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Recensione: World War Z

Creato il 29 giugno 2013 da Giobblin @MrGiobblin
Recensione: World War Z
World War Z: ovvero il miglior romanzo di zombie di sempre, senza se e senza ma. L'opera di Max Brooks, sequel spirituale del suo Manuale per Sopravvivere agli Zombi, è un riuscitissimo mix di horror e satira che ogni zombofilo che si rispetti dovrebbe aver già letto svariate volte. World War Z è essenzialmente una raccolta di interviste ai vari sopravvissuti alla guerra contro i non-morti che racconta gli inizi della pandemia, il crollo della civiltà e l'insperato punto di svolta che permise agli umani di contrattaccare e risollevarsi prima dell'estinzione totale. Un romanzo così denso e influente non poteva restare inosservato a lungo: ecco perchè la notizia di un futuro adattamento cinematografico fece gridare di gioia tutti gli appassionati.
Recensione: World War Z
Ed ora eccoci qui, anni dopo quell'annuncio, seduti in sala per guardare il film diretto da Marc Forster (Il Cacciatore di Aquiloni, Quantum of Solace) e con Brad Pitt nel ruolo di protagonista/produttore. Prima di cominciare vi snocciolo qualche fatto che dovreste tenere bene a mente:
  • La fase di produzione di World War Z è stata piuttosto travagliata. Ritardi, riprese aggiuntive, intere parti del film tagliate o modificate in maniera irriconoscibile. Molti di questi disagi possono essere imputati alla miopia dei produttori, altri sono stati pura e semplice sfiga. A causa dei numerosi contrattempi il budget della pellicola è lievitato oltre i 200 milioni di $- provocando ulteriori modifiche per rendere il film più appetibile per le platee di ogni tipo.
  • Il film e il libro hanno in comune solo il titolo e qualche fugace strizzata d'occhio qua e là. Per il resto ci troviamo di fronte a due opere totalmente diverse. Non che sia un problema di per sè- raramente romanzi e adattamenti sono perfettamente uguali, chiedetelo a Jurassic Park- ma se vi aspettate la Battaglia di Yonkers (esempio a caso) resterete molto delusi. 
  • Il film è PG-13. Niente gore, pochissimo sangue, violenza praticamente solo suggerita. Gli zombi non divorano gli umani, si limitano ad infettarli con un morso. 
  • Il terzo atto è stato completamente riscritto dal famigerato Damon Lindelof.

Recensione: World War Z
 In World War Z Brad Pitt interpreta Gerry Lane, un ex agente speciale/ninja delle Nazioni Unite che passa le sue giornate a cucinare pancakes per la moglie e le due figliolette. La sua idillica esistenza viene distrutta dalla comparsa di un inarrestabile virus che trasforma le persone in corridori rabbiosi e altamente infettivi. Dopo essere fuggiti da Philadelphia in elicottero Gerry e la sua famiglia trovano rifugio in una portaerei al largo di New York, ma la tregua dura pochissimo: le capacità e l'addestramento di Gerry lo rendono il candidato perfetto per una missione ad alto rischio in giro per il mondo. Se vuole tenere la moglie e le bambine al sicuro, Gerry deve cercare un modo per arrestare l'epidemia- trovare il Paziente Zero, una cura, un indizio, o tutte queste cose insieme. E' l'inizio di una mortale corsa contro il tempo che lo porterà in Corea del Sud, a Gerusalemme e in Galles, mentre il numero degli infetti aumenta minuto dopo minuto.
Recensione: World War Z
Il romanzo di Max Brooks è, ad essere sinceri, quasi impossibile da adattare al cinema. Ci sono talmente tanti eventi e personaggi sparsi nel tempo e nello spazio che seguire il filo del discorso, per lo spettatore medio di un blockbuster, risulterebbe davvero indigesto. Nel mio piccolo avevo in mente tre possibili soluzioni per dare vita all'epica opera di Brooks:
1) Una serie TV (magari dalla HBO, perchè no?). 2) Un film corale sul modello dell'ottimo Contagion di Steven Soderbergh. 3) Un mockumentary, come il recente The Bay.
La prima versione del film sembrava piuttosto fedele al romanzo, con Brad Pitt nel ruolo del giornalista impegnato a girare per un mondo post-apocalittico a caccia di testimonianze. L'uscita del primo trailer ufficiale generò ilarità e sconforto in ugual misura. Il personaggio di Pitt era diventato un Generico Agente Speciale impegnato a salvare la sua Famiglia da Mulino Bianco in una Prevedibile Corsa contro il Tempo. Gli zombi del romanzo, lenti e stupidi come impone la tradizione, erano diventati corridori rabbiosi più simili agli infetti del mitico 28 Giorni Dopo piuttosto che ai non morti di Romero.
Recensione: World War Z
Niente più satira, addio Battaglia di Yonkers, addio Cuba come nuova potenza mondiale, addio figuracce di Cina e USA. Il romanzo horror più intelligente degli ultimi decenni ridotto ad un generico blockbuster privo di parti problematiche per il pubblico. Inutile dire che World War Z, mesi prima dell'uscita, era già stato promosso a Flop Assicurato. Come sparare sulla Croce Rossa. L'Internetto aveva ragione? Nì. Parliamoci chiaro: World War Z è un film monumentalmente stupido. Talmente stupido che ci sono personaggi che piuttosto che sopravvivere preferiscono suicidarsi inciampando- e purtroppo sono serio. La stucchevole famiglia del protagonista (che dovrà pure avere qualcuno da proteggere, no?! Cos'altro può motivare un personaggio?) diventa insopportabile dopo esattamente un minuto sullo schermo. Vengono sollevati importanti quesiti scientifici (cosa provoca l'epidemia?) che vengono subito abbandonati. Ci sono echi di risvolti socio-politici, che potrebbero portare a interessanti sottotrame- via pure quelli. Il montaggio spastico è lo stesso che ha fatto di Quantum of Solace il più brutto tra i Bond moderni. A parte Pitt, che regge il film praticamente da solo, e la soldatessa Daniella Kertesz, il resto del cast non ha il minimo spazio per dar vita a personaggi significativi. Un vero peccato per il nostro Pierfrancesco Favino, ma anche per Matthew Fox, il cui ruolo è stato brutalmente tagliato fino a diventare poco più di un cameo.
Recensione: World War Z
E gli zombie? Invece di cadaveri rianimati pronti a sventrare ogni malcapitato a tiro ci troviamo con agilissimi corridori in CGI che mordono senza spargere sangue.  Pessima scelta per un film di zombie? Forse, ma io per primo devo ammettere di essermi ricreduto sul loro conto. Gli zombie di WWZ ricordano moltissimo delle formiche, e il loro modo di muoversi in "sciami" in grado di superare muri altissimi è effettivamente diverso da quanto visto finora in termini di morti viventi al cinema. Questi mostri non provano dolore e sono disposti a tutto pur di raggiungere nuove vittime- anche lanciarsi da un grattacielo, schiantarsi, e poi rialzarsi come se niente fosse, oppure distruggere finestrini e barriere a testate. Sapete cosa spaventa gli americani più degli zombie? Gli attentatori suicidi. Questi nuovi morti viventi uniscono il meglio dei due mondi, e il risultato (per quanto privo di squartamenti) è efficace. WWZ è un film profondamente disomogeneo che unisce horror, disaster movie, thriller internazionale, azione e fantascienza riuscendo comunque a dar vita ad una narrazione coinvolgente.
Recensione: World War Z
Considerati gli infiniti problemi della produzione la percezione di WWZ come film (abbastanza) coerente è un piccolo miracolo, e per questo vanno ringraziati gli editor. Il terzo atto, quello riscritto da Lindelof, marca un passaggio piuttosto brusco dall'azione esplosiva su scala mondiale ad un'ambientazione claustrofobica da thriller... eppure funziona benissimo. La sezione di Cardiff è la mia preferita, senza alcun dubbio. Lindelof viene spesso sbertucciato per il suo ruolo in Lost e Prometheus e la sua scarsa abilità nel confezionare finali decenti, ma va riconosciuto che il suo intervento ha potenzialmente salvato WWZ.  La parte riscritta ha inevitabilmente dato vita ad un nuovo finale, meno cupo e più sensato di quello progettato inizialmente. A quanto pare i ritocchi e le riparazioni di fortuna hanno dato i loro frutti: non solo WWZ ha raccolto 140 milioni worldwide in una settimana, ma Paramount non vede l'ora di iniziare i lavori per un sequel. Lo trovo strano, dato che difficilmente verranno recuperati i costi di produzione del primo film, ma mai dire mai.
Recensione: World War Z
WWZ è, in definitiva, un film mediocre.  MOLTO mediocre. Le numerose falle che lo contraddistinguono vengono bilanciate in qualche modo dai suoi pochissimi meriti- un protagonista capace, zombie diversi dalla solita solfa, un ritmo disomogeneo ma comunque coinvolgente. La perfetta dimostrazione che a volte Lammerda può essere trasformata in qualcosa di tollerabile (ma che difficilmente può staccarsi da una sufficienza risicata). La storia della vernice dorata e del fiocchetto, avete presente? World War Z intrattiene, spaventa e coinvolge: è un vero blockbuster per le platee di tutto il mondo. I fan del romanzo devono tuttavia entrare in sala ben sapendo che questo NON è il loro libro tradotto in film. Neanche per sbaglio. Se si è tuttavia disposti a perdonare i difetti dell'opera di Forster si possono comunque passare due ore spensierate e senza troppe pretese. Peccato, perchè le premesse per un film molto più ambizioso c'erano tutte... ma ormai, come sappiamo, le idee coraggiose vanno cercate nelle pellicole a basso budget o indie. WWZ diventa così l'ennesimo film "solo decente" di questa stagione di blockbuster estivi. Invochiamo Pacific Rim per risvegliare il nostro interesse e il nostro entusiasmo...
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