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Recensione Sinister

Da Oggialcinemanet @oggialcinema

Un horror che colpisce ma non stupisce.
Ultimamente la cinematografia horror non sta brillando in fatto di qualità e spessore. Poi arriva il film Sinister, nelle sale dal prossimo 14 marzo, che cerca nel suo piccolo di dare nuova linfa al genere. Il lungometraggio, presentato recentemente nella splendida cornice di Piazza della Repubblica a Roma, essenzialmente riesce a intrattenere facendo scorrere un brivido lungo la schiena, ma purtroppo la sua bellezza finisce qui.
Dai produttori di Paranomal Activity ed Insidious, e diretto da Scott Derrickson, Sinister vede tra i protagonisti un brillante Ethan Hawke il cui fascino da divo bello e dannato, nonostante l’eta che avanza, rimane immutato. Dopo aver ottenuto il successo grazie alla pubblicazione di un libro ispirato a un fatto di cronaca nera, Ellison Oswalt è progressivamente caduto nell’anonimato. Nel trovare la sua ispirazione ormai perduta, decide di trasferirsi con tutta la famiglia a King Country. Con moglie a seguito e due figli piccoli, in quella bellissima casa dove lo scrittore andrà a vivere, anni fa è accaduto un macabro omicidio ai danni di una famiglia. Ellison come un moderno detective, comincia a indagare su quanto accaduto, andando a scoprire un torbido segreto sepolto nel tempo. Per lo scrittore e la sua amata famiglia, inizierà così un lungo calvario che capitolerà in un finale da incubo.
Sinister è un horror movie che colpisce ma non stupisce. Il regista ormai avvezzo nel raccontare inquietanti storie di deliri onirici, cerca di dar vita ad un lungometraggio che sia diverso dagli altri, ma nonostante l’ottima idea iniziale, cade anche lui nei classici cliché del genere. Sinister, nel tentare di sfuggire quindi ai classici stilemi del genere, ha un incipit molto simile ad un film giallo, ma purtroppo con il passar dei minuti, lo spettatore si rende conto di trovarsi davanti al solito filmetto sulla casa infestata.
Una pellicola che nonostante le sue enormi pecche in fatto di sceneggiatura, può però contare su una recitazione intensa ed incisiva da parte di tutti gli attori, soprattutto quella di Ethan, che sembra quasi trovarsi a suo agio nel ruolo di uno scrittore fallito alla scoperta dell’occulto. La colonna sonora poi, che si insinua nella nostra mente come uno spirito maligno, riesce ad inquietare come non succedeva da tanto; se a questo poi si va ad aggiungere una regia spasdmodica, Sinister si candida per diventare un film horror che, nonostante tutto, non finirà molto presto nel dimenticatoio . Quindi ciò che rende questa pellicola diversa dalle altre, non è tanto la scelta degli attori o della colonna sonora, ma è proprio il suo incipit di grande impatto visivo, che invoglia lo spettatore a continuare nella visione, e addentrarsi in un mondo fatto di spiriti e demoni assetati di sangue.
Certo siamo ben lontani nel decreatare Sinister un piccolo capolavoro, soprattutto perché, nonostante abbia cercato di dar vita a qualcosa di elettrizzante, il regista compie molti passi falsi, eppure grazie alla sua vicenda a tratti seducente e alla buona scelta degli attori, la pellicola arriva al cuore dello spettatore.
Sinister quindi rispetto ad altri film, ha una chance in più per diventare un discreto horror di intrattenimento.
Nelle sale dal 14 marzo

di Carlo Lanna


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