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Renzi: cronaca di una sconfitta

Creato il 03 dicembre 2012 da Ilrattodellospazio
I dati non sono ancora definitivi, ma sotto la schiacciante vittoria di Bersani ci sono svariate chiavi di lettura. Inannzitutto è bene tener conto di un fattore fondamentale: la base elettorale è la stessa, a parte rari casi gli aventi diritto al voto sono gli stessi di una settimana fa. In una settimana Matteo Renzi è passato da 1.105.000 voti ad 1.030.000; come detto sono dati parziali, però bene che vada Renzi manterrà il risultato, ma è probabile che perda qualcosa. Bersani aveva avuto 1.395.000, oggi è già a 1.605.000. In questa settimana di polemiche anche feroci sulle regole è successo che Renzi ha perso consenso. Eppure secondo tutti i commentatori ha persino vinto il confronto televisivo. Questo volersi smarcare dal PD, fino ad assumere atteggiamenti assai molto berlusconiani (le "interpretazioni" personalissime delle regole, l'accusa di brogli, fortunatamente ritirata, gli slogan ad effetto ma privi di contenuti, vedi la mirabolante promessa dei 20 miliardi alle famiglie ecc.) hanno lasciato il segno. Renzi indiscutibilmente segna una demarcazione da un passato PD di cui si sente poco la nostalgia (D'Alema ha avuto il coraggio di tornare a fare dichiarazioni!), focalizza una giustissima fame di novità che deve essere considerata il vero tesoro di questa esperienza, ma non è un uomo pronto per guidare il PD, unificare la sinistra e rappresentare il paese. E' vero che a 37 anni si può essere bravissimi capi di governo, ma è altrettanto vero che a 37 anni deve ancora dimostrare di essere un bravo sindaco. Tolto il cerone ed i cartelloni, di concreto non si è ancora visto nulla. Purtroppo. Pare che quasi il 90% di coloro che sono andati a votare al primo turno, siano tornati anche per il secondo. Poco meno di tre milioni di persone, per due weekend consecutivi, hanno scelto di impegnarsi. Si sono registrati, online oppure nelle sedi, poi sono andati a votare. Per un partito che ormai a meno iscritti del Club di Topolino è un bel successo. Ed infatti è partita la grancassa mediatica di detrattori, sui soliti veterocomunisti che non cambiano mai, sull'apparatchik sovietici che ancora controllano milioni di persone, sui reazionari comunisti che non vogliono mai cambiare niente ecc. ecc. ed invece -pur non amando Bersani (Civati e Scalfarotto, giusto per dare due nomi di candidati migliori)- fra i due era il candidato più "giovane". Ricordiamo che mentre il giovane Matteo sgomitava da presidente della provincia per fare il sindaco di Firenze, Bersani si dava da fare con i suoi decreti, le famose "lenzuolate", che ad oggi sono state le uniche liberalizzazioni attuate in Italia, nonostante le resistenza del centrodestra e delle categorie, che hanno portato vantaggi a tutti (telefonia, assicurazioni ecc.), salvo poi essere smontate dalle vere forze reazionarie italiane: le imprese, i professionisti ed il centrodestra. p.s. Anche in sede di autocritica Renzi non è stato capace di centrare il problema: non si è trattato di scrollarsi l'immagine del saputello, ma del fatto che dietro l'immagine c'era ben poco di autorevole. E di sinistra.

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