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Recensione: Segreti di famiglia di Tatiana de Rosnay

Creato il 02 giugno 2011 da Giulie
Recensione: Segreti di famiglia di Tatiana de Rosnay

Casa editrice: Corbaccio Collana: Romance

Oggi vi posto la recensione di un romanzo che ho appena finito di leggere e che ha saputo coinvolgermi molto. Ve ne avevo già parlato QUI, dove potrete trovare anche la trama e tutte le informazione riguardanti il libro.

E ora, ecco la mia recensione.

è un romanzo che scava nelle profondità dell'animo umano e mette a nudo i sentimenti di ciascun personaggio con una potenza tale che quasi ferisce il lettore che si avventura tra le sue pagine. Il titolo originale è Segreti di famiglia Boomerang e non c'è parola che meglio riesca a descrivere le vicende che accadono nel romanzo; tutta la vita e le scelte compiute durante il proprio cammino sono dei "boomerang" che prontamente e inevitabilmente ritornano da dove sono partiti e più lontano si cerca di scagliarli più ci si rende conto che questi ritornano indietro con violenza. Se poi in una famiglia ci sono segreti da nascondere, l'impatto può essere estremamente doloroso anche a distanza di molto tempo.

Recensione: Segreti di famiglia di Tatiana de Rosnay
Great Book. Gran bel libro, da non perdere

Per concludere questa mia recensione voglio riportarvi le due poesie che vengono citate all'interno del romanzo. Sono due poesie molti tristi, legate a momenti estremamente dolorosi come la perdita di una persona amata, ma con la loro bellezza e intensità sanno penetrare dritte nel cuore di chi le legge.

Fermate tutti gli orologi, staccate la cornetta,
date al cane un osso succulento prima che si metta
ad abbaiare, zittite i pianoforti e al cupo segnale
del tamburo portate fuori il feretro, parta il funerale.

Alti gli aeroplani s'avvitino con voce di sconforto
scarabocchiando in cielo la notizia: E' Morto.
Mettete un nastro nero al collo bianco d'ogni piccione,
fate indossare ai vigili guanti neri di cotone.

Era il mio nord, il mio sud, il mio ovest, il mio est,
la mia settimana di lavoro e il mio giorno di festa,
il mio meriggio, la mia notte, la mia parola, il mio canto.
Sbagliai a pensare eterno quest'amore - ora so quanto.

Le stelle non servono più: spegnetele una a una;
smontate il sole e imballate la luna;
strappate le selve e scolate tutto il mare.
Nessun piacere potrà mai tornare.

Quando io sono morta, mio carissimo,

Non cantare canzoni tristi per me;

Non piantare rose alla mia testa,

Né ombroso albero di cipresso:

Sia la verde erba su di me

Con acquazzoni e gocce di rugiada umida;

Cantare, come (se fosse) addolorato:

E sognando durante il crepuscolo

Che né sorge né tramonta,

E per caso possa dimenticare.

* non sono riuscita a trovare la stessa versione presente nel libro.


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