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[Recensione] Multiversum di Leonardo Patrignani

Creato il 09 maggio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Multiversum di Leonardo PatrignaniTitolo: Multiversum
Autore: Leonardo Patrignani
Editore: Mondadori
Genere: Sci-fi, Young Adult
ISBN: 978-88-04-61679-5
Anno: 2012
Pagine: 342

Leonardo Patrignani è uno scrittore, doppiatore e metallaro. Multiversum, il romanzo che qui mi appresto a recensire, non è la sua prima fatica letteraria. Dal suo sito personale, infatti si apprende che:

La passione per la scrittura non ha mai abbandonato Leonardo, che sul finire degli anni ’90 aveva portato a termine la sua prima fatica letteraria, dal titolo Labirinto. Stampato da Elena Morea Editore, il thriller di matrice kinghiana era rimasto “fuori catalogo” e disponibile solo grazie al contatto diretto con l’autore.

Invece il suo secondo romanzo, Multiversum, appunto, viene pubblicato niente meno che da Mondadori. Che cos’è Multiversum? Sempre sul sito di Patrignani viene definito “un Urban Fantasy ambientato nelle infinite dimensioni parallele della nostra vita”, il che in sostanza è un modo figo per dire “uno sci-fi con protagonisti adolescenti e con dimensioni parallele”.

Seguitemi dopo il salto per vedere se Multiversum è un buon romanzo degno di lodi e premi Hugo o se è destinato a finire, anche lui, “fuori catalogo”. Andiamo!

Cosa succede

Protagonista del romanzo è Alex, un ragazzo di Milano, che ogni tanto ha dei momenti di vuoto cosmico in cui sviene e riesce a comunicare con una ragazza di nome Jenny. La Jenny in questione abita a Melburne e soffre anche lei degli stessi svenimenti/momenti di incoscienza di cui è vittima Alex. Un giorno Alex ha un colpo di testa e, per cercare di mantenere un minimo di sanità mentale, si decide ad andare a trovare Jenny in Australia, salvo scoprire qualcosa di sconvolgente che sto per spoilerare. Se non volete saperlo, beh, mi dispiace per voi, non è una di quelle recensioni spoiler-free. Jenny è morta da bambina. Eppure la Jenny con cui Alex è in contatto è un’adolescente viva e vegeta.

Il fatto è che Alex e Jenny si trovano in due universi paralleli. Entrambi sembrano avere, sin da piccoli, la capacità di spostarsi, dapprima col pensiero, poi anche fisicamente, tra le molteplici dimensioni del multiverso.

Ma non è finita qui, perché le realtà parallele sembra siano fuori controllo, mentre qualcuno cerca decisamente di mettere i bastoni tra le ruote ad Alex e Jenny e un enorme asteroide minaccia di distruggere la Terra. Condite il tutto con po’ di romance e daddy issues, ed ecco Multiversum.

Che cosa ne penso

La storia non è male. Parte col piede giusto ed è sostenuta da uno stile asciutto, diretto e senza troppi fronzoli. Per tutta la prima parte è un susseguirsi di domande che sono state in grado di suscitare il mio interesse, anche se, va detto, non mancano i buchi logici. Dai più banali, tipo come fa Alex a viaggiare in aereo se è minorenne, perché i suoi genitori non lo tampinano al cellulare dopo che è scappato e perché hanno aspettato due giorni per chiamare la polizia, a quelli un attimino più seri, del tipo Marco, l’amico nerd di Alex, che ha sviluppato un programma di ricerca migliore di quello di Google, ma che non ha pensato di usarlo per ricercare informazioni su Jenny e anche la storia dell’asteroide tenuto segreto dal governo. L’astronomia non funziona così.

Che poi, se ci si pensa un attimo, tutta la trama di Multiversum è risolvibile in più o meno due minuti. State a vedere:

ALEX: Ehi, ragazza che mi appare durante i vuoti cosmici, come ti chiami?
JENNY: Jenny Graver
ALEX: Ok, ti ho aggiunto su Facebook, quando sei online mandami un PM con il tuo contatto su Skype così ci chiamiamo.

Visto? È quello che io avrei fatto fossi stato in Alex, e mi è parso estremamente strano che non ci abbia pensato lui stesso, dato che, sì, nel libro si fa menzione del fatto che è digiuno di informatica e tecnologia, ma Facebook lo sa usare perfino mia nonna. Per questo sono convinto che Multiversum avrebbe dovuto essere ambientato negli anni ’90 o addirittura ’80, quando la diffusione dei computer era minore rispetto a oggi e la comunicazione non era così globalizzata. In quel periodo non sarebbe sembrato strano, per non dire ingenuo, che un ragazzo in contatto con una ragazza che sta all’altro capo del mondo non vada per prima cosa a chiederle l’amicizia su Facebook.

Ho innalzato spesso il vessillo della sospensione dell’incredulità, ma la storia di Facebook mi ha lasciato perplesso e parecchio.

Rispetto alla prima, la seconda parte del romanzo si presenta molto più confusa. Accade un sorprendente quantitativo di eventi provenienti dal reame del WTF che personalmente mi hanno spiazzato. Quando ho visto che, a poche pagine dal finale, veniva messa ancora carne al fuoco e venivano sollevati altri interrogativi, ho cominciato a sentire puzza di bruciato.

A libro finito ho realizzato che Multiversum è il primo volume di una serie, come mi ha confermato lo stesso Patrignani su Twitter. E mi è partita la ciabatta. Non perché sono uno di quelli che “ah, ma è una delle solite trilogie, buuuuu, zero stelline!”, frega niente, anzi, le serie non mi dispiacciono. Ma ditelo, per lo meno, accipuffa!

Ho comprato il romanzo sulla fiducia, basandomi sulla sinossi di Amazon e uno sguardo veloce alla copertina. Ora, per amor di puntigliosità, controlliamo la scheda di Multiversum e confrontiamola con quella di Il sogno di Talitha di Licia Troisi. Sono pubblicati dallo stesso editore, nella stessa collana, e sono entrambi il primo volume di una trilogia. Ma allora perché di uno lo si vede chiaramente e dell’altro no?

Qui non è colpa dell’autore, è proprio l’editore che è un paraculo industriale e che ha messo in secondo piano la cosa. Cos’è, le trilogie non vendono? La Troisi ha floppato? Quest’ultima sarebbe una bella notizia, ma, da lettore, non posso che sentirmi preso in giro, e anche un po’ truffato. Perché se so di stare leggendo una trilogia, mi aspetto che alcune cose vengano risolte nei volumi successivi, se invece mi si lascia intendere che il romanzo sia stand-alone, il frame mentale con cui lo affronto è nettamente diverso, non so se mi spiego.

In conclusione

A parte la storia della trilogia non dichiarata – che imputo all’editore e non all’autore o al romanzo – Multiversum è stata una lettura piacevole e Patrignani è un autore da tenere d’occhio. Al di là di Multiversum, che può piacere come può non piacere, dopotutto è un romanzo per ragazzi, penso che sia dotato di una buona prosa. È stato un po’ come un ottovolante: alla fine ne sono uscito un po’ rintronato e confuso, ma con la sensazione di essermi divertito durante il viaggio. Il libro ha alcuni problemi, primo fra tutti quello di ignorare il potenziale dei mezzi di comunicazione nel periodo in cui è ambientato (che è il 2014, ma a conti fatti poco è cambiato rispetto a oggi), ma si fa leggere, intrattiene e a tratti è divertente. Non è un grande capolavoro che rivoluzionerà per sempre il modo in cui guardate alla fantascienza o alla letteratura di genere italiana, ma a me è piaciuto.

Voto finale [Recensione] Multiversum di Leonardo Patrignani


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