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Recensione: "Nel bosco" di Thomas Hardy

Creato il 27 gennaio 2016 da Elisa_antoinette
Buon pomeriggio lettori!
Oggi vi lascio la mia recensione ad un classico che ho tanto bramato di leggere, Nel bosco di Thomas Hardy. Prima però vorrei ringraziare la casa editrice Fazi che mi ha fornito l'ebook permettendomi di leggerlo (anche se a dire la verità, poi, ho approfittato della mia recente trasferta a casa in Italia per comprarmi il cartaceo. Ne è valsa la pena).
Recensione: Titolo: Nel bosco
Titolo originale: The woodlanders
Autore: Thomas Hardy
Editore: Fazi
Pagine: 510
Prezzo: 18,00€
Uscita: dicembre 2015
Sinossi: Nel bosco (The Woodlanders, 1887) è forse il più struggente tra i romanzi di Hardy per intensità espressiva e sentimentale. Racconta della storia d’amore fra un ragazzo di paese, Giles Winterborne, e la giovane Grace Melbury, figlia di un commerciante di legname, la quale però, tornata al villaggio provvista di un’istruzione, preferisce sposare un medico. Hardy contrappone con maestria due modelli di vita: l’esistenza semplice e dignitosa dei boscaioli e dei contadini e quella raffinata e artificiosa dei personaggi di alto lignaggio. Il contrasto è inevitabile e profondo, e la giovane Grace, la protagonista, è il punto di luce e di improvviso ardore tra gli uni e gli altri, tra la felicità e la disperazione. L’opera non si risolve comunque in una parabola morale intorno ai limiti delle nostre scelte. Possiede il fascino della maggiore letteratura dell’Ottocento: la grazia di uno stile acuto e piacevole, la forza di un’eccezionale tensione narrativa. Le passioni, gli amori dei protagonisti avvengono nel respiro segreto degli alberi e degli animali del bosco, osservatori muti di una felicità che sfugge agli uomini e alle donne del romanzo. La natura in Hardy, più che essere protagonista, appare legata alla vita dell’uomo, una sola cosa con lui, non in senso estetico ma vitale, e con essa la vita riacquista la propria autenticità.
Recensione★★★★★Thomas Hardy è stato uno dei massimi autori classici inglesi che ho sempre bramato di leggere, ma del quale però, nonostante questo, fino ad ora non ero riuscita a concludere alcun suo libro poichè spaventata dalla sua complessità e dalla difficoltà di lettura. Difatti, il mio primo approccio - miseramente fallito - fu con una versione alquanto obsoleta di "Via dalla pazza folla".Ciò invece non è accaduto con questa ultima pubblicazione da parte della Fazi: la traduzione, infatti, è moderna tanto da permettere una lettura scorrevole e senza intoppi, ma allo stesso tempo mantiene lo stile e alcuni termini di linguaggio tipici del tempo in questo libro è stato scritto.
La storia, come narra la quarta di copertina, racconta le vicende sentimentali di due giovani "dei boschi". Le loro vite si intrecciano a quelle di altri personaggi più o meno di rilievo ma che hanno ad ogni modo tutti la loro importanza ai fini del risultato finale.Non particolarmente ricca di colpi di scena, anzi quasi ne è priva, la narrazione non è di quelle che tengono il lettore con il fiato sospeso. Piuttosto si limita a raccontare la vita sociale e rurale del tempo che era quella dei boscaioli. Ricchissimo questo libro è, piuttosto, delle descrizioni dei luoghi che fanno da sfondo alle vicende dei personaggi.
Un singolo alito di vento che soffia tra le foglie degli alberi scaturisce sensazioni in chi è a portata d'orecchio, ed è proprio questo che - per esempio - viene descritto in questo libro: le emozioni e le impressioni dei protagonisti sono narrate in modo dettagliato, a volte anche troppo, ma mai in modo noioso.
Un altro aspetto che è stato particolarmente curato è la caratterizzazione dei personaggi: dal momento che questo libro non racconta molti fatti e avvenimenti in sè, nonostante la storia sia spaziata nell'arco di poco più di tre anni, siamo partecipi allo stesso tempo dell'evoluzione e della crescita mentale, personale e sentimentale di quasi tutti i personaggi.Personalmente, mi sono scoperta ad apprezzare alcuni di essi all'inizio per poi disprezzarli quando sono giunta il termine della lettura; e viceversa. Fatti e pensieri che l'autore ha voluto dare loro mi hanno portata a farmi un'idea degli stessi che era sbagliata. E questo, a mio avviso, è un segno della tutt'altro che banalità di Hardy.Il finale che ci attende al termine di questo libro è diverso da quello che ci si aspetterebbe: come già predetto, la storia è pressochè priva di colpi di scena, ma quelli presenti sono narrati talmente con calma e lentezza che sembrano passare inosservati. Nonostante ciò, però, lasciano basiti e stupefatti perchè si legge di qualcosa che non ci si sarebbe mai aspettato potesse accadere.
In conclusione, posso dire di aver apprezzato moltissimo questo libro. La mia prima volta con Hardy è stata buona; spero di poter dire lo stesso delle successive che verranno.Un classico consigliato agli amanti dei classici di autori inglesi, che lascia - al termine della lettura - con la bella sensazione di essersi sobbarcati di un peso immaginario molto pesante: la cultura!

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