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Recensione "La Diaciannovesima Luna" di Kami Garcia e Margaret Stohl

Da Glinda
Ultima recensione per la serie "Caster Chronicles" di Kami Garcia e Margaret Stohl, che si conclude con  "La Diciannovesima Luna", libro che mi ha lasciato un pizzico d'amaro in bocca. Ricordate che nella recensione ci saranno possibili spoiler per chi non ha letto la serie, ma proverò come sempre a limitarli il più possibile.
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Titolo: La Diaciannovesima Luna (Caster Chronicles #4)
Autori: Kami Garcia e Margaret Stohl
Data di pubblicazione: 18 Giugno 2013
Editore: Mondadori/Chrysalide
Prezzo: 17,00 €
Pagine: 421 

Il mio voto:
  
La morte è la fine... o è solo l'inizio? Ethan ha sempre sognato di potersene andare dalla minuscola cittadina di Gatlin in cui è nato e cresciuto. Non sapeva che proprio l'amore per Lena lo avrebbe portato lontano da lì. Lena possiede poteri soprannaturali, legati alla storia più oscura e maledetta di Gatlin, una storia così forte da aver spinto Ethan a un sacrificio tremendo. Ora Ethan deve trovare il modo di tornare dalla sua amata, e di tornare a Gatlin, e Lena è disposta a tutto per riaverlo con sé: tradire gli amici, mettere a rischio la vita dei suoi cari... Questi innamorati, nati sotto una cattiva stella, riusciranno infine a vincere contro il loro crudele destino? 
Recensione
Seguire una serie letteraria, assistendo alla crescita degli scrittori e dei protagonisti, allo sviluppo degli eventi e alle evoluzioni della trama, non è sempre facile.Se si è fan della serie ci si trova ad affezionarsi così tanto ai protagonisti, da reputarli un po' nostri e a volte è dura accettare le scelte compiute dagli autori e arrendersi ai cambiamenti di rotta che spingono la trama in direzioni diverse da quelle che avremmo desiderato. La Caster Chronicles di Kami Garcia e Margaret Stohl mi ha messo a dura prova. Dopo avermi disarmato nei primi libri, grazie allo stile ricco e gotico delle autrici, la sua conclusione mi ha lasciata con tanti punti di domanda e dubbi che nemmeno dopo dieci giorni dalla conclusione della lettura riescono a trovare risposta.  Più che un finale col botto, in effetti, quello della Caster Chronicles è stato un finale in sordina che non ha retto, almeno per me, il confronto con la bellezza racchiusa nel primo romanzo: La Sedicesima Luna. Nei libri precedenti, lo sapete, è accaduto di tutto. Forze magiche di ogni genere si sono messe in moto rivelando un mondo ultraterreno e spietato da cui il giovane Ethan Wate, umano fino al midollo, non è riuscito a stare lontano. Il suo amore incontrollato per la Maga metà Tenebre e metà Luce, Lena Duchannes, lo ha infatti spinto a giocare con il fuoco e, lo sappiamo bene, giocando con il fuoco ci si brucia.  Né la minaccia di un'imminente apocalisse, né spiriti terrificanti o Incubus assassini, sono riusciti a tenerlo lontano dall'unico amore che abbia mai conosciuto, ma qualcosa di molto più definitivo si è messo in mezzo.  Ora che Ethan si trova dall'altro lato della barricata, impossibilitato a ricongiungersi con le persone per cui ha lottato fino allo stremo, il suoi viaggio dovrebbe essere al capolinea. Ma non è così. Non quando si ha a che fare con la magia. In quel caso nemmeno la morte può bastare a dividere due anime legate a doppio filo.  Ethan e Lena non sono più assieme. Uno di loro è nel mondo dei morti, uno in quello dei vivi. Ma se ci fosse un modo per tornare sui propri passi e sovvertire la sorte amara che si è abbattuta sulle loro vite? La Diciannovesima Luna è un viaggio oscuro in cui Ethan e Lena proveranno, per l'ennesima volta, a mettere i bastoni tra le ruote del destino così da impedire al male di vincere e potersi così ricongiungere definitivamente. Della trama non dirò altro, perché le poche sorprese che riserva il libro è bene che le apprendiate da voi. Posso dirvi che in questo romanzo, diviso in tre sezioni, è presente una doppia narrazione che alterna il punto di vista di Lena a quello di Ethan. Se l'uno è impegnato a combattere contro le spire della morte che cercano di inghiottirlo e prova a far sapere ai propri cari che la sua esistenza non si è ancora estinta, l'altro dovrà vedersela con pericoli più "tangibili", ma non meno gravi.  E' complesso riassumere in poche parole ciò che succede in questo romanzo e non perché accade di tutto di più, ma perché il corso degli eventi è così forzatamente prolungato che la trama principale si sfuma fino a diventare sfocata. Purtroppo, quella che era una delle mie serie preferite, si è infatti trasformata in una saga confusa e difficile da seguire con lucidità. Pare che le due autrici abbiano messo così tanti ingredienti nel loro calderone, da non riuscire più a sbrogliare la matassa che loro stesse hanno creato e, lasciatemelo dire, è un vero peccato. Già dal libro precedente avevo sospettato che gli elementi di "disturbo" e gli antagonisti si stavano moltiplicando in maniera preoccupante e il mio sospetto è stato tragicamente confermato ne La Diciannovesima Luna. Un libro che avrebbe dovuto tirare le somme, risolvere i misteri e chiudere le questioni in sospeso, si è invece trasformato in un lento viaggio inconcludente in cui si intrecciano i destini di troppi personaggi e in cui accadono avvenimenti impossibili da spiegare e accettare. Scontri al limite del ridicolo, rivelazioni per nulla sorprendenti e un'ammasso di informazioni difficili da collocare, sono solo una parte dei difetti di questo romanzo.
Sfumati ormai i presupposti che trainavano la trama principale, ovvero la Reclamazione di Lena, si assiste a una complicazione inutile degli eventi, a una reiterazione delle difficoltà e a una continua anticipazione di quello che potrebbe essere uno scontro epico tra bene e male. Scontro che puntualmente non arriva, né nel libro precedente né in questo, scatenando moti di delusione nei lettori. Le due autrici, il cui stile mi ha comunque deliziata, non sembrano riuscire a gestire in maniera adeguata i momenti di "tensione" nei propri romanzi. L'hanno dimostrato nel libro precedente, quando il tanto atteso confronto tra Sarafine e i protagonisti si è risolto in una nuvoletta di fumo, e lo hanno ribadito in questo romanzo, quando i "supercattivoni" di turno sono stati sconfitti nel modo più banale e ridicolo possibile. Non posso spiegare quanto mi ferisca dover dire determinate cose di una serie che ho tanto amato, ma la verità è una, per quanto mi riguarda: questo libro mi ha delusa incredibilmente e mi ha fatto cadere un po' dal cuore l'intera saga. Sarebbe stato preferibile che la storia si fermasse al terzo romanzo. Per quanto drammatico, infatti, il suo finale dava un senso a tutto incoronando Ethan a eroe tragico per eccellenza, pronto a tutto pur di salvare chi ama. Non capisco dove stia il senso nel voler allungare il brodo al punto da scrivere un romanzo conclusivo in cui accade poco o nulla, in cui i colpi di scena sono pochi e banali e in cui il finale non riesce a risollevare le sorti del protagonista principale: Ethan Wate. Non è per lui e per la sua felicità che tutti dovrebbero tifare? Non è la sua rivincita che ci si aspetta? Per me era così, e ammetto di essere stata delusa dalla piega degli eventi.
Perché, tirando un attimo le somme da me - dato che le autrici non l'hanno fatto  a dovere -, mi è stato chiaro che tutta la serie è concentrata su una sola cosa: la sofferenza di  Ethan Wate. Quel povero ragazzo, colpevole di essersi innamorato della ragazza sbagliata, non ha fatto altro che pagare le pene dei maghi sin dal primo libro. Prima ha perso la madre, poi è stato tradito, messo in mezzo, malmenato e ucciso - più di una volta -. E' l'unico che ha visto morire e soffrire persone a lui care, mentre la magica Lena non ha fatto che agire egoisticamente lottando solo per le proprie battaglie. Perché non chiamare allora l'intera serie: La Passione di Ethan Wate? Sarebbe stato un nome più azzeccato, fidatevi. Vi sembrerà che esageri facendo certe affermazioni, ma dopo aver assistito a tutte le morti e  la sofferenza di cui Ethan è stato vittima, non mi è stata lasciata molta scelta. Persino sul finale, che non voglio spoilerarvi affatto, l'unico ad aver sofferto è il povero umano Ethan. Tutti sembrano avere un qualche riscatto. Ci sono amori ritrovati, riconciliazioni familiari, passioni dirompenti rinate o destini fulgidi all'orizzonte per tutti. C'è un lieto fine per tutti, ma non per Ethan, che pur rallegrandosi in parte per ciò che ha conquistato, è costretto a fare la conta delle persone di cui dovrà fare a meno per tutta la vita. E per chi, poi? Per Lena Duchannes. La maga che, sin dal primo libro, ha dimostrato di tenere a se stessa e alla propria sorte più di ogni altra cosa.  Per una saga i cui primi libri mi avevano stregata senza appello, mi aspettavo un finale degno di nota, che desse un senso a ogni cosa. Invece ciò che ho avuto è stato un libro che avrei preferito non leggere, che ha lasciato in me tanta confusione e amarezza.
Verdetto: il finale della serie non è all'altezza del suo inizio.

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