Magazine Cultura

Recensione "Flood, Diluvio" di Stephen Baxter

Creato il 09 gennaio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
oggi son qui per parlavi di un volume di un autore inglese specializzato in sci-fi, Stephen Baxert e del suo apocalittico Flood, edito dalla Aliberti.
Trama:
Inverno 2016: un'altra stagione piovosa a Londra, seguita da un'umida estate. Ma questa volta succede qualcosa di molto diverso. La diga che regge le acque del Tamigi crolla, trasformando tutta la città in un immenso acquitrino. Quando l'acqua si ritira, sembra riprendere il normale corso degli eventi. Ma il livello del mare comincia ad alzarsi a una velocità spaventosa, minacciando di sommergere completamente le città costiere in meno di due anni. L'intera umanità è nel panico, i punti di riferimento svaniscono, le cose materiali perdono valore. Attraverso Lily, Helen, Gary e Piers viviamo l'esperienza di una vera alluvione e il tentativo di sopravviverle.
RECENSIONE
Questa è una recensione complicata, poiché almeno a mio avviso, il volume ha alcuni punti di debolezza che inficiano l'idea di fondo, davvero molto interessante. Questa piccola premessa è necessaria per procedere oltre nella recensione.
Nella quarta di copertina vengono enumerati quattro protagonisti, vittime di un sequestro in una Barcellona dilaniata da una guerra civile che vede opposte fazioni di ribelli in lotta tra loro. Una volta sfuggiti ai loro sequestratori Helen, Lily, Piers e Gary sono riportati in Gran Bretagna, dopo ben cinque anni di prigionia che li hanno cambiati sotto ogni punto di vista. E qui è necessaria una precisazione: l'autore ha ambientato la storia in una Terra... parallela? Alternativa? Io ho avuto difficoltà a definirla ma non è importante. Di fatto, la mappa geopolitica tratteggiata da Baxter non è affatto simile a quella odierna, visto che c'è stata un'invasione delle popolazioni arabe dall'Africa e  ciò che resta del governo Spagnolo è ancora amministrato dai franchisti con una monarchia fantoccio.
Tornati a Londra, i quattro protagonisti sono ancora scossi dall'esperienza traumatica che hanno vissuto. Per mesi sono stati l'uno la famiglia dell'altro e faticano ad allontanarsi, a riprendere la "vita di prima". Una di loro, Helen, è stata stuprata da un militante islamico che era anche un principe saudita, e ha avuto una bambina, Grace, che le è stata sottratta per esser consegnata alla famiglia del padre naturale. Lily trova la sua casa di famiglia occupata dalla sorella Amanda e dai nipoti Benji e Kristie dopo la morte di sua madre; Piers ritorna a lavorare nell'esercito ma non riesce a resistere alle immense pressioni cui è sottoposto. E Gary, climatologo, si trova improvvisamente disoccupato, visto che i suoi modelli climatici son ormai abbondantemente superati. I quattro amici fanno un giuramento: resteranno sempre in contatto qualunque cosa accada, e saranno un sostegno l'uno per l'altro.
Accanto a loro c'è un misterioso e potente uomo d'affari, Nathan Lammersmock, che sembra aver conquistato un grandissimo potere economico e politico con la sua Axys Corp, una holding finanziaria che arriva con la sua longa manus anche nelle stanze della politica. L'operazione di salvataggio a Barcellona è stata opera sua, una trovata mediatica che ha aumentato il suo immenso potere. 
Ma nel frattempo, gli ex ostaggi si accorgono che qualcosa è cambiato. Piove. Sempre. A Barcellona, Londra, New York. E il mare sale, abbraccia il corso del Tamigi e seppellisce Londra con un'inondazione superiore a quella del 1953, tale da superare le barriere sul Tamigi. E' da quel momento che un gruppo di scienziati - tra cui Gary - comprende che non si tratta più e solo di riscaldamento globale e di inquinamento.
Perchè la Terra si sta ribellando, scrollandosi si dosso gli esseri umani come insetti molesti, e lo fa attraverso l'acqua. Il mare cresce, cresce ancora e solo grazie agli sforzi economici di Lammersmock e di alcuni scenziati, tra cui Thandie Jones, collega di Gary, si scoprirà cosa sta accadendo. I mari, tutti i mari, stanno crescendo perché l'acqua imprigionata in forma molecolare nel mantello terrestre viene liberata con scosse violente, dando luogo ai c.d. mari interni che confluiscono negli oceani stravolgendo le correnti marine. Insomma, acqua che arriva dai fondali oceanici e dal cielo. La terraferma non ha scampo
Da quel momento, è tutta una corsa a correre e costruire, portar via le proprie cose e ricostruire più in alto mentre la linea della terra abitabile si assottiglia sempre più. Diminuiscono le risorse alimentari, fauna e flora vengono spazzate via dalla progressiva crescita dell'acqua salata e dalla paura dell'uomo, cessa la produzione di beni e servizi, la rete di informazioni viene sfilacciata sino a perdersi del tutto perché... non c'è più nessuno che raccolga dati o guardi telegiornali, o faccia film e canzoni. Tutto è sottacqua. Tutti o quasi sono morti: annegati o uccisi dalle carestie, dai terremoti e dalle malattie.
L'umanità si rimpicciolisce e torna a uno stadio quasi pre evolutivo. Si perdono i confini nazionali per vedere la nascita di nuove nazioni dettate da bisogni o da particolarismi religiosi e razziali. Nulla più resiste.
C'è tanta carne al fuoco. Forse troppa.
A mio avviso la pecca più grossa è la scarsa attenzione per l'evoluzione psicologica dei personaggi. Con un plot del genere, ci sono mille e più emozioni da esplorare, tensioni, rabbia, dolore. Invece l'impianto che ha dato l'Autore al libro è asettico, quasi cronachistico. Nulla o quasi sappiamo delle emozioni provate da Piers, o Nathan o di tutti gli altri. Qualcosa, sia pure a sprazzi, emerge per Lily, che spesso rappresenta il punto di vista del narratore. Ma le vicende, tutte, anche le più dolorose e atroci, sono narrate senza un vero coinvolgimento emotivo per il lettore (o almeno questa è stata la mia sensazione). 
Nel libro si parla dell'estinzione del genere umano, di peregrinazioni di massa, della scomparsa di interi ecosistemi. In questa fase lunga un trentennio, si assiste alla lotta dei ricchi per rimanere tali e dei poveri che lottano - letteralmente - per non annegare nell'immane quantità di spazzatura che l'umanità si lascia dietro. Ma questo non è fatto con pathos. L'Autore ha mantenuto un distacco clinico nei confronti dei suoi personaggi e del loro vissuto, senza spiegarci come, ad esempio, si siano adattati a non lavarsi più con l'acqua dolce o cosa significhi per loro non avere altri abiti che quelli che indossano. Non sappiamo cosa abbiano provato nel vedere i loro cari, gli amici e il mondo dove vivevano andare sott'acqua per colpa di un tifone o cosa significhi davvero per loro aver perso casa, scuola, vita sociale, tutte quelle abitudini che costituiscono la nostra rassicurante quotidianità. Anche la morte di Helen, che avviene nel primo terzo del romanzo, viene accennata in due scarne righe per poi passare oltre.
E' questo, a mio avviso, il vero problema del volume. I personaggi non si evolvono davvero: cambiano, invecchiano, ma non sappiamo mai cosa provano e come lo provano: se sono arrabbiati, frustrati, delusi o addolorati. Solo Lily sfugge, almeno in alcune occasioni, a questa regola; ma è del tutto insufficiente per dare spessore a un volume di oltre 400 pagine. Spesso, il vissuto dei personaggi è descritto con tocchi rapidi: le relazioni che si intessono sono veloci e da un capitolo all'altro trovi coppie, figlie e scenari che sorprendono il lettore che si sente spiazzato. Forse questo rappresenta il tentativo di creare un background psicologico ai personaggi: disegnare una rete amicale che si estende nel tempo. Tuttavia, in alcune parti ho avuto la sensazione di trovarmi più dentro una soap opera che in un romanzo apocalittico... dalla seconda metà in poi per essere ancora più precisa. Un esempio? Quando Lily scopre che Piers è attratto dalla nipote e che detesta il compagno chequa di lei, Ollantay. Non c'è traccia nelle pagine precedenti di un solo segno di interesse dell'ex ostaggio per Kristie, nipote di Lily, così questa rivelazione giunge letteralmente come un fulmine a ciel sereno. O ancora quando Thandie Jones svela la propria bisessualità a Gary.
Ma d'altra parte c'è lo stile dell'autore. Baxter scrive di science fiction e si vede, si legge nello stile della narrazione che è molto rapida, con poche parole acute  e con uno accurato della punteggiatura. Questo rappresenta un valore notevole del libro. Grazie ad esso, il volume è godibile e si legge piacevolmente.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :