringe a una vita di finzione. 

Complessa anche la descrizione dei rapporti interpersonali tra i dipendenti dell’unità investigativa del commissariato di Stoccolma, di cui Friederika fa parte. Tra loro; spiccano Peder, poliziotto dal passato turbolento con un divorzio alle spalle, e il commissario Alex, uomo totalmente dedito al lavoro e alla moglie, di cui, però, avrà motivo di dubitare.

La spina dorsale portante del romanzo è, in definitiva, la dicotomia tra finzione e realtà, tra verità e menzogna, confini labili e sfumati che, a volte, è pericoloso varcare. “Fiore di ghiaccio” è un libro che si lascia leggere, piacevole per trascorrere qualche ora in una Stoccolma sotterranea, custode di una realtà oscura e sconosciuta che galleggia sotto le apparenze.

L'Autrice: 

Nata a Kristianstad, nel sud della Svezia, lavora come analista di sicurezza internazionale per lo Swedish National Police Board. In passato ha lavorato al Ministero per gli Affari Esteri e per lo Swedish National Defence College, come esperta del conflitto in Medio Oriente e della politica estera dell’Unione Europea. In Fiore di ghiaccio ritorna Fredrika Bergman, l’analista investigativa protagonista di Indesiderata. Autrice venduta in 20 Paesi, il suo ultimo thriller è numero uno nelle classifiche svedesi.

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