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[Recensione] Il Cerimoniere di Laura Vedova

Creato il 27 giugno 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il Cerimoniere di Laura VedovaTitolo: Il Cerimoniere
Autore: Laura Vedova
Editore: Narcissus Self Publishing
Anno: 2013
Formato: eBook
Lingua: italiana
Dimensioni: 1358 Kb
Prezzo: € 5,48
Voto: [Recensione] Il Cerimoniere di Laura Vedova

Contenuto: Giugno 2009. Tre personaggi che non hanno nulla in comune, a partire dal luogo di provenienza, intrecciano i loro destini in India intraprendendo un viaggio a Nuova Delhi. Victor Berry è in una sala d’aspetto di un’unità di rianimazione di Cambridge (U.K.), attende notizie di sua moglie Marianne ricoverata d’urgenza perché vittima di un grave incidente stradale. Gli viene comunicato che la moglie è in coma in prognosi riservata. Sconvolto, ma non rassegnato, cerca una possibilità diversa dalla medicina ufficiale per abbattere la barriera che trattiene sua moglie in quello stato vegetativo. Spacciandosi per medico, Victor inizia una corrispondenza via mail con il prof. Porenda, studioso e ricercatore a livello medico della guarigione definitiva di ogni tipo di malattia, riuscendo ad ottenere un invito ufficiale per un convegno che si terrà a New Delhi per i primi di luglio. Michele Montorsi, qualificato compratore per una società italiana con sede a Milano, di manufatti tessili, deve partire un’altra volta per Nuova Delhi. Attratto da una possibile opportunità per incrementare la propria attività incontrerà casualmente il Palmist, un uomo dotato di capacità preveggenti. Helen Lindsay, giovane donna con alle spalle la bruciatura di un divorzio, si arrabatta in un pub londinese come cameriera. Nello squallore di una vita piatta nella quale vede con difficoltà qualche possibile via d’uscita, decide di dar corpo al sogno della sua vita, fare un viaggio in India, da sola. La residenza di un Maharajah diventerà il luogo d’incontro di tutti i protagonisti…

Recensione: Nel complesso la storia, una volta raccolto il bandolo, suscita un certo interesse. Incontriamo una triade di personaggi che, se ben sviluppata, poteva costruire un quadro dai colori vivaci. Non vi è soltanto un luogo ad accomunarli (l’India), ma qualcosa di più profondo e misterioso che fa da collante: la sincronicità del destino. Il caso o un capriccio senza volontà sembra muovere gli uni verso gli altri, quando invece vi è un vero e proprio complotto, un piano, anche se non si sa bene di chi. Ciò che Michele, Helen e Victor vivono nel loro privato è preparatorio di quel che viene dopo. Per esempio il destino ha fatto sì che Michele Montorsi entrasse in quel dato negozio di gioielli, permettendo tutta una rete di eventi e di coincidenze che hanno dato luogo a quello che leggiamo. Michele, Helen, Victor e altri si troveranno coinvolti in un progetto di cui non immaginano la portata. E, in fondo, nemmeno noi.

Il problema di questo romanzo è il modo in cui è strutturato e portato avanti. E non tengo conto delle innumerevoli incertezze e ingenuità alle quali una più attenta revisione avrebbe ovviato.

I personaggi sono schematici e privi di profondità, di essi ci restano nomi e ombre sfumate. Ciò fa sì che la lettura sia faticosa, a tratti snervante. Anche le situazioni nelle quali Victor, Michele, Helen sono coinvolti non  superano il livello superficiale di un gioco di ruolo. Si tira avanti, riga dopo riga, solo per sapere cosa accadrà, come si svilupperanno  eventi che fin da subito disorientano e confondono.

Il romanzo è di per sé un tutto composito poco amalgamato. Presumibilmente l’autrice è stata vinta dalla tentazione di raccogliere intorno a sé diverse tipologie di lettori: quelli che amano la storia romantica, coloro che prediligono l’avventura, il thriller, la fantascienza. Noto che è una costante in molti  romanzi che ho letto ultimamente, nei quali  più che la creatività, a farla da padrona è l’ansia di imitare un genere, di rispettare uno schema.  L’autore è completamente assente. Non si percepisce lo stile, il lavoro, la divinità nascosta che tende gli agguati e regge le fila. Il destino stesso che scherza e gioca con i protagonisti assomiglia più a un concetto che a una presenza palpabile. Si comincia con un dramma romantico: Victor deve riuscire a risvegliare dal coma Marianne, sua moglie, costi quel che costi. Poi le pieghe si sviluppano in una molteplicità di direzioni: si respira fantascienza dietro un esperimento che somiglia a un caso particolare di realtà virtuale, che consente la comunicazione tra menti e un viaggio inusuale verso un certo tipo di trascendenza. In questo contesto compare il cerimoniere del titolo, elemento fondamentale di un rito iniziatico. A un certo punto l’azione assume il ritmo e il respiro di un episodio della saga di Indiana Jones alla quale non ci sentivamo preparati.

No. Non ci siamo proprio.


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