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Recensione: "The giver - Il donatore" di Lois Lowry

Creato il 09 settembre 2014 da Saraguadalupi

Recensione:
"THE GIVER - IL DONATORE" di Lois Lowry
• Editore: Giunti Y • Pagine: 249 • Prezzo: 14,50 € (cartaceo) - 8,99 € (ebook) Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando.

Quartetto "The giver" 1. The giver - il donatore 2. Gathering blue - la rivincita 3. Messenger - il messaggero 4. Son - il figlio Recensione: Finalmente mi sono lanciata nella lettura di questo quartetto di romanzi distopici, di cui ho letto moltissime recensioni positive! Le mie aspettative erano altissime e, devo dire che, almeno per quanto riguarda questo primo capitolo della saga scritta da Lois Lowry, non sono state deluse per niente! Finito in pochissimo tempo, "The giver - il donatore" narra la storia di Jonas, un ragazzino di  quasi 12 anni che vive in un mondo molto rigido: ognuno ha un ruolo deciso da altri per lui, non esistono margini di errore, nè libero arbitrio - ogni membro della comunità si costruisce il futuro che per lui è stato scelto e questo anche per quanto riguarda la creazione di una famiglia. E' una società perfetta, in cui nessun abitante conosce il dolore, la guerra, le malattie..tuttavia, la non-conoscenza di questi sentimenti, di queste situazioni, porta, come contraccolpo, il fatto di non conoscere nemmeno l'amore né gli impulsi naturali dell'uomo che vengono soppressi. Nulla avviene in modo naturale e spontaneo. Nemmeno la scelta della compagna o compagno con cui dividere la propria vita, né la professione da svolgere.. Così, durante i festeggiamenti per il suo dodicesimo compleanno, sono gli Osservatori ad attribuire a Jonas un ruolo all'interno della comunità. Un ruolo tutt'altro che semplice, visto che viene destinato ad essere un Accoglitore di Memorie, e cioè colui che dovrà raccogliere la storia della propria comunità, con tutto ciò che essa comporta. Il nostro piccolo protagonista imparerà così a conoscere anche tutti quei capitoli e quei sentimenti che la stessa società cercava di mantenere chiusi fuori dai cuori dei suoi abitanti. All'inizio, per lui sembra una cosa facile, mentre inizia a percepire memorie felici, sorrisi e colori, ma tutto si fa più buio quando da quelle stesse memorie emerge la verità, emergono le vere motivazioni che portarono la comunità a scegliere di uniformare tutto e tutti. Numerose domande iniziano a formarsi nella mente di Jonas: domande sul libero arbitrio, sulla libertà in sè, sulla verità..sull'essere felici pur riconoscendo che, al mondo, c'è qualcosa che può far male ma, al contempo, renderci più forti.
"Papà… Mamma…” si azzardò a chiedere dopo il pasto serale “vorrei domandarvi una cosa”.  “Che cosa, Jonas?” chiese papà.  Jonas si costrinse a pronunciare le parole, pur sentendosi avvampare d’imbarazzo: le aveva provate e riprovate mentalmente tornando dall’Annesso. “Voi mi amate?” Seguì un momento di silenzio impacciato, poi a Papà sfuggì una risata. “Jonas. Proprio tu! Precisione di linguaggio, per piacere!” “Che vuoi dire?” chiese Jonas. Tutto si era aspettato, fuorchè una reazione divertita. “Papà vuol dire che hai usato un termine troppo generico, così privo di significato da essere caduto in disuso” gli spiegò Mamma.  Jonas li fissò allibito. Privo di significato? Non aveva mai provato qualcosa che avesse più significato di quella memoria.  “E naturalmente la nostra Comunità non può funzionare correttamente, se non si usa un linguaggio preciso. Perciò puoi chiedere “provate piacere a stare con me?” e la risposta è sì” proseguì sua Mamma. “O” suggerì papà “”siete fieri dei miei risultati?” e di nuovo la risposta è sì”. “Capisci perchè non è appropriato usare il termine “amore”?” chiese Mamma. Jonas annuì.  “Sì, grazie, lo capisco” rispose lentamente. Quella fu la prima volta che mentì ai genitori. 
Lois Lowry ci regala un romanzo ricco di spunti su cui riflettere, tutti concentrati in poco più di 200 pagine e, dopo averlo finito, posso affermare quasi con certezza che li ritroveremo nei volumi a seguire. Alcuni vedono in questo libro uno spirito di ribellione, io prima di tutto vedo una denuncia contro l'omologazione dell'individuo. "Il mondo è bello perchè è vario" , non si dice così? Finchè si rimane nel rispetto reciproco, ogni differenza non è che un particolare che rende le persone uniche. Proprio per questo tema, a mio parere, "The giver - il donatore" è un romanzo molto attuale, facilmente applicabile nella nostra società, troppo spesso portata a seguire falsi miti che non fanno altro che rendere tutti uguali, come se vestire con un determinato colore o tagliare i capelli in un determinato modo (perchè lo dice la velina, soubrette, stilista di turno), possa farci salire di un gradino più in su. In realtà, facendo così, i gradini vanno in discesa e non di certo in salita, riducendoci a camminare, vivere e parlare tutti allo stesso modo. A vedere tutti gli stessi colori. Jonas è il protagonista perfetto per questo tipo di storia, perchè data la sua giovane età ha ancora il coraggio di fare mille domande, di porsi mille quesiti su ciò che lo circonda..capacità che, a volte, crescendo, viene abbandonata, rassegnandoci al fatto che se le cose sono così, ci sarà un motivo, che però non ci interessa sapere. In conclusione, assegno 4 meritatissimi cuori e mi preparo a scrivere la recensione de "La rivincita" :)
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