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Reddito di…

Creato il 12 giugno 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Reddito di...Pochi giorni fa, il buon Simone parlava di reddito minimo/reddito di cittadinanza/reddito di inclusione e, giusto ieri, l'Istat ha fornito i primi dati sull'impatto economico del fenomeno, nell'ambito di studi di settore, necessari al Senato per analizzare due proposte di legge in materia, presentate da SEL e Movimento 5 Stelle.

Finora sono stati gli unici soggetti politici che si sono impegnati in questa battaglia a livello nazionale e che hanno presentato delle proposte concrete - per ora, ignorate dal resto del Parlamento -, per introdurre, nel nostro ordinamento, uno strumento che abbia lo scopo di salvaguardare il singolo o la famiglia, dallo sprofondare nella povertà.

L'Istituto statistico ha calcolato quali sarebbero le risorse necessarie, per sostenere lo sforzo finanziario, nel caso una delle due proposte di legge venisse approvata. Partiamo da quella – la più economica – dei grillini, la cui spesa complessiva, per lo Stato, ammonterebbe, secondo l'Istat, a poco meno di 15 miliardi di euro l'anno.

L'ipotesi dei 5 Stelle è che l'Italia introduca il reddito di cittadinanza, ovvero quella forma di sussidio universale, destinata a tutti gli italiani maggiorenni e che abbiano un reddito al di sotto della soglia di povertà (circa 580 € mensili, secondo i calcoli del 2013, anno in cui venne presentato il progetto di legge).

Si tratterebbe, insomma, di una sorta di integrazione allo stipendio/pensione - per permettere al cittadino di superare le difficoltà - della durata di 3 anni, durante i quali il beneficiario – almeno tra i cittadini attivi, abili e arruolabili al lavoro – dovrà impegnarsi attivamente a migliorare la propria situazione economica, seguendo corsi di formazione professionale e accettando almeno una delle tre offerte di lavoro che gli verranno sottoposte, in linea con la sua esperienza e istruzione.

Il progetto di SEL, invece, parla di reddito minimo garantito, ovvero di un sussidio – pari a 600 € mensili – da riconoscere a disoccupati e inoccupati, con reddito annuo inferiore a 8000 €, fino alla loro ricollocazione (quindi, a seconda dei casi, ben oltre i 2 anni della Naspi del Jobs Act e i 3 anni della proposta dei 5 Stelle). Per l'Istat, la stima dell'esborso, per le casse dello Stato, si aggira intorno ai 23,5 miliardi di euro

Nel frattempo, anche la Lega Nord si prepara a presentare il suo "reddito di…"; solo a livello locale, però. Il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha, infatti, annunciato che, a giugno, verrà costituita una commissione regionale, che dovrà mettere nero su bianco un progetto di reddito di cittadinanza, la cui sperimentazione partirà ad ottobre e potrà contare su uno stanziamento di 50 milioni di euro. Nulla si sa, ancora, su quali saranno le fasce di popolazione interessate, quale l'ammontare del sussidio, quali le regole per accedervi.

Insomma, pare che nella politica qualcosa stia cominciando a muoversi – alla buon'ora! -. La cosa importante, però, è che bisogna saper creare un sistema organico e fare delle leggi su lavoro e welfare legate tra di loro: il Jobs Act (se e quando sarà completo) non potrà ignorare il reddito minimo o di cittadinanza o di inclusione; allo stesso modo il "reddito di…" (se e quando sarà approvato) non potrà essere estraneo all'impianto normativo della riforma renziana.

In caso contrario, si rischia di avere l'ennesimo pasticcio all'italiana.

Danilo


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