Relazioni riallacciate

“Prof., eccomi: glielo avevo promesso che ci sarei stato, in seconda!”.
“Prof., ci vediamo subito alla prima ora, ma che bello!”.
“Allora, prof., pronta?!”.
“Ha visto, ce l’ho fatta, sono in quinta!”.
“Grande, Prof., si comincia”.
Le grida, da ogni lato, circondano la ‘povna come un coro unico. E accompagnano la sua entrata trionfale all’interno della scuola.
Lì, è tutto un procedere di sorrisi sparsi: Campanellino, Wendy, Steerforth, la Timida, Giovanna d’Arco e la Testarda (che si avviano a grandi passi verso il loro ultimo anno). E poi Rotondo, Glauco, Luminosa, il Piccolo Elfo, da un angolo, che la guarda timida; Gian Burrasca, il Cucciolo Felice, e i Maculati tutti quanti (ai quali la ‘povna non sa ancora se dare la notizia). Questo, per quanto riguarda gli ex. E poi, ci sono i suoi ufficiali.
Entrare dai Merry Men è come ricominciare un dialogo interrotto: la Pesciolina che annuisce, complice (lei c’era, agli esami dell’Onda, lei vede Calvin, lei sa tutto); Soldino che sorride storto, Cirillo Skizzo che è sempre più alto; Mr. Mao che fa battute sul libro di testo (“Si chiama come me, professoressa!”). Weber seduto nel suo solito angolo (“E io faccio il rappresentante di classe”), mentre dalla porta sbuca, rapido, Piccolo Giovanni. E poi Rebecca, il Panda, Teofilo, il Taciturno, Stuffy: i Merry Men ci sono tutti, e la ‘povna è talmente a suo agio coi suoi uomini del bosco che ha quasi paura di non fare adeguata accoglienza a quelli nuovi. La mezz’ora che il fato ha regalato loro, per questo primo giorno, passa subito. La ‘povna li saluta dopo averli travolti di progetti, e si avvia a formattare, come ogni anno, un’altra prima.
L’impatto è buono, o così sembra, con qualche spunto interessante. Anche se ancora è presto per stendere bilanci. La ‘povna fa il gioco del gomitolo; mostra, a grandi linee, le coordinate del viaggio; saluta i vecchi volti, sorride ai nuovi, e poi va via.
La terza e ultima ora è con i Pesci. Che sono, ora, decurtati di un buon terzo: manca Inquieta, che ha cambiato scuola, e vita, forse, dopo che questa estate se la è vista brutta (ma che a fine mattinata passerà per dirle che va tutto bene, e che si farà sentire, all’occorrenza; e il regalo è bello, e grande; e la ‘povna sorride allo sceneggiatore); e Hagrid, e Mutolo, e molti e vari altri. Ma per fortuna Emil ha cambiato idea all’ultimo secondo, ed è rimasto. E c’è Scugnizzo (che scodinzola fiducioso, come sempre), ovvio. Ma, soprattutto, il Trapezista; con un piglio da comandante saggio che la fa ben sperare.
La ‘povna si diverte, ridacchia, si lascia prendere. E mezzogiorno vola poi che è un attimo.
“Arrivederci, prof., ci vediamo domani, dunque”.
“Arrivederci, cari”.
La ‘povna raccoglie le sue varie carabattole, che ha già fatto in tempo a incasinare in una pila instabile; e si avvia, stordita, ma contenta, verso la sala professori.